Le Nuvole (Aristofane-Romagnoli)/Contrasto

Contrasto

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CONTRASTO

discorso giusto

Sebbene audace sei tanto, fuori,
vieni al cospetto degli uditori!

discorso ingiusto

Tu scegli il luogo! Più facilmente
ti schiaccio, dove c’è molta gente!

discorso giusto

Tu vuoi schiacciarmi? Chi sei?

discorso ingiusto

Chi sono?
Sono il Discorso!

discorso giusto

Da meno!

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discorso ingiusto

Buono
per sopraffare te, che ti vanti
da più!

discorso giusto

Si, come?

discorso ingiusto

Trovando tanti
concetti nuovi!

discorso giusto

Roba di moda
per questa gente frivola!

discorso ingiusto

Soda!

discorso giusto

Ti concio male!

discorso ingiusto

Come?

discorso giusto

Parlando
il giusto!

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discorso ingiusto

E all’aria non te lo mando,
dicendo proprio l’opposto a te?
Già, la giustizia, dico, non c’è!

discorso giusto

Che non c’è, dici?

discorso ingiusto

Tu, che c’è? Dove?

discorso giusto

Fra i Numi!

discorso ingiusto

Bella giustizia! Giove
che lega il padre, non va in rovina!

discorso giusto

Ah! questo guaio come cammina!
Fatemi recere!

discorso ingiusto

Babbione, ammassasciocchezze!

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discorso giusto

Faccia franca, bardassa!

discorso ingiusto

Rose, mi dici!

discorso giusto

Sei leccapiatti!

discorso ingiusto

M’ingigli il crine!

discorso giusto

Tuo padre batti!

discorso ingiusto

Non te n avvedi? M’aspergi d’oro!

discorso giusto

Piombo, era, un tempo!

discorso ingiusto

Me or decoro

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discorso giusto

Gran temerario!

discorso ingiusto

Vecchio citrullo!

discorso giusto

Andare a scuola nessun fanciullo
vuol, per tua colpa! Ma un giorno, Atene
lo vedrà, come li avvezzi bene
questi sventati!

discorso ingiusto

Sei turpe e sozzo!

discorso giusto

Tu sciali, adesso! Cercavi il tozzo,
pure, una volta; dicevi eh eri
Telefo Misio! Ma c’era macca
sol di pareri
di Pandelèto, nella tua sacca!

discorso ingiusto

Ah! Dotti simili..

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discorso giusto

Simili pazzi!

discorso ingiusto

Di chi favelli?

discorso giusto

L’ ho con Atene,
che ti mantiene
pel vituperio dei suoi ragazzi!

discorso ingiusto

afferrando per un braccio Tirchippide.
Tanto non l’educhi, questo, calla!

discorso giusto

afferrandolo per l’altro braccio.
Si, se volete che salvo ei sia,
né sol di chiacchiere prenda lezioni!

discorso ingiusto

a Tirchippide.
Vieni qui, lascialo coi suoi farnetichi!

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coro

Bando alle ingiurie, non pili si letichi!
Al Discorso giusto.
Tu prima esponi
come istruivi la gente un di,
e tu le nuove dottrine tue;
si che ambedue
v’oda, e poi libero scelga la scuola!

discorso ingiusto

Sono qui pronto!

discorso giusto

Son pronto qui!

coro

Chi primo prendere vuol la parola?

discorso ingiusto

Gli cedo il passo!
Quando avrà detto, poi, lo tartasso
io, saettandolo con paroline
nuove, concetti nuovi; e alla fine,
se il labbro chiuso
non tien, pungendogli le ciglia e il muso,
come uno sciame di calabroni,
lo finiranno le mie ragioni!

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coro

Fidenti or questi due nella scaltrissima
parola, nel pensier, nel raziocinio
plasmator di sentenze, s’apparecchiano
a mostrar chi dei due più valga a chiacchiere.
Qui si vien di saggezza al paragone,
qui s’appresta agli amici il sommo agone!

corifeo

rivolgendosi al Discorso giusto.
Oh tu che ghirlandasti di tua virtude i miei
maggiori, la tua causa difendi, e di’ qual sei!

discorso giusto

L’educazione dunque sporrò, com’era in prima,
quando io, parlando il giusto, fiorivo, e godea stima
la verecondia. E intanto, neppur mezza parola
fiatava alcun ragazzo. Dal citarista, a scuola,
poi marciavano in fila, composti, per tribù,
ignudi, pure quando la neve cadea giù
come farina dallo staccio. Apprendeano poscia,
senza poggiar, sedendo, l’una su l’altra coscia,
qualche canzone: o « Palla, terribil di città
distruggitrice » o « Un grido che lunge in aèr va ».
Sacre dell’arte armonica eran le avite leggi;
e chi buffoneggiasse, chi uscisse in quei gorgheggi
che piaccion tanto a quelli d’oggidi, della scuola
di Frini, fatti apposta per torturar la gola,

