Libro de' Vizî e delle virtudi/Capitolo LXXV

Come 'l fattore dell'opera piglia consiglio della Filosofia.

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Come 'l fattore dell'opera piglia consiglio della Filosofia.
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Incontanente che la Prudenzia ebbe compiuto di dire come di sopra avete inteso, mi levai ritto in piede del luogo ov’era stato ginocchione innanzi alle Virtudi per udire i loro ammunimenti, e pigliai la Filosofia per la mano, e trassila d’una parte a consiglio, e dissi: - Maestra delle Virtudi, pregoti, per l’amore e per la fede che t’ho sempre portato, che in su questi fatti mi debbi consigliare: che non son sí savio che per me ci sappia pigliare buon consiglio. Ché, quando mi penso del regno di paradiso, ch’è cosí grandissima cosa come m’hai di sopra mostrato, molto s’accende l’animo mio di patirne ogne durissima e asprissima cosa per averlo; ma quando mi reco a memoria li amonimenti che m’hanno dato le Virtudi, li quali mi conviene tutti oservare, non veggio che per neuno modo io far lo potesse. Die aiuta! chi sarebbe di tanta bontà, che conoscesse e credesse e amasse e ubidisse e reverisse Dio nostro signore, e avesse in lui ferma speranza, come Religione comanda per le dette tre virtudi che nascono di lei? e fosse sí savio e scalterito, che in tutte le cose ch’avesse a fare, il bene dal male e la cosa giusta da la non giusta o la convenevole da la sconvenevole per diritta ragione conoscesse, il bene eleggesse e ’l male schifasse e fuggisse, come comanda Prudenzia? e fosse sí giusto, che reddesse suo diritto a qualunque persona fosse obligato o per legge o per usanza o, per ragion naturale, come comanda Giustizia? e fosse sí d’animo forte, che ne le prosperevoli cose non si esaltasse, e i pericoli e le fatiche de le tribulazioni e angosce del mondo in pace portasse, come comanda Fortezza? e fosse d’animo temperato tanto, che li desiderî de la carne, laonde è tentato e assalito, costrignesse e temperasse, e pesasse sí le cose che in tutte il mezzo tenesse, secondo che Temperanza comanda? Certo non sono io colui che le dette cose credesse oservare; onde ti dico certamente che non ci vorrei esser venuto, in tanti duri pensieri sono intrato. Perché prima mi vivea di buona fede semplicemente, e a le dette cose non pensava; ma or che veggio quello che far mi conviene, vivo com’uomo disperato, e non credo potere avere il regno di Cielo, il quale desiderava sopra tutte le cose.