Naja Tripudians/Giudizi della stampa

Giudizi della stampa

../XXXI IncludiIntestazione 3 dicembre 2022 100% Da definire

XXXI

[p. 219 modifica]

GIUDIZI DELLA STAMPA

SU “NAJA TRIPUDIANS



Corriere della Sera (Ettore Janni).

Ed ecco ora il romanzo che avvince e fa rabbrividire, l’opera d’arte che spicca il volo dalla realtà ed è fantasia, Naja Tripudians di Annie Vivanti. L’idillico e il tragico vi fanno un violento contrasto.... ma l’idillio è come una maschera lieve che cade e scopre il volto dell’orrore.

La catastrofe è presentata con una potenza a cui non si resiste. Singolare nella sua sobrietà formidabile è la chiusa.

Un romanzo che non si confonde con gli altri: la voce che canta più alta e più sicura sulle mediocri orchestre e sui cori sguaiati.


Il Secolo (Paolo De Giovanni).

....Un fiume di delicata poesia.


Giornale d’Italia (Diego Angeli).

....E in queste parole è tutta la morale e tutta la spiegazione del bello e crudele romanzo che Annie Vivanti pubblica in questi giorni pei tipi del Bemporad di Firenze. Bello e crudele e sotto un certo punto di vista altamente morale nella sua immoralità.... Quest’ultimo capitolo ha la durata di poche ore,... capitolo terribile, dove la descrizione di quella società equivoca è descritta con grande sapienza e dove tutti i vizî — [p. 220 modifica]dall’omosessualità alla cocainomania, dall’ubriachezza dei liquori forti allo stupore dell’oppio, dalle sottili dissertazioni sul godimento e sul desiderio, alla rivelazione brutale della voluttà — sono trattati con mano maestra.

....E Annie Vivanti è un’artista e il suo romanzo è tanto più pericoloso in quanto che è più bello.


Idea Nazionale (Umberto Fracchia).

Naja Tripudians si legge con foga. Ecco stabilita la superiorità di questo romanzo femminile su tanti romanzi maschili che sono terribilmente noiosi....


Il Marzocco (Luigi Tonelli).

....Qui abbiamo una scrittrice nel vero senso della parola, che concepisce con potenza d’intelletto, e s’esprime con una sicurezza ed efficacia mirabili. In Naja Tripudians riconosciamo l’autrice sorprendente de I divoratori, fosca di Circe, violenta e smagliante di Vae Victis: la creatrice d’immagini sfolgoranti, la coniatrice di frasi sintetiche e potenti, la calcolatrice sapiente d’effetti irresistibili.

È impossibile resistere al fascino di questa scrittrice interessante che quando pare abbandoni, ti riprende di colpo, e t’inchioda allo scrittoio, finchè hai letto l’ultima pagina.... che ti lascia scosso e turbato fin nell’intimo dell’anima.


Il Tempo (Nicola Moscardelli).

Qui tutto è logico, naturale, musicale: il racconto precipita verso la conclusione fatale, così, come quella notte precipitava verso l’alba. Con quale modestia di mezzi è descritta l’aria in cui vive la mondana!

Come leggermente si insinuano nell’anima delle due colombe i profumi e gli stordimenti emanati da quel mondo nuovo.... accennando appena un particolare, come una piccola fiammella che s’apre e chiude improvvisa, come se una musica sonnolenta impregnasse di sè tutta l’aria, scivolando, le immagini si precisano, emergono, si realizzano.

L’impressione che dà il libro è profonda e profondamente morale: è l’orrore del male, la nausea per il vizio, il ribrezzo per la impurità scandalosa delle città cosidette morali.


[p. 221 modifica]Nuova Antologia.

Tutto il romanzo è un potente contrasto tra l’innocenza più pura e la depravazione più abbietta. A pagine fresche come un riso di puerizia, seguono pagine torbide di una drammaticità che turba e commuove.


L’Italia che scrive (Fernando Palazzi).

Qui veramente Annie Vivanti s’è abbandonata a sè stessa, ha svelato sè stessa. Forse non s’è neppure accorta di fare dell’arte, perchè in fondo non ha fatto altro che confidarci l’anima sua. Io non conosco Annie Vivanti, se non da un verso del Carducci.... ma noi conosciamo adesso la vera fisionomia dell’anima sua, che è bionda, romantica, timida, ingenua, sentimentale, fanciulla.

Si è discusso se Naja Tripudians sia o no il capolavoro di Annie Vivanti. Io capisco benissimo come altri possa preferire i Divoratori o Vae Victis, romanzi assai più forti. Io preferisco Naja Tripudians, specialmente per la dolcezza.


Tutto (Cesare Sobrero).