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buscava busse, quale corruttor delle Muse.
E in palestra dovevano sedere a gambe chiuse,
per non mostrar sconcezze a chi passava; e appena
sorti in piedi, badare a stropicciar la rena,
che non ci rimanesse per qualche buon amico
del sesso lor l’impronta. Né sotto l’ombelico
s’ungevano i ragazzi: sicché le lor vergogne
di morbida pelurie fiorian, come cotogne.
Né con voce melliflua si facevano innanzi,
occhieggiando, ruffiani di sé stessi, ai lor ganzi!
L’usanza d’arraffare, a una mensa ove siedano
uomini fatti, i cimoli del rafano, del sedano,
del finocchio, non c’era: né d ingozzare tordi,
pesci, e incrociare i piedi!

discorso ingiusto

Anticaglie! Ricordi
di quando ancora usavano Dipòlidi, cicale,
Cecèdo e le Bufonie!

discorso giusto

scattando con fuoco.
Pure, allevai con tale
disciplina la gente che vinse a Maratona!
Tu insegni a quelli d’ora a serrar la persona
nei mantelli: e ci scoppio, alla Panatenèa,
quando, senza pur darsi pensiero della Dea,
tengono, nella danza, lo scudo ciondoloni!
ArUlofane - Commidie, 11-7.

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a Tirchippide.
Quindi, fa’ cuore, eleggi, bimbo, le mie lezioni,
e apprendi ad evitare la piazza, a girar poco
per le terme, a sfuggire brutture, a pigliar fuoco
se ti beffano, a cedere ai più vecchi il tuo seggio,
a non dar noie al babbo, né fare altro di peggio
che del Pudor l’immagine possa insozzare in te.
E non correre dietro ballerine, sicché,
mentre così t’imbamboli dietro a una gonnella,
con lo scagliarti un pomo, la brava puttanella
macchi il tuo nome. E quando parla il babbo, sta cheto,
l’età non rinfacciargli, non chiamarlo Giapeto:
pensa ch’ei t’ ha tirato su come un uccellino!

discorso ingiusto

Se tu dài retta a questo, somiglierai, bambino,
ai figliuoli d’ Ippòcrate, e ti dirà la gente
bietolone di mamma!

discorso giusto

Ma vegeto e fiorente
andrai per le palestre, non cicalando in piazza
cavilli scemi, come fa questa nuova razza,
non invischiato in qualche barbina discussione!
Ma lungi da ogni briga, nella nuova stagione,
sottessi i sacri ulivi dell’Accademia, a fianco
andrai d’un savio amico, cinto di giunco bianco,
mentre bisbiglia il platano con l’olmo, e olezzi effonde
lo smilace, ed il pioppo dalle tremule fronde.

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Stretta
Se vuoi condurti a codesta maniera,
ed i principi seguir che t’ ho detto,
avrai largo il petto,
corta la lingua, polputa la natica,
minuto il pipi. Se invece la pratica
di quelli d’ora seguire ti piace,
per prima cosa le gote avrai gialle,
strette le spalle — sottile il torace,
lunga la lingua, marchiano lo scroto,
scarna la chiappa, lunghissimo... il voto!
Ei ti convincerà che bello è il laido,
laido il bello;
e la sozza d’Antimaco
mania t’appiccherà di soprassello!

coro

con slancio di ammirazione.
Antistrofe
Che dolce fior di senno, oh tu che a vertici
sommi saggezza ergevi, dal labbro aliti!
Beati quei che ai tempi andati vissero!
Al Discorso ingiusto.
E tu, signor d’ogni più fino eloquio,
ora novelle idee convien ch’esprima:
ché tutta ha il tuo rivai la nostra stima!

corifeo

Sia ben grande l’acume tuo, se quest’uom tu vuoi
sconfiggere, e non fare rider dei fatti tuoi.

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discorso ingiusto

Soffoco già da un pezzo, per la smania
di sbaragliar con opposti argomenti
le ciance di costui: che appunto dissero
me discorso da meno i sapienti,
perché primo io di dir tutto il contrario
al diritto e alle leggi ebbi la gloria:
né c è somma che valga il saper scegliere
cause spallate, e riportar vittoria!
A Tirchippide.
Il suo sistema, ve’ come lo pizzico.
Ei vuol che tu non faccia il bagno caldo!
Al Discorso giusto.
Per che ragione il bagno caldo biasimi?

discorso giusto

Perché stempera, e l’uom rende men saldo!

discorso ingiusto

Sta: t ho ghermito a mezzo, e non mi scivoli
Qual tra i figli di Zeus giudichi primo
per gloriose gesta e virtù d’animo?

discorso giusto

Che altro uomo superi Ercole, non stimo!

