La botte di sidro/Il Signor Quarto

Il Signor Quarto

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Octave Mirbeau - La botte di sidro (1919)
Traduzione dal francese di Anonimo (1920)
Il Signor Quarto
Il Polacco Le anime semplici


Ieri fu seppellito il signor Quarto.

Fu una cerimonia commovente.

Non volendo distinguermi con la mia astensione che sarebbe stata unica e severamente giudicata in questo paesello impressionabilissimo e mollo geloso del suo particolarismo, feci anch’io come tutti e accompagnai il venerabile signor Quarto all’ultima dimora.

Al cimitero, sotto una pioggerellina di neve fine e ghiaccia che era sferzata obliquamente da un aspro vento di nord-ovest, il signor sindaco prese la parola, ciò che non accade se non nelle eccezionali circostanze della necrologia locale, come per esempio alla morte d’un consigliere municipale o d’un cavaliere al Merito agricolo.

Abbenchè, per sistema, il signor Quarto non fosse stato niente di simile, anzi, per temperamento, non fosse stato niente affatto, nessuno si maravigliò di quel considerevole onore aggiunto all’insolita pompa dei suai funerali.

Si sentiva bene che quaiche cosa di nazionale aleggiava al disopra delle liturgie più umili e del funerale di ultima classe.

Dopo avere con voce biascicata e consacratoria celebrate tutte le virtù private dell’estinto, il signor sindaco, in vena di eloquenza, così concluse :

« Non sta a me, signore e signori, giudicare la vita del signor Quarto. Altri, più autorevoli di me, renderanno a questo ammirabile nostro concittadino questo meritato e supremo omaggio. Se il signor Quarto, che noi tutti piangiamo, non si offrì mai alla riconoscenza dei suoi compatrioti e della sua città che, grazie alla vostra fiducia, ho l’onore di amministrare, con reali liberalità, con diretti atti di beneficenza o per lo splendore di una intelligenza superiore o per l’utilità di una qualsiasi cooperazione pecuniaria o màrale allo sviluppo della nostra piccola vita municipale, mi sia tuttavia consentito, e credo essere interprete degli unanimi sentimenti della nostra cara cittadinanza, mi sia permesso, dico, di rendere alla memoria del signor Quarto La giustizia che le è dovuta.

« Sì, o signori, il signor Quarto, nel quale io voglio vedere più che un uomo, un principio sociale, ci avrà dato sempre l’esempio, l’alto e vivificante esempio d’una virtù, ah ! molto francese questa !, d’una virtù meravigliosa fra tutte, una virtù che fa gli uomini forti e i popoli liberi : l’economia !

« Il signor Quarto è stato fra noi il vivente simbolo del risparmio... di quel piccolo risparmio coraggioso e fecondo che nessuna delusione colpisce, che nessuna sventura stanca e che, incessantemente ingannato, derubato, insidiato, continua tuttavia ad accumulare per le depredazioni future, a prezzo delle più inconcepibili privazioni, il denaro di cui non godrà mai, di cui non si servirà mai, ma che serve, ha servito e servirà a edificare la fortuna e a dissetare le passioni... degli altri. Abnegazione meravigliosa ! salvadanaio ideale ! ideale calza di lana !

« In un’epoca così profondamente turbata come la nostra, sarà onore del signor Quarto l’esser rimasto fedele, per fas et nefas, come dice il poeta, a tradizioni nazionali e credenzone nelle quali si riconforta ii nostro ottimismo, se oso esprimermi così, poichè, come ha scritto un grande filosofo di cui non ricordo più il nome, "il risparmio è il padre di tutte le virtù e il principio di tutte le ricchezze nazionali".

« Ed ora, Giuseppe Emilio Quarto, addìo ! »

Malgrado le sue reticenze e le sue oscurità, questo discorso mi illuminò improvvisamente. Tosto compresi la significazione umana del signor Quarto, la sua importanza sociale e i reciproci sentimenti del pubblico che lo ammirava e lo piangeva come un eroe. Tuttociò mi sembrò forte di una solida concatenazione e di un’implacabile Iogica. Io trovai il signor Quarto armonizzante col pubblico, il pubblico armonizzante col signor Quarto, e il signor sindaco, anch’esso, armonizzante con tutti e due. E arrossii di non averlo compreso più presto !...