Ecco un nuovo libro casto ed orribile ad un tempo.... Casto poichè la scrittrice riproduce le impudicizie col ferro rovente di una nausea profonda, di una desolazione accorata. Orribile, poichè la degenerazione psichica, e non psichica soltanto, vi è riprodotta colla precisione di altrettanti casi clinici.... Ricercando i gradi di parentela che possono esistere fra Naja Tripudians e le opere di altri artisti, viene fatto di pensare che Annie Vivanti abbia invocato, compiendo la sua nobile fatica, due grandi ombre: Victor Hugo ed Octave Mirbeau. Victorughiana è la concezione del libro per il senso profondo dei contrasti, per la tragicità del contenuto umano. La seconda parte del volume, cioè le pagine vigorosamente realistiche ricordano invece le acri, inesorabili pitture di Mirbeau.

....Raramente in un libro, evocazione fu più dolorosa, pittura più straziante, lettura più struggente di questa orribile profanazione impunita.


I libri del giorno.

....Qui veramente la forza del libro sta nella poesia della forma, nella efficace evocazione degli ambienti, nella leggera e quasi trasparente musicalità dei periodi. Il libro incomincia con capitoli di [p. 222 modifica]delicatezza e di una grazia squisitamente femminili.... qualche cosa che fa pensare alla freschissima «Primavera» del Grieg.

....Ma a un punto la tinta rosea del romanzo viene interrotta improvvisamente da qualcosa di oscuro e misterioso.... Le pagine si fanno inquiete; a quel profumo di innocenza che aveva fin qui accompagnato il racconto si mescola uno strano e tentante odor di peccato.

....Corre per tutte le frasi come un misterioso brivido, un serpeggiare di febbre.

Aprire il romanzo e leggerlo è come entrare in una serra dove tra i più semplici e delicati mughetti, alcuni strani fiori effondono un loro acuto e perverso profumo. Non si ha il tempo e forse nemmeno il coraggio di avvicinarli, tanto quel profumo ci prende, ci stordisce, ci travolge. Esciremo dalla serra, opporremo gli occhi e la fronte ai rudi baci del vento, ma il ricordo di quei terribili fiori resterà a lungo entro di noi, come di un sogno bello e perverso....


Il Giorno (Carlo de Flaviis).

Pagine belle e tristissime; due piccoli mondi; scolpito, il primo, con una perfezione d’arte impeccabile, descritto il secondo, con una verità a volte piena di impudica baldanza a volte piena di titubante sgomento.


La Chiosa.

Tutta Annie Vivanti è qui: con le sue mani cariche di poesia ch’ella profonde in così bizzarro modo: qua, là, dovunque un dettaglio svegli la sua vibratilità, soffermi la sua commozione, desti la sua sensibilità.

Non ci soffermeremo a evocare le bellissime tra le molte belle pagine del romanzo. Al pari di tutti i libri della Vivanti esso afferra alle prime pagine e non lascia più.

L’interesse che suscita vi è graduato così che dall’incantesimo di una dolcezza piana e serena si passa a poco a poco per tutti gli stadi dell’ansia e della trepidazione fino a raggiungere l’angoscia piena d’orrore che strugge l’anima alla fine del racconto e del libro. Si esce da questa lettura sotto il peso di un incubo.

Poesia! questo è il segreto di Annie Vivanti. Il segreto della sua malìa e della sua arte; dei suoi occhi ancora pieni di stellante azzurro e dei suoi libri sempre saturi di freschezza; della sua giovinezza sempre intatta e delle sue pagine sempre avvincenti.


[p. 223 modifica]La Donna (Nicola Moscardelli).

Il libro si chiude con un senso di soffocazione.

Sebbene sia composto con un’arte squisita, nulla rivela in esso l’artefizio, nel quale era così facile cadere.... Non c’è nulla da aggiungere, e nulla da togliere.


Don Marzio.

Squisitezze psicologiche, gioielli d’osservazione, un profumo di grazia inarrivabile...


Gazzetta di Messina (G. Gigans).

Colei che seppe costruire coll’aiuto del suo potentissimo genio un’affascinante vicenda — I divoratori — ; colei che seppe nel poema vibrante di verità accomunare la fede al dolore — Vae Victis — .... ci regala quest’opera semplice e possente.

La Vivanti quando vuole appassionare il lettore, sceglie un argomento semplicissimo, un argomento di vita vera.

Questa la sua arte. La semplice verità.


La Scuola (Antonio de Filippis).

Il poeta è vate. Gli basta uno sguardo, ed egli intravede il futuro. — Carducci, da profeta, intravide il genio di Annie Vivanti e disse: «canta!».

