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XXV. Pontano alla tomba della moglie Ariadna

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XXV. Pontano alla tomba della moglie Ariadna
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XXV

PONTANO ALLA TOMBA DELLA MOGLIE ARIADNA

(dopo il 1491)


Quali, o mia sposa, lamenti nel funebre ufficio t’invio?
Le lacrime e la voce e i gemiti mi mancano!

Pure a l’antico rito pel caro ricordo di sposa,
annue lustrali offerte alla tua tomba io rechi.4

Prega gli dèi, sacerdote, con tue rituali parole,
e tu gl’incensi reca, chierico, e l’acqua santa.

Accendete le faci di rito: ché morta in me vivi,
o sposa, e nel mio seno tu ti nascondi ancora:8

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(viva davanti a’ miei occhi io vedo l’imagin tua cara)
meco piaceri ancora, meco delizie prendi,

viva la casa e i lari nell’ordine antico tu poni,
sei nella casa, o Ariadna, viva e nel letto ancora:12

giri con me per gli orti, pei verdi miei campi a diporto,
passi con me le notti, meco trascorri i giorni.

Tale mi sei compagna: cosí la vecchiezza m’è grata,
pur che la morte tua vita pel vecchio sia.16

Questo al sepolcro io dico: ma teco il mio cuore dimora,
che dopo i giorni brevi sarà con te piú lieto.

Questi ricevi intanto conforti alla misera fine
ed in eterno, o Ariadna tanto compianta, vale!20