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I III

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II. — Or qui lascio lo conto di parlare del re Marco, perché non apertiene a nostra materia, e ritorno alo re Meliadus de Leonois, di cui si vuole divisare la storia verace. Ma lo re Meliadus sí iera prode e franco cavaliere, ed avea una sua donna, la quale avea nome reina Eliabel, la quale iera bella donna di suo corpo oltramodo, e non n’avea anche avuto figliuolo neuno. Ma lo re Meliadus, sí come fue piacimento del nostro Segnore, lo re si coricoe cola reina, sí che la reina in quella notte si ingravidoe. E lo re Meliadus fue molto allegro, quando seppe che la reina iera gravida. Ma istando per uno tempo, lo re Meliadus andoe a cacciare nelo diserto, e cacciando in tale maniera, dall’ora di prima infino all’ora di vespero, e allora pervenne a una fontana. E istando per uno poco d’ora, venne una damigella e disse: «Re Meliadus, se tu fossi sí franco cavaliere e sí proe come altri ti tiene, io ti mosterrei la piú alta aventura ch’unque cavaliere trovasse». E allora disse lo re Meliadus: «Damigella, e se voi cosí alta aventura mi mosterrete, io verroe con voi, lá ovunque a voi piacerae». E allora la damigella cavalcoe inanzi e lo re Meliadus appresso. E cavalcando, la notte li sopravenne, e ap[p. 3 modifica]presso cavalcano di fuori dala strada nela foresta per uno istretto sentiero, e tanto cavalcano in cotale maniera, che pervennero a una torre, la quale si chiamava la torre dela Donzella, e quivi ismontono ambidue. Ma la damigella si prese lo re per la mano e menollo nela sala del palagio, e quivi sí si disarmoe lo re; e poi che fue disarmato, la damigella lo prende per mano e menollo nela camera, la quale è incantata. E quando lo re Meliadus vi fue dentro, non si ricorda dela reina Eliabelle né di suo reame né di suoi baroni, se non dela damigella ch’era davanti da sé.

Ma quando li baroni de Leonois seppero che lo re Meliadus iera perduto innel diserto, tutti quanti montano a cavallo e vanno a cercare; e andarono per tutto lo giorno e non lo trovarono in neuna parte. E venendo la notte, tutti li baroni tornarono ala cittade. Ma la reina Eliabel, vedendo che lo re non si trovava, disse ched ella medesima l’anderebe a cercare. E la mattina sí si leva la reina e apparechiasi e montoe a cavallo e una damigella le fae compagnia. E allora sí si partono dalo palazzo e cavalcano giuso per la cittá, per la via che vae alo diserto. E dappoi che fuorono venute alo diserto, incominciarono a cercare deio re da ogne parte, ma non lo possono trovare. Ma la reina dolendosi molto di lui, cavalcando per lo diserto, pervennero a una grande montagna molto foresta e guardano suso per lo monte. E vide venire uno uomo a cavallo inverso de lei, e cavalcando inverso de lei e’ funo agiunti insieme, e la reina sí lo salutoe cortesemente ed egli sí le rendeo suo saluto. E la reina sí gli disse: «Sapprestemi voi dire novelle delo re Meliadus, il quale è perduto nelo diserto?». Ed egli si rispuose e disse: «Dama, le cose perdute non si possono giamai ritrovare; ma lo re Meliadus sí si ritroverae bene ancora, ma voi non lo rivedrete mai». E dappoi ch’ebe dette queste parole, sí si partio dala reina e cavalcando fortemente.

E se alcuno mi domanderae chi fue questo uomo a cavallo, io diroe ch’egli avea nome Merlino lo profeta. Ma la reina rimanendo nelo diserto ed ella appensandosi dele parole [p. 4 modifica]che Merlino l’avea dette, incomincioe fortemente a piangere ed a chiamarsi lassa e dolorosa reina. Ed ella dolendosi in tale maniera, lo dolore del suo ventre si la incomincioe a prendere, si come donna ch’iera gravida. E piangendo disse la reina: «Damigella, venuto è lo tempo della diliveragione del mio ventre». Ed allora disse la damigella: «Non potreste voi cavalcare infino a una villa?». Ed ella disse di no. Ed allora incominciò la reina fortemente a gridare ed a chiamare il nostro Segnore Iddio e la sua benedetta madre, che la dovesse aiutare. E sofferendo grandi dolori e piangendo tuttavia, si parturío e fece uno figliuolo maschio in uno luogo molto foresto. E dappoi ch’ella l’ebe fatto, disse ala damigella: «Dami lo mio figlio, ch’io lo voglio vedere». Ed allora la damigella si glile puose in braccio. E la reina disse: «Figliuolo mio, ora ti veggio per la piú bella criatura che deba mai essere. E dappoi che la prima festa ch’io per te abbia avuta è issuta in dolore ed io per te trista debbo essere, e dappoi ch’io in dolore t’abo aquistato, voglio che tu per ricordamento de’ miei dolori abbi nome Tristano». E dappoi che la reina ebe dette queste parole, disse: «Padre mio celestiale, abie mercede dela mia anima». Ed allora incontanente morío.

