Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LXIII

Sonetto LXII Sonetto LXIV

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SONETTO LXIII.


O
Cchi, piangete; accompagnate il core,

     Che di vostro fallir morte sostene.
     Così sempre facciamo; e ne convene
     4Lamentar più l’altrui, che ’l nostro errore.
Già prima ebbe per voi l’entrata Amore,
     Là onde ancor, come in suo albergo, vene.
     Noi gli aprimmo la via per quella spene
     8Che mosse dentro da colui che more.
Non son, com’a voi par, le ragion pari:
     Che pur voi foste nella prima vista
     11Del vostro, e del suo mal cotanto avari.
Or questo è quel che più ch’altro n’attrista;
     Ch’e perfetti giudicj son sì rari,
     14E d’altrui colpa altrui biasmo s’acquista.