Lettere (Andreini)/Lettera CVI

CVI. Scherzi d’honesto amore.

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CVI. Scherzi d’honesto amore.
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Scherzi d’honesto amore.


C
Onoscendo io per prova, che quel male, che si tien celato nel profondo del cuore maggiormente affligge, e trafigge, e quella fiamma ch’è rinchiusa, con maggior vehemenza arde, e distrugge, hò giudicato esser cosa molto per me giovevole il palesarvi il mio male, e ’l mio incendio, sapendo certo, che quand’altro bene non sia per seguirmene, avverrà almeno, che palesando le mie miserie sentirò farle men gravi, essendo che ’l communicar ad altrui i propri affanni è ottima medicina della mestitia, e della pena, laquale discoperta meno tormenta, anzi di quella ragionando se ne scema gran parte. Se fossero poi (dolcissimo principio dell’ardor mio) le mie molte miserie fatte degne della vostra pietà, qual vivrebbe amando più di me fortunata? oh il mi conceda Amore. Se voi Signor mio vorrete ricordarvi, che non è fatica più lodevole, e che maggior gloria apporti, che ’l dar aiuto quando si può, sò certo, che voi, che solo potete aiutarmi non mancherete di farlo. Io v’amo, e vorrei, che ’l Mondo tutto sapesse l’amor mio, perche sò certo, che me ne seguirebbe eterno honore, atteso che l’amar persona per tante virtù riguardevole come voi siete merita lode, e favore non che scusa, e perdono. Così piaccia à quella stella, che con tanto mio piacere mi fece serva del vostro merito, che un dì giriate

[p. 101v modifica]ver me pietoso quelle serene luci, dalle quali il cuor mio non si parte giamai, siche affisandole nell’innamorato mio viso, posiate comprender meglio che in questa carta l’affettion mia, e se di tanta gratia sarò dalla mia sorte compiacciuta non hò dubbio, che da voi mio Signore non mi venga bella, e giusta pietate, siche temprando l’amarezza delle pene, viva contenta. Intanto fatemi gratia di creder all’amor mio per non levarmi la speranza del vostro, e siate certo, che non vanno al Mar tante acque quanti martiri per voi patisco. Vi prego dunque per quella fiamma, che gli occhi vostri m’accesero al cuore, e per l’immortale, e bel desiderio, c’hò di servirvi, che non vogliate sostenere, che i dolenti, e languidi occhi miei versino più amara pioggia di pianto; nè m’accusate vi prego di licentioso ardire, se vi mando questa lettera, perche Amore, e bellezza vostra m’hanno à scrivervi indotta, e non potendo com’io desidero baciarvi le bellissime mani, bacio mille volte questa carta, che in quelle pervenir dee. Non vi sia discaro di conservar in gratia vostra colei, che venne al Mondo sol per amarvi, e per servirvi. Volendo favorirmi di risposta. Chi presenta questa è à proposito per portarmela, & è fedele, vi conceda il Cielo perpetua felicità.