La piazza universale di tutte le professioni del mondo/Lettera scritta al sopradetto M. Abramo Colorni

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VI Tavola de gli Auttori citati nella presente opera
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LETTERA SCRITTA
AL SOPRADETTO
M. ABRAMO
Con occasione del Sonetto, et d'alcune Annota-
tioni antecedenti nella Piazza.


MOLTO MAGNIFICO SIGNOR MIO S.
I
O ho voluto quasi à viva forza trovar qualche inventione d'illustrar questa mia Piazza, con la dignità, et splendore del vostro nome celebre hor mai per tutte le parti d'Italia; et quel che la vostra singolar modestia mi ha più volte negato, la mia affettione verso di voi causata da una infinità di meriti vostri se l'hà presonto, con l'occasione d'alcune mie Annotationi inserte nuovamente dentro all'opra, et un sonetto in particolare, che m'è scampato fuori dalla penna all'improviso, non potendo trattenersi più nelle secrete viscere quello affetto, che impetuosamente minacciava ognora di sboccar fuori, malgrado della vergogna, et honesto pudore della buonissima natura vostra. Si che M. Abramo carissimo bisogna, che sopportiate questo eccesso, non essendo stato in mia libertà di ritenere in carcere chiuso quel desiderio ardente; che voleva per ogni modo mostrarmi tutto vostro, et scoprir la mia intentione nell'inserire i nostri pregi in questa Piazza più sitibonda d'havervi per Auttore de' suoi fregi, che gioconda per i fondamenti gettati dal suo Architetto. Io vi confesso però (sapendo che anco il pensier vostro vi dettarà il medesimo) che tutto questo affetto procede da un urgente pensiero interno sopra la salute dell'anima vostra, il cui pericolo mi preme infinitamente, per vedervi nato Hebreo, et per mia fè troppo internato nel sinistro proposito di durare inimico della vera Religione de' Christiani. Mi piace sommamente (poiche il desio che ho havuto di guadagnarmi il vostro amore per la moralità de' vostri costumi, et della vostra egregia disciplina desiderabile al mondo, s'è finalmente con mia sodisfattione immensa effettuato) che voi habbiate occasione di conoscermi per [p. 20 modifica]per sviscerato del vostro nome; ma mille volte più rimarrei sodisfatto, se voi dal vivo affetto Christiano rapito, facesti quella santa uniona alla fè nostra, che merita la Redentione di quel Signore, che spiccato dalle viscere Hebree, per voi sue viscere particolari svisceratamente morse. Deh che vi giova, Caro M. Abramo, l'esser voi nobile, per quanto comporta la misera conditione della vostra gente: nato di patria Illustre, si come è la Città di Mantoa progenitrice d'huomini segnalati al mondo; disciplinato per la nativa cura de' parenti al par d'ogn'altro soggetto politico, et civile; commodo quanto a i beni di fortuna, che parte dal padre lasciati, e parte dalle vostre virtù felicemente guadagnato havete, ricco d'ingegno, copioso di giudicio, abondante di prudenza, nobilitato di costumi, adorno di gentilissime maniere, amato più dà Christiani, che non merita l'odioso nome della vostra natione, se con tutto questo fra si dispersa gente, l'anima vostra errante, et vagabonda, smarrita la via della salute, come in cieco laberinto aggirandosi, è per restare in perpetue tenebre eternamente sepolta? Voi fate espresso torto à quella ciera honorata c'havete, la qual non ha similitudine alcuna d'Hebreo, à rifiutar la nobilissima legge de' Christiani, e voler più presto tra vilissimi vassalli perseverare indegno servitore, che tra Signori, et Cavalieri Christiani apparere un Prencipe, come saresti fra noi tenuto, et ricevuto. Ma, se pur tanto vi piace lo stato humile, et basso, che dispregiate la grandezza, et pompa signorile della Christiana corte, et godiate del nome di servitore, et garzone, io v'offerisco un presagio dinanzi, che, amando questo nome, io spero che la divina gratia debba operare un giorno, che voi lo possediate convenevolmente, trovandovi regenerato in Christo Signor nostro, per opera del Garzoni. Ma, quando sia quel giorno, che la Chiesa nostra trionfi di questo suo terribile avversario, et che i sacrosanti altari Christiani sparsi di gigli, et amaranti, ridano di dolcezza, vedendo offerto il superbo Alludesi alla disciplina, che per opra del padre imparò da giovenetto.Leone