La Cicceide legittima/II/XXIX

Sonetti

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A D. Ciccio, lasciata la carica di Fiscale.

xxix.
I
To se n’è pur dunque, ed ha potuto

     Noi quì lasciar de la sua grazia in forse!
     Ha pur ingrato il nostro mal veduto:
     4Ma fu crudo così, che nol soccorse.
Partì; nè ci degnò pur d’un saluto,
     Nè pur un guardo il traditor ci porse,
     Ah vigliacco, ah guidon becco F ....
     8Va, che ti mangin l’ossa i Lupi, e l’Orse.
Ma s’or, che feal’Amico ito è lontano,
     Forse un dì, con sua pena, e nostra gioja
     11Ci tornerà come nemico in mano.
Così sfogavan l’amorosa noja,
     Per l’amato Fiscal piangendo in vano,
     14La Forca, i Birri, la Berlina, e ’l Boja.