Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/192

ha sano giudizio. Ma poniamo che sia cosi. Dapoiché (secondo Paulo) la caritá è fine del precetto, certo è che tutti quelli uomini, che hanno dato regole e precetti, se non fumo tiranni, ma pastori e padri, la loro intenzione pia non dovette essere di farci peccare e di dannarci, imo tutt’il contrario. Però non fu loro intenzione d’illaquearci e farci fare nuovi peccati, per P inosservanzia de’ loro nuovi precetti. Se ebbeno lo spirito di Cristo, si come Lui venne a salvare, non a perdere, cosí ed essi, massime che, secondo Paulo, la loro autoritá è in edificazione, non in destrtizione. Ma poniamo che per diabolica ignoranzia e malignitá avesseno avuto intenzione d’obbligare a peccato mortale, e piú, che avesseno anco avuto questa autoritá; e come i prelati, che dipoi hanno visto e di continuo vedono che non s’osservano, non gli hanno liberati da’ peccati, poiché, secondo te, pende da essi? Dovevano disobbligarli e dichiarare che non volevano che peccasseno mortalmente, esempligrazia, chi non faceva la quaresima. Forse dirai che la loro intenzione non è che obblighino a peccato mortale, ma i semplici si dánno ad intendere cosi. Ma dimmi: e perché non esplicano questa loro intenzione? Imo perché non dichiarano e fanno per tutto predicare che non obbligano a peccato mortale, massime perché i semplici credono peccare se non gli osservasseno e, non gli osservando, peccano, si come vòlse Paulo; e cosí sono causa di far fare innumerabili peccati? Ma non pensare che tollerasseno, ch’el si predicasse, che non obbligano a mortale, temendo non si diminuisse l’autoritá loro, però non quella, che gli dé’ Cristo, ma quella che si sono usurpati. E sai, dove Cristo dolcemente invita alla salute, essi minacciano quelli, che non osservano i loro precetti, gli escomunicano e puniscono atrocissimamente. E di qui sono nate liti, discordie e tante varie e diverse sètte, le quali a poco a poco di loro usanze hanno fatto legge. Bastano per la vita divina i precetti di Dio, e per l’umana i precetti civili; o, perché Paulo ci esorta a non perdere la nostra libertá, da Cristo a noi comprata e acquistata col prezioso