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«No..., egli quando gli pare, ci coglie sulla via di Damasco, e di Saulo fa San Paolo! Ma via, ha più nulla a chiedere da me?

«Che veniate a fare la pasqua; chè questo scandalo nella mia pieve non lo voglio soffrire!

«Ripeto che la Pasqua la faccio con mia madre: e salendo talvolta su qualcuno di questi monti, mentre nasce il sole o quando va sotto. In quelle ore piene di voci misteriose, io m’inginocchio volentieri, e guardo, e ascolto... Allora Dio mi si fa sentire più vicino..., e rifaccio la pasqua alla mia maniera con lui....

«Ah! ah! — sclamò il prete, e si vedeva chiara la collera che gli fiottava dentro: — penso che voi vorreste salirne uno dei monti, ma uno tanto alto, da poter vedere la Francia e Parigi, e le carnificine, che desiderate di poter fare anche qui!

«Sì — rispose il giovane con sicurezza meravigliosa — la Francia e Parigi....; ma non occorre tanto...! Vede laggiù il Settepani, San Giacomo, tutta quella catena? I varchi sono facili, e dall’altro versante, forse in questo punto, l’esercito della repubblica salisce?

«Salisce,.. salisce, un corno! — urlò il pievano, terribile in vista non si capiva bene se per minaccia che gli paresse d’aver ricevuta, o che volesse fare: — matto voi e chi vi somiglia! Già! Li vedete? Aspettano i Francesi per farci scannare! Aspettate pure, che noi pregheremo tanto, e tanto faremo pregare in chiesa, che il Dio degli eserciti manderà su quei monti legioni d’Arcangeli a nostra difesa. Oggi bandirò un triduo in onore di San Giorgio, di San Martino, di tutti i Santi che hanno portate armi; vi nominerò dall’altare, vi farò conoscere a tutto il borgo..., ma pregherò il Signore che v’illumini, mi vendicherò di voi colla carità.

«Della carità mandi a farne laggiù a quella svolta, oltre quei vigneti. Là, una povera donna muore di stento con quattro fanciulli che le piangono intorno.... Là, lei ed io potremo fare insieme la carità che m’ha insegnato mio padre....