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Tipi fiorentini scomparsi

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Tipi fiorentini scomparsi.


Quando si parla di tipi scomparsi, il primo nome che corre subito alla bocca è quello del Lachera (pronunziato breve).

Il Lachera non era nemmeno un tipo; era piuttosto la facezia arguta e frizzante, fatta uomo; era il vero brio sarcastico fiorentino, travestito da venditore di perecotte o di torta coll’uva, a seconda della stagione. Il Lachera, morendo, portò via con sè molta parte di quel riso geniale, che fa buon sangue e che usava al tempo dei nostri vecchi che sapevano ridere tanto bene! [p. 228 modifica]

Fra i tipi scomparsi si può citare anche l’impiegato Granducale, animale ibrido, impastato di furbo e di falso minchione. L’impiegato Granducale non conosceva che due soli modi attestare la sua devozione alla casa di Lorena; andare tutti i giorni vistosamente alla messa, l’ingegnarsi di procreare un figlio maschio, per battezzarlo coll’augusto nome di Leopoldo. Se poi invece d’un figlio, ne aveva due, tanto da poterli chiamare Leopoldo I e Leopoldo II, allora la sua carriera burocratica era assicurata. Se non volava alle stelle, voleva proprio dire che era nato uccellaccio palustre.

Un altro tipo scomparso: quello della «Modistina» vocabolo che non deriva dalla parola greca Modestia, come forse potrebbe creder qualche scolaretto del Liceo, ingannato dall’orecchio. Si chiamavano «Modistine» certe giovinette vispe, allegre, eleganti nella loro semplicità e che, a tempo avanzato, facevano molte cose: qualche volta anche dei cappellini di moda. Oggi, invece delle Modistine, abbiamo le scolare di magazzino; ossia, c’è rimasto il genere ed è sparita la specie.