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XVIII XX

 
Gentil mia donna, ciò che voi tenere
volete, piace a·mme ed è dolzore,
però ched è acconcio il mio savere
4in far tuttor che·ssia di vostr’ onore,

ma dir ched i’ potesse forza avere
di dipartir, ch’i’ non fosse amadore
di voi cui amo tanto, al mi’ parere,
8son certo non poria partirmen fiore.

E quanto più ci penso, più m’aiuta
lo fin pensier, e allor più ingrana
11in me l’amor, che ’n voi dite s’attuta:

per ch’io spero ancor, donna sovrana,
trovar merzé in voi tutta compiuta,
14per l’umiltà ch’è ’n voi sì dolce e piana.