Leggenda eterna/Leggenda eterna/Sotto le stelle
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SOTTO LE STELLE.
Dormono i campi, non s’ode una voce.
Solo un passo, che male
discerno ove sia vòlto,
un passo lieve, ritmico, veloce,
io nel silenzio della notte ascolto.
Va, va, va, quel notturno pellegrino,
e benchè mai non resti,
e benchè sempre a un modo
segua rapido e uguale il suo cammino,
io nella notte lontanar non l’odo.
Va, va, va, come mi passasse accosto
sempre, sempre, e fuggisse
sempre un persecutore;
va, va, il fantasma nell’ombre nascosto
che cammina col ritmo del mio cuore.
Io sento io sento che una qualche stilla
di vita, egli, passando,
mi beve; ai miei pensieri
ruba un sogno, al mio sguardo una scintilla,
lorda di polve i miei capelli neri.
Io sento ch’egli porta a dei lontani
cuori l’oblìo dei voti
che travolse il destino,
l’oblìo dei cari dì senza domani,
l’oblìo di me che a ricordar m’ostino.