qual vittima mansueta al pio pavacro di Christo? Non vi giovarà (credete a me M. Abramo Carissimo) l'haver di giovenetto imparato perfettamente l'arte dello schermire, et sotto diligenti maestri appreso i punti da ripararvi, et offender (come più volte honoratamente vi è successo) gl'inimici vostri, che contra la croce di quel grande Hebreo, che morendo divise il velo del tempio, sprezzò le pietre, aperse i sepolchri, ecclisso i lumi del cielo, ottenbero la luce, e illuminò la notte, non potete havere commodo riparo ne schermo, che al fin bisognarà, che tutto placido, et benigno, deposta la ferocia di quel crudo sangue Hebraico, v'appresentiate ai piedi suoi, chiedendo pace, dimandando venia, et supplichevolmente dicendo: Miserere mei Domine fili David. Habbiamo visto altri Leoni ferocissimi, che ruggivano per la foresta, altre Tigri, et Panthere piene d'insolita fierezza, finalmente domarsi, et venir con piacevol lingua [p. 21 modifica]a lambir le guancie di questa immacolata sposa di Christo; però ci confidiamo Alludesi a quel quel secreto mirabile, ch'ha, di liberarsi in un tratto da ogni prigione, benché fortissima, senza instromenti visibili, et per via diretta, et da huomo da bene, come nella sua vita apparirà più diffusamente.che il nostro M. Abramo, porgendo gli elsi, et vedendo lo stocco un giorno, diventarà prigione di Christo, et allhora si vedrà quanti più forte sia la carcere del Signor del Cielo, che quelle de' Signori terreni, dalle quali con tanta facilità, rompendo i ferri, spezzando le porte, disserrando i gangheri, sbucando i parieti, et portando via cathene, et ceppi, vi liberate a vostro piacere, che qua starete chiuso in sempiterno, ne il custode si partirà da voi, ne potrete con terrena inventione scampar da' suoi ceppi amorosi, da' quali stretto, et compresso viverete eternamente in grembo d'amore. Questo vi farà bene, M. Abramo Carissimo, altro acquisto, che quello di tanti Prencipi Christiani, che servito havete con tanta vostra riputatione, perché nella corte di Christo Signor nostro chi serve con una mano è servito con due, et la mercede è ampia, la gratitudine nobile, i premij ricchissimi, i doni splendidissimi, la renumeratione estrema per l'infinita liberalità di questo cortesissimo Signore. Ecco che voi havete servito molti Principi, et hora servite l'Altezza di Ferrara, da' quali tutti io sò, che vi chiamate delle vostre fatiche, et della vostra servitù copiosamente remunerato, ma all'ultimo se questi Prencipi Christiani, gli quali fan professione d'esser vassalli, et servitori del Signore, ch'io vi propongo, si son portati verso di voi tanto honoratamente, che mai la lingua vostra è stanca di celebrar l'immensa cortesia de' petti loro, quanto più largamente, et con che affluenza maggiore credete dover piovere in voi le gratie di colui, ch'è supremo Monarca di tutte le gratie, et cortesie? Deh non ponete tanto indugio alla pia vocatione del Signore, che con voce gagliarda vi chiama sotto il sacrosanto vessillo della sua croce, ma con l'affetto al suo desio conforme, correte nell'amate braccia, affidatevi nel pietoso seno di quello, assicuratevi nelle mani d'uno del nostro sangue, nostro domestico nostro amico, nostro fratello, e padre nostro, che di paterno amore acceso, soavemente intuona all'orecchie vostre. Non sum missus nisi ad oves, quae perierunt domus Israel. E quando si farà questo passaggio del mar rosso alla terra fluente di latte, et mele? quando si lasciarà questa farina d'Egitto, per il pane gustabile di quello, che grida? Ego sum panis vivus, qui de caelo descendit, quando s'ucciderà l'Amorreo, e il Cananeo, Toccansi alcuni particolari delle Mecaniche, delle quali esso mirabilmente si trova instrutto. Ma ogni cosa si vedrà più diffusamente nella sua vita. che tengono occupata la terra dell'anima vostra, et in misera servitù infelicemente depressa? Deh Caro M. abramo, voi che illustrato delle Mecaniche scienze, fabricate ponti da espugnare all'improviso qual si voglia alta fossa di muraglia; barchette che ridotte in picciolo fascio, producono somiglianti effetti a questo, et altri assai maravigliosi, scale ingegnevoli da salire in un tratto con alta secretezza fin su la torre di Babele; trinciere incognite, che con sommo