Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
ATTO II
SCENA I
Messer Rimedio vecchio, Gianni suo servidore.
Messer Rimedio. Gianni, vien’un po’ qua. Dimmi: che pratica
hai tu con Alamanno, che mai spiccasi
da te? che cose avete d’importanzia
a ragionar insieme?
Gianni. Le son favole
e cose, a dirvi il ver, di poco pregio,
padron.
Messer Rimedio. Ben. Queste cose e queste favole
non si possono intendere?
Gianni. Si possono,
messer si. Mi diceva ch’era d’animo,
in questo carnovale, intorno a Fiesole
fare una caccia.
Messer Rimedio. Una caccia? Anco credolo;
ma non come mi vuoi dare ad intendere.
Gianni. E’ vuol provar i can che da Dovadola
gli fúr mandati.
Messer Rimedio. Altro che cani, credimi,
vuol provar!
Gianni. No, padron. Cosí è proprio
la veritá.
Messer Rimedio. Orsú! Questa girandola
la ’ntendo anch’io.
Gianni. Padron, domandatelo;