Lettere (Andreini)/Lettera LXXXIV

LXXXIV. Della volubiltà feminile.

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LXXXIV. Della volubiltà feminile.
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Della volubiltà feminile.


O
H quanto ingiustamente fui chiamato un tempo fortunato, e felice. Albero, ch’ad un picciolo soffiar di venti cade à terra non si può dir, che fosse bene abbarbicato. Mentr’io fui ardentemente amato dalla mia instabil Donna (ò carissimo amico) mi riputaste beato senza ricordarvi di quel che mille volte vi dissi, cioè, ch’io m’attristava molto nel vedermi con tanta vehemenza amato dalla Signora N. non perche ’l suo amarmi non mi fosse più caro della propria vita; ma perche io era presago, ch’ella ben tosto havrebbe lasciata l’amorosa impresa, come quella che non hebbe mai pensiero d’amarmi perfettamente com’io l’amava, e come tuttavia l’amerò, dunque, com’io diceva, era molto meglio, ch’io fossi stato dalla mia dolce nemica lievemente amato, sempre conforme à miei lievi meriti, che per

[p. 79r modifica]tempo così breve, con tanto ardore. Splende poco il baleno, perche ’l suo lume non è altro che un’impeto. Apporta gran danno il fulmine, perche impetuosamente scende dall’aria, i Rivi perche la più parte del Tempo son secchi, & aridi, quando per lunga pioggia, o per liquefatte nevi torbidi, e strepitosi, vengono, col rapido corso loro gettano à terra le piante, allaggano i campi, disfanno le capanne, sommergono, le greggie, e gli armenti, e fanno infiniti altri mali, e questa loro violenza appena dura lo spatio d’un giorno. Quando ’l Sole è di soverchio caldo, è chiaro inditio di pioggia. Quelle pioggie, che nell’estate à gocciole grandi, e spesse cadono in terra si sà chiaramente, che durano brevissimo spatio d’hora. Ogniuno sà quanto sia grande l’àrder delle stoppie, e quanto s’alzi la repente lor fiamma; ma quant’è più grande tant’e più breve. I Cieli stessi da i quali son governate tutte le cose humane, e da loro pigliano qualità, quanto più son violenti nel corso loro tanto men di tempo durano. Il primo mobile perch’è più veloce de gli altri, nel suo rivolgimento, dura ancor men de gli altri, poiche nello spatio di ventiquatt’hore finisce il suo giro da Levante in Ponente. Dura poco per l’aria lo strale, perche troppo furiosamente si parte dall’arco. I tormenti bellici durano similmente poco nel lor’ardere, e nel lor rimbombare per la lor furiosa possanza; e per conchiudere, i terremoti, i tuoni, e tutte le cose impetuose son brevi. Dee dunque ogni huomo giuditioso in amore, anzi attristarsi, che nò, quando si vede amato di [p. 79v modifica]sovverchio. Hò voluto Signor mio scrivervi, queste poche righe, per disacerbar in parte l’infinita passione, ch’io sento, e per farvi conoscer, ch’io fui tristo, e certo indovino de’ miei danni. Siate contento vi prego, di porgermi in tanta necessità, alcun fedel consiglio, e fatemi parte della bontà del vostr’animo, e della vostra prudenza; e s’è possibile trasferitevi di gratia fino à casa mia, poich’io non posso venir alla vostra, essendo per colpa di sovverchia passione, aggravato da febbre, alla quale pur ho fatto in modo forza, che v’ho scritto questa lettera. Venite di gratia, accioche raccontandovi le mie sventure, possa haver contento di vederle accompagnate dalla vostra pietà. Venite se ’l Cielo sempre vi difenda da così fieri, e tristi avvenimenti, i quali, benche antiveduti, affliggono sin’al vivo dell’anima, e dispiacciono molto più, che non farebbe l’istessa morte.