La polizia di Londra con note ed osservazioni sulla polizia italiana/Dedica

Dedica

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La polizia di Londra con note ed osservazioni sulla polizia italiana Due parole sulla sicurezza pubblica in Italia
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DEDICA



Appassionatissimo per lo studio di quanto alla pubblica sicurezza ha tratto, tengo esatto conto di tutto ciò che su tal materia vado leggendo.

E nello scorrere i giornali avendovi, alcuni mesi or sono, trovata da quasi tutti, non esclusa la stessa Gazzetta Ufficiale del Regno, riportata una delle più belle descrizioni che mi abbia letto, della tanto celebrata Polizia inglese, mi venne il pensiero, in ispecie per l’importanza somma delle saggie filosofiche riflessioni che vi ha fatto l’autore, di costituirne l’oggetto d’apposito Opuscolo, perchè così torni più facil cosa l’averla sott’occhio e valersene all’uopo.

Siccome poi è vecchia consuetudine dei pubblicisti di dedicare i proprii libri, chi a persone alto locate, per acquistarne grazia, protezione e favori; e chi, più generoso, alla memoria di qualche caro parente estinto, od a qualche amico del cuore, a me per contro venne in mente d’approfittare di quest’Opuscoletto per fare una dedica fuori affatto dell’usanza comune, offrendolo piuttosto come un Ricordo agli eminenti Uomini di Stato che, due anni ormai [p. 6 modifica]ben sono, spontanei s’erano assunto il grave e difficile incarico di proporre radicali riforme nell’amministrazione generale dello Stato, per l’applicazione del più ampio Discentramento, senza che per altro al presente più se ne senta a parlare; e ciò malgrado dell’insolito assordante rumore che produsse siffatto programma appena fu fatto di pubblica ragione.

Qui forse taluno osservarmi potrebbe cosa abbia a che fare l’oggetto di quest’opuscoletto col Discentramento amministrativo; ed io ho pronta la risposta richiamandogli alla mente come nel suindicato programma vi fosse pur anche compresa la Polizia, ossia la pubblica sicurezza, che, con ben strana idea, da taluni dei prelodati personaggi si vorrebbe affidata ai Procuratori del Re.

E posto che accennai qui sopra all’inopportuno silenzio che già s’osserva sulla grande questione del Discentramento, che pur urge, pel ben del Paese, sia presto trattata e risolta, mi sovvengo di quanto l’anno scorso ho detto, in un mio Libro, sul nostro carattere un po’ alla francese, coll’accogliere oggi con frenesia di gioia, e con gran ru[p. 7 modifica]more, ciò che quasi all’indomani già annoia od è per lo meno l’oggetto d’indifferenza.

Così si spiega, secondo il mio opinare, la ragion del silenzio che già si deplora su detta importante questione, non che la scandalosa apatia che in generale s’osserva persino nell’esercizio sia dei diritti, che dei doveri dalla libertà provenienti, benchè siano stati vivamente, per molti anni, vagheggiati ed allorquando il solo parlarne era un delitto.

Facciamo quindi voti ardenti perchè la Provvidenza, che così visibilmente protegge la nostra cara Italia, le faccia altresì il favore di sanarla del letargico malanno che ancor l’affligge, quale si è l’apatia, che, per la fulgida luce della Libertà, apparisce una gran vergogna.