Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/229


— 223 —

che diffusa dall’altare si frangeva nel fumo degli incensi; la voglia dei ricordi infantili serbati nel cuore; tutto gli faceva forza. Ma ecco il ricordo delle sue vacanze di Pasqua; ecco l’immagine di don Apollinare affacciarsi di nuovo alla sua mente; ecco quelle di tutti i preti a lui noti; e sola tra tante la umile, mesta, quasi rifiutata figura di don Marco, che gli paresse spirare qualcosa della religiosità predicata dal clero. Allora egli tirava oltre, pensando se mai fosse venuto sulla terra un sacerdozio veramente cristiano; e finiva ricoverandosi nello spedale, cercando il letto dell’infermo che fosse più giù della vita; e medico a un tempo e consolatore, vi stava la notte intera. E se su quel letto discendeva la morte, le parole «parti o anima cristiana....» suonavano all’orecchio del moribondo sentite, piene, feconde; gli infermieri piangevano, e loro pareva di non averle mai udite, nel modo che quel giovane, selvatico e fantasioso, sapeva dirle. Egli credeva.

Quelle notti passate fuori di casa, avevano dato nell’occhio alla vecchia che li appigionava la camera; la quale aveva notato, come oltre a quelle, si ritirasse anche ogni altra assai al tardi. Accostumata con giovani pigionali, che i più non si davano pensiero, se non di far buon tempo; pensava che qualche intrigo di basso amore, lo tenesse fuori fino a quelle ore insolite; ed era stata più volte a un pelo di lagnarsi con lui, che non l’aveva posta di mezzo in tali faccende. Se egli avesse indovinati i contacci, che colei faceva sui fatti suoi; ne avrebbe preso sdegno, come fanciulla dabbene cui venga usata villania disonesta; e messo in fascio roba, libri, ogni cosa, sarebbe tornato di casa altrove. Ma in tutto il tempo che era stato là dentro, non aveva barattato con essa quattro parole; non le aveva mai dato appicco di dire più che il buon giorno, o la buona notte; augurio sibilato tra i denti lerci da quella arpia, mentre gli porgeva la lucerna, che egli pigliava camminando difilato in camera, senza badarle. Così ignorava di che tempera essa fosse, e come