Capitolo 56
Di Lop

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Lop è una grande città ch’è a l’intrata del grande diserto, ch’è chiamo lo diserto de Lop, e è tra levante e greco. È sono al Grande Cane e adorano Macomet. E quelli che vogliono passare lo diserto si riposano in Lop per una settimana, per rinfrescare loro e loro bestie; poscia prende vivande per uno mese per loro e per loro bestie.

E partendosi di questa città, entra nel diserto, e è tamanto che si penerebbe a passare bene uno anno; ma per lo minore luogo si pena lo meno a trapassare uno mese. Egli è tutto montagne e sabione e valle, e non vi si truova nulla a mangiare; ma quando s’è ito uno die e una notte, si truova acqua, ma non tanta che n’avesse oltra 50 o 100 uomini co loro bestie. E per tutto ’l diserto conviene che si vada uno die e una notte prima che acqua si truovi: e in tre luoghi o in quattro truova l’uomo l’acqua amara e salsa, e tutte l’altre sono buone, che sono nel torno da 28 acque. Non v’à né uccelli né bestie, perché non v’ànno da mangiare. E sí vi dico che quivi si truova tal maraviglia.

Egli è vero che, quando l’uomo cavalca di notte per quel diserto, egli aviene questo: che se alcuno remane adrieto da li compagni, per dormire o per altro, quando vuole pui andare per giugnere li compagni, ode parlare spiriti in aire che somigliano che siano suoi compagnoni. E piú volte è chiamato per lo suo nome propio, ed è fatto disviare talvolta in tal modo che mai non si ritruova; e molti ne sono già perduti. E molte volte ode l’uomo molti istormenti in aria e propiamente tamburi. E cosí si passa questo grande diserto.

Or lasciamo del diserto, e diremo dell[e] provinc[e] che sono all’uscita del diserto.