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e Cristo che fussemo servi inutili), si sono alcun’altri immaginati, non manco impiamente, che s’ottenga l’indulgenzia de’ peccati, con fare elemosine, perdonare l’ingiurie, tollerare l’adversitá, la morte, far voto di religione, per il martirio o per qualche singulare opera fatta ad onore di Dio, imo e per un atto intensissimo d’amore, e anche che per una gran fede. Questi tali, che pensano che, non per Cristo, ma per la difficultá e dignitá di quelle loro opere e azioni, gli sieno perdonati li peccati, di nuovo crocifiggono Cristo e sotterrano il suo gran benefizio. E se bene in alcuno loco è scritto che per l’opere si perdonano li peccati, s’intende che per l’opere, come per effetti, si conosce che ci sono perdonati. Imperocché perché Dio per Cristo ce gli perdona e fa sentire la sua gran caritá in perdonarceli, però l’amiamo e operiamo a gloria sua, e non perché operiamo ce gli perdona, ma per Giesú Cristo. Nella vera Chiesa di Dio adunque non fu mai, né sará se non una vera indulgenzia, la quale sola doverrebbe e pubblicarsi e predicarsi. Dio è l’ingiuriato, a lui sta el perdonare, e per la morte di quello immaculato agnello Cristo Giesú, che tolse i peccati del mondo, gli ha perdonati alli suoi eletti. Per questa indulgenzia non si perdonano parte de’ peccati, ma tutti; e non solo i peccati, ma tutta la pena ad essi debita. Né bisogna, per averla, aspettare tempo, la quaresima, o l’anno del giubileo: giá è venuto il giorno della salute e della grazia, e il tempo della remissione de’ peccati, e in ogni tempo i peccatori, mediante il divino favore, possono avere la plenaria indulgenzia, ché, come disse Cristo: «Il regno di Dio non verrá con osservazione, imo nissuno può sospenderla, tórla o impedirla». Né anco bisogna mutare loco, andare a Roma o in Gierusalem, ma bisogna con fede andare a Dio, il quale, per essere immenso, è per tutto. Però disse Cristo: «Non vogliate credere a quelli che vi diranno che gli è in questo o in quell’altro loco. 11 regno di Dio è infra di voi». Né bisogna entrare in quella o in quell’altra chiesa materiale, ma nella spirituale di Dio, né per una o per un’altra porta, ma per Cristo, il quale disse in san Giovanni: «Io sono la porta».