stupore, salvano all'improviso gli esserciti intieri de' soldati; perché con quel gusto, ed diletto, c'hà un Pittore in [p. 22 modifica]invidiar la mano d'un altro più raro pittore; d'un Architetto, in imitar l'eccellenza d'un altro più famoso Architetto, non vi sforzate d'accostarvi a quel mirabile Ingegnero, et Mecanico stupendo, che hà fabricato un ponte unico al mondo, il quale stando in terra espugna il Cielo? onde da Paulo Apostolo nato dal seme de gli Hebrei vien chiamato Pontifex, quasi faciens pontem, futurorum bonorum, a quello che hà fabricato questa navicella di Santa Chiesa d'un picciol legno inerosato, per cui solcando il tempestoso pelago di questo mondo inimico, s'arriva con vittoria à lidi felici della patria celeste? à quello che hà fabricato l'altissima scala di Giacob, cioè la croce, che fissa in terra, coi suoi trionfi gloriosi supera l'altezza dell'Olimpo? a quello che di se stesso hà fabricato una eterna trinciera contra gl'inimici dell'inferno, onde da' nostri Profeti è chiamato Murus, et antemurale, con trafiati nerissimi, et proprissimi affatto? sapete quando sarete il Fabro ingegnoso della inventione di nuone maniere d'arme segnalato? quando entrarete nella fucina di quel Fabro, di cui dissero i nostri Hebrei: Nonne hic est filius fabri? Alludesi agli Arcobusi mirabili di sua inventione, che da una canna sola sparano quattro, e cinque arcobusate à un tratto. il qual Fabro ha fabricato innanzi a noi Arcobusi, che da una canna sola sparano quattro, ò cinque arcobusate a un tratto; perché dalla canna pertugiata del suo corpo santissimo getta da cinque parti arcobugiate sanguinose, che dolcemente feriscono l'anime sante del suo pretioso amore accese, et infiammate. Alludesi all'eccellenza de gli Horologi, de' quali fa mentione nelle Annotationi, et nella sua vita.Sapete quando sarete compito Maestro d'Horologi? quando conoscerete l'hora della vostra vocatione; il punto della vostra salvatione i minuti della vostra breve vita; et il momento che trapassa della vanità di questo mondo. Io vi concedo, M. Abramo Cariss. che voi siate perfetto in molte cose pertinenti alla notitia humana; come nella cognitione d'Anticaglie, delle quali è ripieno compitamente in Ferrara lo studio vostro sì raro, et pregiato, et d'infinite altre gentilezze insieme; Tuccansi tutti i suoi studij particolari.nella honorata scienza delle Mecaniche, alle quali sin da pueritia sete stato sempre particolarmente inclinato, et per il gusto c'havete in tali discipline, andate ogni giorno innovando qualche util capriccio, come facendo artificiosi modelli per alzar acque; sollevando gravi et incredibili pesi, facilitando moti di molini, et mill'altre cose tali; et cercando sempre che siano con buona ragione et fondamento di proportione, et di peso, et misura. E vi concedo parimente, che siate nelle inventioni di cose di guerra, come di balle d'artellaria, di polvere, di mine, di pignatte di fuoco artificiate, oltra modo eccellente, come quello che di sua testa ha inventato intorno a queste materie cose, ch'eccedono di gran lunga l'inventioni d'altri. Et di più vi concedo, che nella Fabrile siate Unico al mondo come ne fanno ampia fede i cortelli damaschini col marizzo perfettissimo di vostra inventione; le chiavi, et serrature, che ne anco Vulcano sapprebbe trovarvi il sesto; le balestre dell'uso commune differenti affatto; le pistolette, et Arcobusi, che hanno del singolare in ogni cosa; l'armature, che paiono [p. 23 modifica]temprate da Sterope, et da Bronte; e' pugnali, che con nuove metamorfosi Nelle Annotationi et nella vita tutte queste cose sono esplicate megliodiventano hor spada, hor stiletto, et hor balestra; i torchi che hora fan l'ufficio di lumiere, et hora d'arcobuso, et hora di spiedo, i bordoni che a similitudine d'incanto, hor diventano haste da guerra, hora spade fortissime, et hora né luoghi stretti stiletti perfettissimi; et finalmente vi concedo che dove interviene lima; et matello, siate da più che gli antichi Ciclopi, aggiongendo a queste preminenze quella eccellenza che havete in saldare, fondere, gettare, intagliare, temprare, lavorar di stucco e di colle formar modelli, et far quanto può fare perfetta mano in queste opre di studio, et diligenza avantaggiose più di tutte l'altre. Et