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406 i bernardi

          Albizo. Orsú! Perdonatemi,
          s’i’v’ho ingiuriata. La doglia incredibile
          ch’i’ ho al cuor m’ha fatto uscir dell’ordine.
          Abbiatemi per iscusato.
          Bolognino. Oh povero
          giovane!
          Albizo. State a udire; voltatevi
          in qua. Orsú! Non si può ricorreggere
          questo errore?
          Aldabella. Puossi: e per tal causa
          era fuori.
          Albizo. Per quale?
          Aldabella. Voleva irmene
          verso la casa; e veder se possibile
          era parlarli di nuovo e fare opera
          che la tornassi.
          Albizo. E ciò saria possibile?
          Aldabella. Saria; ma vo’ m’avete in modo torbida
          fatta la fantasia ch’io sto in dubbio
          di quel e’ ho a far.
          Albizo. Deh, madre mia! Fidatevi;
          che non vi sarò ingrato.
          Aldabella. Si! si! Datemi
          parole pur assai.
          Albizo. Tenete: eccovi
          fatti. Or andate.
          Bolognino. Oh che li venga il canchero!
          De’ tradimenti ha premio.
          Albizo. E, se non bastano
          questi, ve ne darò piú.
          Aldabella. Ogni piccola
          cosa mi basta. Io voglio andar. Ma, o Albizo,
          farete, per un’altra volta, intendere
          a cotestui che con piú riguardevole
          modo favelli altrui; e questo massime
          colle donne da bene. E riturisi