.... Annie dimostrò il suo vero temperamento di artista col romanzo. Nel romanzo appare grande, perchè originale, strana, ardita, ma sempre vera. Tutta la vita di Annie è una battaglia contro la ipocrisia.... E con Naja Tripudians ella compie una lotta ancor più potente.

Storia triste che risalta sulla tavolozza di un Rembrandt!


Il Pungolo (Giuseppe Scaglione).

La poetessa squisita di «Lirica» la narratrice intensamente drammatica dei casi pietosi e terribili di Maria Tarnowska, l’autrice di «Zingaresca» di «Vae Victis» di «Bocche Inutili» ha creato ancora un’opera di grande bellezza artistica e di appassionata, travolgente poesia. Sopratutto da questo ultimo libro bisogna veramente riconoscere ad Annie Vivanti, una grande forza di pensiero e di forma; di pensiero ricco, elevato, profondo, di stile deciso, rapido, serrato, in alcuni momenti quasi convulso. [p. 224 modifica]

Ella non soffre infingimenti e contraffazioni del pensiero e della forma. Ribellandosi a falsare la propria natura impetuosa e serena, e la natura delle cose e degli uomini, porta nei suoi libri una veemenza ed un pathos, una sincerità di vita che incatena l'attenzione del lettore di pagina in pagina e di libro in libro, con un continuo crescendo.

I suoi libri sono morali, non di una morale stentata, arcigna e cattedratica, ma libera e spontanea.

Con quale signorilità e sicurezza d'intuito, con quale potenza di analisi e semplicità di espressione è narrato questo documento umano così tragico e così patetico!...


Il Pungolo (Rodolfo Guido de Marsico).

....Questa la vicenda di «Naja Tripudians». Vicenda terribile che martoria lo spirito, che esaspera, che accende una ribellione, che ci fa bestemmiare la vita!

E più terribile è il romanzo perchè scritto da una artista. Annie Vivanti ha adoperato i colori più delicati, le sfumature più evanescenti, perchè più fosca noi sentissimo la tragedia che quella luce distruggerà.


Don Quichotte (Parigi).

....Madame Vivanti y confirme une fois de plus son grand talent. Ces derniers chapitres constituent un morceau de haute littérature horrifique.


GIUDIZI DELLA STAMPA INGLESE

SU “I DIVORATORI



Herald.

Qui ci troviamo davanti a quella rara cosa — un'opera di genio.


Telegraph.

Questo meraviglioso libro è un'opera di bellezza creata da chi possiede il più grande dono dello scrittore — lo stile.


[p. 225 modifica]Daily Mail.

Questo romanzo, scritto da un poeta, ha tutta la ossessionante potenza della poesia.


The Times.

Con questo libro Annie Vivanti ha compiuto un'opera stupefacente. Scegliendo un tema finora non mai trattato da un romanziere essa ci ha dato un libro del più strano ed avvincente fascino.


Truth.

È un'opera di genio questa di Annie Vivanti. In essa vi è una forza ed un pathos, una veracità di vita e di natura, che ci tengono incatenati dalla prima all'ultima pagina.


Fortnightly Review (Georges Brandès).

La vera forza di questo libro sta nello stile, ora morbido e delicatamente allusivo, ora fluente e fantastico. Annie Vivanti è maestra nell'arte di evocare un ambiente, dandone la speciale atmosfera ed illuminazione. Nel humour è scintillante come una Rosalinda Shakespeariana.

Quest'opera per quanto scritta in prosa, deve essere giudicata come poesia. Difatti essa ci fa l'impressione, non di un lungo, ma di un grande poema....


GIUDIZI DELLA STAMPA

SU “VAE VICTIS!



Il Popolo d'Italia.

È sopratutto, un magnifico romanzo; è un'opera di arte d'alto valore e della più schietta ispirazione; è uno studio di psicologia pieno di profondo e delicato acume; questo in primo luogo; poi è anche, fortunatamente, un fiero grido di battaglia e un'opera buona, generosa e santa.

· · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·
[p. 226 modifica]

Ha la felicità e sicurezza d'intuito e la potenza d'analisi che Annie Vivanti rivelò primamente in quei Divoratori ch'ebbero così alta e vasta fama nella letteratura internazionale. Ha lo stesso procedere rapido, passionale, travolgente.


Giornale del Mattino.

Poema dolorante e poema di fede insieme, attraverso ad una virtù di narrazione vibrante come un sonito di guerra. La nostra letteratura, oggi, si è arricchita d'un nuovo potente documento umano.


GIUDIZI DELLA STAMPA INGLESE



“Observer”.

Questo è il più tragico e memorabile dei romanzi.


Sir Conan Doyle (il creatore di Sherlock Holmes).

Un libro veramente terribile e veramente potente.

