Capitolo 35
Di Camandi

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Capitolo 35
Di Camandi
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A la discesa de la montagna àe uno bello piano, e nel cominciamento àe una città ch’à nome Camandi. Questa solea essere magiore terra che no è, ch’e Tartari d’ altra parte gli ànno fatto danno piú volte. Questo piano è molto cavo.
E questo reame à nome Reobales, suoi frutti sono dattari, pistacchi, frutti di paradiso e altri frutti che non son di qua. Ànno buoi grandi e bianchi come nieve, col pelo piano per lo caldo luogo, le corne cort’e grosse e non agute; tra le spalle ànno uno gobbo alto due palmi, e sono la piú bella cosa del mondo a vedere. Quando si vogliono caricare, si conciano come camegli, e caricati cosí, si levano, ché sono forti oltra misura. E v’à montoni come asini, che li pesa la coda bene 30 libbre, e sono bia(n)chi e begli e buoni da mangiare.

In questo piano à castella e città e ville murate di terra per difender(si) da scherani che vanno ro(b)ando. E questa gente che corre lo paese, per incantamento fanno parere notte 7 giornate a la lunga, perché altri non si possa guardare; quando ànno fatto questo, vanno per lo paese, ché bene lo sanno. È son bene 10.000, talvolta piú e meno, sicché per quello piano no li scampa né uomo né bestia: li vecchi ucidono, gli giovani ménagli a vendere per ischiavi. Lo loro re à nome Nogodar, e sono gente rea e malvage e crudele. E sí vi dico che messer Marco vi fu tal qual preso in quella iscuritade, ma scampò a uno castello ch’à nome Canosalmi, e de’ suo compagni furo presi asai e venduti e morti.