chi non sa, che nelle Mathematiche Discipline vi Lasciate adietro tanti emuli vostri dell'età passata, et della presente, havendo col vostro alto giudicio ritrovato instromenti da misrurare con la vista più facili, più chiari, più giovevoli, et più dlla communità longinqui, che alcun'altre, come nel dottissimo libro della vostra Euthimetria, quasi in lucido specchio discoprite al mondo? Et quanto sia la scienza vostra apparirà in quel libro; et nelle profondissime Davole Mathematiche da voi composte; et cosi quel volume che haveste fatto delle oppositioni contra le superstitioni della Fisionomia, et Chiromantia; i quali libri faranno eternamente fiorire la gloria vostra, renderanno illustre di nome d'Abramo Colorni Mantoano per infiniti secoli et etadi. Ma che cosa son questi preghi, queste lodi, questi honori, queste grandezze, M. Abramo mio caro (se ben nel mondo splendono cotanto) à par di quella gloria che s'acquista dalla cognitione del suo Signore, et dalla notitia della sua salute, la quale sola manca alla perfettione de' nostri fregi, mentre sete Hebreo; et che non conoscete la vera luce, che illumina co' suoi raggi splendenti tutto l'universo? Potete andare altiero sì d'esser l'unico al mondo secretario de natura, et Mastro di secreti pellegrini, et rari, come quello che possede la Natural Magia compitamente, et supera gli Apollodori, i Bacchoni, i Scoti, i Throni, i Cotta, i Daumasi, et altri cosi anitichi, come moderni Magi, mentre fate apparer, che volino via gli animali dipinti; mentre trasmutate con apparenza mirabile collane d'oro in vive serpi; mentre fate apparere all'improviso, che un'ovo verbigratia sia un carbone, come è parso più mesi sono à gli occhi miei; mentre le cose imaginate, benche sian varie, et lontanissime dal giudicio commune, fatte nell'altrui borse ritrovarsi a un tratto; e mentre per maraviglia, et stupore fate inarcar le ciglia a qualunque vede le infinite prove, che voi con tanta efficacia v'offerite mostrar, che non da Magia demoniaca, ma da qualle pura naturale derivino ognora. Ma che cosa son queste altere maraviglie rispetto a quelle che faresti essendo Christiano? perché Si habueritis tantam fidem sicut granum sinapis, dixerit monti hanc, transi hinc et illud, et transibit, et nihil impossibile vobis erit. Hor finiamola qua M. [p. 24 modifica]Abramo carissimo che bisogna à voler esser perfetto in ogni cosa, come so che voi bramate, et bramando, con somma industria cercate ognora unirvi al circolo di tutte le perfettioni, ch'è Christo, del quale è scritto. Ego sum Alpha, et Omega Principium, et finis; chiudendosi in lui come in circolo vero tutte le linee de meriti della Vita dell'huomo, et gloriarsi col vostro Paulo, della sola santificatione della Croce, dicendo: Absit mihi gloriari, nisi in cruce Domini nostri Iesu Christi, riputando con esso ogn'altra cosa come sterco indegno, et vile, et dicendo co l'istesso: Omnia arbitratus sum ut stercora, ut Christus lucri faciam; bisogna dico immortalarsi per mezzo della cognitione di colui, ch'è vita immortale, et eterna di ciascuno che crede in lui, dal quale (ò voi felice, et beato) se illuminato fussi, all'hora sì, che la gloria che non ha pari al mondo, passando gli estremi, sarebbe del vostro nome si terribile eccesso, che i termini d'Athlante non potrebbono certamente contenerlo. Per la qual cosa io vi prego, et scongiuro per l'amate viscere del mio Signore in cui solo posso operare, che la durezza Hebraica si franga, che intenerito et molle per il dolce verbo di lui Verbo Santissimo, v'accostiate alla sentenza di chi v'ama, et bramma di perpetuare la vita vostra al dispetto dell'inimico, che vi fa resistenza forte, et gagliarda, acciò ch'io possa rindolcirmi tutto, vedendo che il mio M. Abramo, cangiato il nome, sia scritto nel ruotolo, et Catalogo de' nostri, et deposto il fermento della malitia hebraica, fatto nuova conspersione in Christo nostro Signore, promettendovi allhora d'alzare i vanni della Poesia tant'alto, che à guisa d'un Giove io vi rapisca in cielo, et mettendovi in grembo della bella Europa, vi lasci eternamente fruir l'infinita beltà, et vaghezza della Signora nostra, à cui (benché hora vostra inimica) et al suo figlio benedetto, vi raccommando né secoli de' secoli.