Non ho mai letto nulla che mi abbia fatto realizzare con tale forza ciò che la guerra significhi per il paese invaso.


North Mail.

Annie Vivanti Chartres, mediante la grande e perfetta sua arte, ci presenta l'agonia del Belgio in una narrazione da allegarsi ad altri raccapriccianti documenti di guerra.

È un libro di cui la lettura s'impone, come dovere e come necessità. È un libro che porterà lontano negli spazii dell'avvenire, l'eco del più nefando crimine che il mondo abbia conosciuto.


Land and Water.

«Vae Victis» è un libro da esporsi in ogni luogo dove un pacifista osa alzare la sua voce.


Morning Post.

Se questa potente e magnifica opera potesse essere largamente disseminata sarebbe un possente mezzo per rinforzare la nazione nel suo intento di proseguire la guerra fino a che la lotta contro la «Peste Grigia» non si chiuda col trionfo dell'umanità.


[p. 227 modifica]Sidney Walton nel Courier.

Quando la superba forza della Prussia morderà la polve come Niniveh e Tyro, quando sulle tombe dei suoi maledetti imperatori giocheranno i fanciulli di un'altra generazione, questo libro di Annie Vivanti Chartres rimarrà quale sacro memoriale dell'innocente Belgio e parlerà ancora con terribili accenti all'umanità.


GIUDIZI DELLA STAMPA

SU “CIRCE



Corriere della Sera.

Annie Vivanti ha composto un'opera di spasimante umanità e di bellezza.... Col suo nobile ingegno e col suo istinto poetico, ha dato delle memorie di Maria Tarnowska una interpretazione che ha una sua poesia intrinseca.... un romanzo che appassiona di capitolo in capitolo, intensamente, che è tutto profumato, nel suo tetro groviglio, di passaggi candidi e luminosi....


Pall Mall Gazette.

Documento umano di meraviglioso e soggiogante interesse.

Una combinazione di poesia e di verità sul modello dato da Goethe.... Narrazione di maestria vivida e potente.


Mail.

Raramente accade di trovarsi dinanzi ad un documento umano di così tragico e patetico interesse.


Times.

Annie Vivanti Chartres ci ha dato un documento umano di straordinario fascino, uno studio dell'aberrazione del temperamento femminile e della psicologia del crimine che ci lascia turbati e atterriti.


[p. 228 modifica]Le Journal (Ernest La Jeunesse).

....Le hasard d'une conversation a jeté Annie Vivanti, romancier frémissant, poète profond, sur le nom de la prisonnière, sur l'acte, sur le secret de cette histoire. Un ami lui apporte un manuscrit de la condamnée, un cahier de classe haché d'une écriture régulière, élégante, indifferente, un carnet de bal — de quelle sarabande! — sur papier rugueux. Elle se passionne et son génie divinatoire, fraternel dans la peine, évocateur, transfigure ces pages mornes et qui n'ont que la scéau du malheur. Elle obtient de voir — avec quelles difficultés! — la reclusionnaire dans sa maison de force.

Quelle révélation! Elle discerne, dévoile, retrouve une petite fille, une éternelle enfant vagabonde dans ses pensées et dans ses voyages, étonnée de se marier de n'être pas aimée de sa beauté étonnée de devenir femme, de devenir mère, étonnée de sa beauté qu'elle ne découvre, qu'on ne découvre que tard. Et tout se précipite dans ses étonnements. C'est avec stupeur qu'elle apprend de lui le désir et le dégoût, qu'elle se donne, au plus beau lancier du monde, quelle le voit mourir dans ses bras, longuement, tué par l'époux soudainement jaloux — pourquoi? C'est une surprise pour elle de trouver au chevet d'une amie d'enfance qui l'a appelée pour mourir celui qu'elle doit faire mourir, le mari de l'agonisante Emilie Kamarowska....

Mais je ne veux pas déflorer l'oeuvre inoubliable d'Annie Vivanti. C'est un lucide et incessant tourbillon d'action, de rêve, d'incoscient, de fatalité. C'est harmonieux et terrible, c'est la vérité et c'est l'art.

Les paradis artificiels chantés par Thomas de Quincey et Charles Baudelaire flottent autour de plus lourdes ivresses et apportent leur relief inconsistant à des paysages d'âme dignes de Dostoîewski. Le mélodrame se purifie en élégie, sans perdre rien de son intensité, de sa fureur, de sa furie. La plus rare, la plus universelle émotion fait palpiter ces pages de fièvre, cette reconstitution idéale et forcenée.... Et sur cette beauté éparse et condensée, au dessus du sang apaisé et la fange bue par le soleil, les grandes ailes de la pitié apportent tout le ciel et tout le rêve....