Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869/Come si può fondare una Biblioteca popolare in un Comune

Come si può fondare una Biblioteca popolare in un Comune

../Come si può fondare una Biblioteca popolare in una Società di Mutuo Soccorso ../Biblioteche popolari in Italia IncludiIntestazione 9 gennaio 2018 75% Da definire

Come si può fondare una Biblioteca popolare in un Comune
Come si può fondare una Biblioteca popolare in una Società di Mutuo Soccorso Biblioteche popolari in Italia
[p. 20 modifica]

Come si può fondare una Biblioteca popolare

in un Comune.

Non v’è comune, fatte poche eccezioni, così disgraziato da non avere nel suo seno alcune persone agiate ed istruite. Queste promuovano fra loro una colletta di danaro e di libri; il sindaco faccia stanziare dal Consiglio comunale un piccolo fondo annuo. Il locale si trova facilmente nella casa comunale, o nella scuola, o presso un privato qualunque, e un armadio qualsiasi può bastare al collocamento dei libri. Bibliotecario potrà essere il maestro di scuola, o la persona scelta dal Consiglio o dalla Commissione incaricata della Biblioteca. I libri si potranno leggere anco nel luogo; ma è preferibile il prestito, che permette all’operaio ed al contadino di leggere nelle ore di ozio, di rileggere e di pensare sulle cose dette, di ritirarsi nella sua casetta e fare una lettura in comune. Sarà forse [p. 21 modifica] difficile nei primi tempi e nei comuni rurali che i lettori si presentino da soli; in questi casi i benemeriti promotori della Biblioteca si adoprino essi stessi a ricercar lettori e prestare i libri.

Ogni comune si regolerà secondo le condizioni d’agiatezza e coltura de’ suoi abitanti nello stabilire il prestito gratuito, o verso un piccolissimo compenso. È desiderabile che si avvezzi chi legge a comperarsi questo piacere, perchè così lo apprezzerà anche di più; ma ciò non deve compromettere l’esistenza e la popolarità delle Biblioteche.

Il Bibliotecario ha tre registri (per i quali bastano semplici scartafacci scritti a mano), cioè:

1. Un catalogo portante l’indicazione dei libri, il loro numero d’ordine, il giorno in cui sono entrati, e la loro provenienza (se donati, dicendo da chi; se comperati, a qual prezzo e per qual mezzo).

2. Un registro dei prestiti portante i nomi di quelli che si fanno prestare i libri, il titolo e il numero d’ordine dei libri prestati, il giorno in cui sono prestati e quello in cui sono restituiti.

3. Un libretto di cassa, dove sono da notarsi esattamente tutte le entrate e le spese, facendo la somma ad ogni pagina.

Un’altra piccola spesa urgente è quella di un sigillo, per apporlo alla prima ed all’ultima pagina d’ogni libro, e a metà del volume. Accanto al marchio della prima pagina si metterà la somma che ha costato il libro, compresa la legatura, per prevenire qualunque disputa per [p. 22 modifica] il compenso, nel caso che il libro andasse perduto.

Più comuni, specialmente limitrofi, si possono riunire, come suol dirsi, in consorzio, e fondare insieme una Biblioteca popolare, che diventerà così anco ambulante da comune a comune, precisamente come si suol fare già da qualche anno in Iscozia.