Il signor Giuseppe Emilio Quarto era di una costruzione fisica luminosamente evocatrice della sua anima. Corto, grasso e rotondetto, egli aveva fra due gambe fragili un piccolo ventre ben teso sotto il panciotto ; la sua bazza si disponeva congruamente sopra lo sparato della camicia, in un triplice cercine di grassa giallastra ; soctto le palpebre gonfie, gli occhi avevano il triste e freddo luccichio di un franco d’argento.

Egli rappresentava esattamente l’ideale che l’Economia politica, i governi liberali e le società democratiche si fanno dell’essere umano, cioè a dire qualche cosa di assolutamente impersonale, d’improduttivo e d’inerte : una cosa morta che cammina, parla, digerisce, gesticola e pensa, secondo meccanismi scrupolosamente calcolati... qualche cosa infine che si chiama « uomo che vive di rendita ».

E rividi il signor Quarto uscir di casa tutti i giorni a mezzodì, discendere sul marciapiede di sinistra la via Parigi, arrivare fino al quarantacinquesimo albero sul viale Bernichette ; quindi tornare a casa per il marciapiede di destra, dopo aver fatto lo stesso numero di passi del giomo avanti e non avere speso più movimenti muscolari, nè sforzi cerebrali di quelli che gli permetteva il piccolo contatore interno, regolato e caricato dallo Stato ogni mattina, che in lui, teneva il posto dello spirito.

La folla lentamente si allontanò dal cimitero, in preda a una tristezza visibile. Io raggiunsi il sindaco che si asciugava la bocca, ancora impastata dalla densa saliva delle parole proferite. Gettammo un’ultima pala di terra sulla fossa in cui era stata calata la cassa del signor Quarto e tornammo insieme in città.

— Sì, caro signore — mi disse il sindaco — il nostro Quarto fu un eroe ; e s’innalzano statue a gente che vale meno di lui, a scrittori, per esempio, a filosofi e scienziati che turbano la vita degli uomini e la complicano con pensieri inutili ed atti più inutili ancora... Ci sarebbe stato assai più da dire sulla tomba di questo ammirabile signor Quarto, che io non abbia detto !... Ma che volete ! quella folla non avrebbe compreso nulla !... Quello che, nei riguardi del signor Quarto, mi impressiona, è che egli non gustò mai la più piccola gioia, non si permise mai il minimo piacere... Anche al tempo della sua ricchezza, egli non conobbe quello che il più povero dei mendicanti qualche volta conosce... un’ora di divertimento. Egli si privò di tutto e, accanto al suo denaro, visse più miserabile e più nudo del vagabondo de strada maestra... Nella sua passeggiata non oltrepassava mai il quarantacinquesimo albero del viale Bernichette. Nello stesso modo, in qualsiasi campo della conoscenza e dalla fantasia umana, egli non ha voluto mai oltrepassare il quarantacinquesimo albero. Non volle accettare nè una onorificenza, nè una responsabilità qualunque essa fosse, pel timore di doverla pagare con obblighi o incarichi che potessero distrarlo dall’opera sua... Economizzò, risparmiò... ecco la sua opera ! E niente lo trattenne : nè i furti domestici, nè le conversioni dalla rendita, nè le catastrofi finanziarie !.. E come in tutte le cose aveva idee giuste e sane !... Un giorno, mi vide dare un soldo a un poveretto che pareva morisse di fame. « Perchè dar denaro ai poveri ? » mi chiese. « Voi incoraggiate i loro vizî, facilitate i loro istinti di spreco e di deboscia... Credete dunque che i poveri economizzino ?... Essi bevono, caro signore, bevono ii vostro denaro ! Io non ho mai dato nulla... mai darò nulla...» Aveva di queste profonde parole, lui !

Una pausa di ammirazione e quindi soggiunse :

— Infatti, il signor Quarto informò rigorosamente la sua condotta ai suoi principî di morale sociaie... Non dette mai nulla... gli presero tutto... il Prestito turco, il Panama, ed altro !... È morto rovinato ! Se fosse vissuto più a lungo, saremmo stati obbligati a ricoverarlo all’ospizio, come un indigente ! Che esistenza ammirabile !

Eravamo frattanto arrivati alla porta di casa del sindaco che, stringendomi la mano, concluse melanconicamenite :

— Gambetta disse che i tempi eroici sono passati !... Ebbene ! Non sapeva certo che cosa fosse un uomo che vive di rendita !...