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discorso ingiusto

E dove hai visti Bagni freddi d’ Ercole? ’
E si, quello era sodo!

discorso giusto

Ecco, ecco li
che cosa vuota le palestre, e i giovani
spinge a cianciar nei bagni tutto il di!

discorso ingiusto

Lo stare in piazza poi biasmi; io l’elogio.
Se fosse trista cosa, oh come poi
ci avrebbe Omero figurato Nestore
in piazza insiem con tutti gli altri eroi?
Ora vengo alla lingua. Ei vieta ai giovani
d’esercitarsi in essa: io ve li sprono.
Poi li vuol continenti: altro gran canchero!
Dimmi, a chi fruttò mai nulla di buono
la continenza? Lo conosci? Dimmelo,
e pigliami in castagna!

discorso giusto

Eh, te ne posso
dir molti! Ci buscò la spada, Pèleo!

discorso ingiusto

Pover omo! Ci fece un fianco grosso!
Buscò una spada! 11 lucernaio Iperbolo

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fior di quattrini fe’ con l’arti sozze,
altro clje spada!

discorso giusto

E poi, la verecondia
valse a Pelèo di Tètide le nozze!

discorso ingiusto

Che poi scappò, lo piantò, perché pratico
d’amor non era, né fra i lini prode
a vegliar tutta notte; eppur la femmina,
quando più tu la sbatti, e più ci gode!
Ma già, tu se’ una rozza! — Or vedi, giovane,
continenza che frutta, e che piaceri
ti contende: ragazzi, risa, femmine,
manicaretti, còttabo, bicchieri.
Ma senza questi svaghi, a che prò’ vivere?
Basta: veniamo a ciò cui ti fa invito
natura istessa. Hai fatto uno sproposito,
presa una cotta, e messo ad un marito
un briciolo di corna. Se ti colgono,
sei fritto! Non sai dir mezza parola!
Ma se pratichi me, tutto t’ è lecito
ciò che vuoi: salta, ridi a piena gola,
e fa’ d’ogni erba fascio. Ti ci acchiappano?
Dirai che nulla hai tu fatto di male.

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Giove anche lui, per l’amore e le femmine
perde’ la testa — dici —; ed io mortale,
come ho da stare in gamba più dei Superi?

discorso giusto

Ma se gli ficcan, per dar retta a te,
quel rafano, e lo pelan con la cenere,
proverà poi che rottincul non è?

discorso ingiusto

Ebben, se rotto ha il culo, in che ci scapita?

discorso giusto

E che malanno c’è, peggior di questo?

discorso ingiusto

Be’ che dirai, se pure in ciò ti confuto?

discorso giusto

Tacerò: che direi?

discorso ingiusto

Rispondi presto.
Chi sono i tragediografi?

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discorso giusto

> Culirotti! L’ammetto.

discorso ingiusto

E gli oratori pubblici?

discorso giusto

Culirotti!

discorso ingiusto

L’ hai detto. —
Chi sono i capipopolo?

discorso giusto

Culirotti!

discorso ingiusto

Concedi
che tu parlavi a vanvera!
Volgiti adesso al pubblico.
Di chi c’è più abbondanza?
Guarda!

discorso giusto

Guardo!

discorso ingiusto

E che vedi?

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discorso giusto

Santi Numi! CinediCinedi a maggioranza!
Questo conosco... e quello...
e li, quel zazzeruto...

discorso ingiusto

Che ti par?

discorso giusto

Son battuto!
Gitta il suo mantello fra gli spettatori.
Prendete il mio mantello,
gente di culo aperto,
che io tra voi diserto!
Si lancia e si perde fra gli spettatori. In questa esce Socrate.

socrate

a Lesina
E cosi? Prendi e meni via tuo figlio,
o vuoi che nel parlare io l’ammaestri?

lesina

Ammaestralo, picchialo, ricordati
di temprarmelo in modo che una guancia
sia capace a trattare i processeti,
e quell’altra gli affari d’ importanza.

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socrate

Va’ franco! Un fiore di sofista, avrai!

tirchippide

E allampanato, certo, e disgraziato!

corifeo

Ma entrate dentro, ornai!
Socrate, Lesina e Tirchippide si avviano; il corifeo guarda Lesina.
Diman te ne avvedrai!

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corifeo

Vi direm che bazza ai giudici toccherà, se al nostro Coro
si compiaccion, com’è giusto, accordar 1 appoggio loro.
Punto primo, se vorrete dissodare i campi, a voi
pria che a ogni altro noi la pioggia manderemo; e agli altri, poi.
Delle viti, d’ogni vostra piantagione avrem poi cura,
affinché non le distruggano troppa piova, troppa arsura.
Se all’opposto alcun mortale noi, divine, non rispetta,
vuol sapere che servizio gli faremo? Dia qui retta!
Già né uva più raccogliere mai potrà, né altri frutti
dal podere: ché ogni vite, ogni ulivo, come butti,
stroncheremo: certe frombole possediamo bene acconce!
Quando impasta dei mattoni, manderemo acqua a bigonce;
sotto scariche di grandine le sue tegole andran rotte;
e se sposa, egli, un parente, un amico, tutta notte
pioverem: si che piuttosto ei vorrebbe in pieno Egitto
ritrovarsi, anziché avere calpestato il buon diritto!