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che agli uomini. Ma, quando comandasseno cose, le quali in sé non fusseno impie e contrarie al divino onore, talché si potesseno fare senza offendere Dio, si come pagare denari piú che non si conviene, servire e essere angariato piú del debito; in tal caso dico che, se non puoi resistere senza scandalo, se bene quel signore fusse un turco, sei tenuto ad obbedire, altrimenti pecchi, non perché fai contr’al precetto umano, ma perché fai contr’al divino. E questo, non perché non paghi quanto vuole, o non servi nel modo comanda, essendo i suoi precetti ingiusti, però non da Dio; ma perché in non obbedire dai scandolo al prossimo, e in questo pecchi, e fai contra la caritá, imperocché di qui i signori pigliarebbeno occasione d’impedire, quanto potesseno, che i loro sudditi non fusseno cristiani, con dire: — Non vogliono obbedire e perturbano gli Stati e le repubbliche —. E cosí ne seguitarebbe disonore di Dio. Dove, quando come agnelli sopportano ogni cosa possibile a tollerarsi senza ingiuria di Dio, i signori sono sforzati per loro interesse a desiderare che i loro sudditi sieno cristiani, e cosí ne séguita l’onore di Dio. I giudei, si come scrisse Gieremia, fórno puniti, perché non obbedirno a Nabucodonosor: debba adunque in tal caso obbedire e portare quella croce, pensando cosí essere la volontá di Dio, o vero andare ad abitare in altra parte. Ma, quando non vi fusse lo scandalo, si come sarebbe in fraudare secretamente una ingiusta gabella, dico che, quando gli constasse che la fusse ingiusta (il che sapere è molto difficile), che in tal caso, di quel tanto, che è ingiusta, potrebbe fraudarla senza peccato, potendo farlo senza scandalo. E questo dico, quando questo anco non sia con pregiudizio del terzio, si come sarebbe quando uno avesse comprate quelle gabelle. Ma, se non gli constasse che la fusse ingiusta, debba pagare e obbedire. E cosí gli comandamenti delli signori temporali, come precetti umani, non obbligano a peccato, e quelli che, contra facendo, peccano, è solo in quanto fanno contr’alla caritá, e contr’al precetto di Dio. Al quale sia sempre onore e gloria, per Giesú Cristo Signor nostro. Amen.