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critica a platone. - (achille e alceste) 233

ti par dunque, o Sofia, che l’amato preceda, in eccellenzia e causalitá de l’amore, de l’amante e sia piú degno?

Sofia. Sí certamente, ma che dirai tu a l’esemplo d’Achille e d’Alceste?

Filone. Alceste, che morí per l’amato, non fu onorato come Achille, che morí per l’amante: però che l’amante è in obbligo di necessitá a servire il suo amato, come suo dio, ed è costretto a morir per lui; e non potria fare altrimente, se ama bene, perché giá nell’amato è trasformato, e in quel consiste sua felicitá, e tutto il ben suo ormai non è in se stesso. Ma l’amato non è in obbligo alcuno a l’amante, né è costretto da l’amore a morir per lui; e se pur il vuol fare, come Achille, è atto libero e pura liberalitá, onde da Iddio debbe essere piú remunerato, come fu Achille.

Sofia. Mi piace questo che dici: ma non mi par da credere che, se Achille, come era amato, non fusse stato ancora amante del suo amante, che avesse voluto morir per lui.

Filone. Non negherei giá che Achille non amasse il suo amante, poi che per lui volse morire: ma quello era amor reciproco, causato da l’amor che il suo amante avea verso di lui; onde rettamente diremo che mori per l’amore che ’l suo amante gli portava, che fu la causa prima, e non per quello amore che lui reciprocamente portava a l’amante, che fu causato del primo.

Sofia. Mi piace la ragione che fece meritar piú premio dagli dèi Achille che Alceste; ma come può stare che l’amato sia sempre dio de l’amante? ché seguirebbe che la creatura amata da Dio sarebbe dio a Dio, che è absurdo, non solamente di Dio a sue creature, ma ancor del spirituale al corporale e del superiore a l’inferiore e del nobile a l’ignobile.

Filone. L’amore, quale è fra le creature de l’una a l’altra, presuppone mancamento, e non solamente l’amor degli inferiori a’ superiori, ma ancor quello de’ superiori agl’inferiori dice mancamento, però che nessuna creatura è sommamente perfetta, anzi, amando non solamente i superiori loro ma ancora gl’inferiori, crescono di perfezione e s’approssimano alla somma