La Cicceide legittima/I/CCCXVIII

Sonetti

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Ai Detrattori della Cicceide.
Al Sig. Conte Ronchi.

cccxviii.
E
Pur seguono ancor l’inique genti

     A incrudelir con la mia Musa, e pure,
     Quasi d’astio crudel vipere ardenti
     4Stampano in lei venefiche punture.
Sentole dir, che i miei componimenti
     Non han lustro di tropi, o di figure,
     E che i concetti lor con pena, e stenti,
     8Son tratti a forza di stiracchiature.
Or questa è (Conte mio) persecuzione
     Di chi non può soffrir, ch’altri rimiri
     11E lodi alcuna mia composizione;
Anzi son d’un mal genio atri deliri,
     Che s’io mi posi a scriver d’un C ....
     14Quale è mai quel C... che non si stiri?