Ma dappoi che la damigella vide la reina ch’iera morta, prese lo fantino e involselo in uno mantello dela reina. E poi incomincioe a fare lo maggiore pianto che ma’ fosse fatto per neuna damigella, e incomincioe a mettere grande boce, sí che la maggiore parte delo diserto facea risonare. Ma venendo due cavalieri per lo diserto e intendendo lo romore dela damigella, cavalcarono a lei e trovarono la damigella e dimandarono: «Chi è questa donna la quale è morta?». Ed ella disse: «Questa è la reina Eliabel, la quale è morta in parturire figliuolo». E li cavalieri, vedendo che questa iera la reina e vedendo lo figliuolo lo quale avea fatto, disse l’uno deli cavalieri all’altro: «Ora possiamo noi essere segnori delo reame de Leonois, perché lo re Meliadus è perduto e non si ritruova, e la reina Eliabel è morta, e lo figliuolo lo quale ell’ha fatto è qui; e imperciò noi possiamo esser segnori di tutto lo reame». [p. 5 modifica]Ed a ciò dissero: «Uccidiamo questo garzone e non ne fie giamai parola neuna». Poi la damigella incomincioe fortemente a piangere e a pregare li cavalieri che per Dio questo garzone non dovessero uccidere: «e io vi giuro sopra le sante Iddio evangelie ched io mi n’androe in tale parte che giamai non udirete parola né di me né del garzone».

E s’alcuno mi domanderae chi erano li cavalieri, io li diroe ch’ierano parenti del re Meliadus. E allora giura la damigella d’andare in tal parte che non odano mai [parola] né di lei né del garzone. Ed allora cavalca la damigella e partesi dali due cavalieri col garzone in braccio e vassine per lo diserto. E li cavalieri presero la donna e puoserla a cavallo e pòrtalla ala cittade e mònstralla a tutto il populo dela terra. E le donne de Leonois, vedendo la reina ch’iera morta ed avea parturito, sí domandarono li cavalieri: «Ov’è lo figliuolo o la figliuola ch’ella parturio? ché noi sapiamo bene che la reina quand’ella si partio dela cittade, ella iera gravida. E perciò volemo vedere lo figliuolo ch’ell’ha fatto, o morto o vivo». E quegli dissero che di queste cose e’ non sapiano neuna cosa, se non ch’ellino aveano trovata la reina morta; e si com’ellino la trovarono, cosí la menarono. Ed a queste parole si fue venuto Merlino lo profeta e disse ali baroni di Leonois: «Se voi volete fare per mio consiglio, io v’insegneroe ritrovare lo re Meliadus e lo figliuolo che la reina hae fatto». E li baroni sí rispuosero tutti: «Noi faremo tutto e ciò che voi comanderete».

Allora disse Merlino: «Prendete questi due cavalieri e mettetegli in pregione, e fate mettere bando per tutto il vostro reame, e tutti li vostri cavalieri sí siano qui dinanzi da voi tutti armati». E incontanente fue fatto tutto e ciò che Merlino comandoe. E dappoi che li cavalieri fuorono venuti in su la piazza, si comandoe loro Merlino che tutti debiano andare nelo diserto alla torre dela Savia Donzella: «e prendete lo re Meliadus ch’è dentro nela torre e uccidete la donzella che v’è con lui; e se non lo fate, altre fiate il vi torrae». E li cavalieri sí fecero lo suo comandamento. E allora Merlino [p. 6 modifica]si chiama Governale e dissegli: «Se tu vuogli essere cosí leale uomo come noi crediano, io ti daroe a notricare lo segnore di Leonois, lo quale sarae lo piú valentre cavaliere del mondo e lo piú grazioso. E imperciò se tu mi vuogli impromettere di guardallo bene e lealemente, io si ti lo daroe in guardia». Ed allora si rispuose Governale e disse: «Se voi mi lo darete in guardia, io si lo guarderoe lo piú lealemente ch’io unque potroe». Ma se alcuno mi domanderae chi fue questo Governale, io diroe che fue figliuolo delo re di Gaules, e partettesi di suo reame per uno cavaliere il quale egli uccise nel suo reame.