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402 i bernardi

          Albizo. Oh! Son un numero
          grande! I’ non gli ho contati; ma ben passano
          dumila scudi.
          Bolognino. Voi siete richissimo.
          Or non bisogna cercar di piú trappole
          per far danar.
          Albizo. No; che ce n’è dovizia,
          ringraziato sia Dio.
          Bolognino. Non maraviglia
          che mi tolse la chiave. Di non perderli
          temea; che gli è avvenuto. Ma che diavolo
          ha egli a dir, se non li truova?
          Albizo. Pensivi
          egli. Facciam i fatti nostri.
          Bolognino. Faccinsi.
          Albizo. Andiamo alla Aldabella; ch’i’ delibero
          che si contenti.
          Bolognino. Andiamo.
          Albizo. E tu la mancia
          arai, non dubitare.
          Bolognino. Io non ne dubito;
          basta a me che siate contento.
          Albizo. Credolo.
          Ma non perdiam pivi tempo. Andiam via subito;
          ch ’a dirti il vero, io non credo mai vivere
          tanto ch’i’ veggia la Spinetta e parligli.
          Bolognino. Andiam, ch’orma’ presto l’arete in braccio.
          Ma sta’ ! Ecco di qua quella stregaccia
          dell’Aldabella.
          Albizo. L’è dessa. Che domine
          vuol dire, che l’è cosí fuori? Io dubito
          di qualche male.
          Bolognino. Sempre que’ che amano,
          ancor che siano in possession, temano.
          Albizo. La viene in qua. Aspettiamla.
          Bolognino. Di grazia.