L'affarucci de la serva

Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura L'affarucci de la serva Intestazione 22 gennaio 2024 100% Da definire

La fila de li cardinali La lista
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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L’AFFARUCCI DE LA SERVA.

     Tiè, Ppippo,1 intanto maggnete2 sto petto
De bbeccaccia in zarmì cch’è ttanta bbona.
E ecco le sarcicce3 e la fettona
De pane casareccio che tt’ho ddetto.

     A ssei ora viè ppoi p’er vicoletto,
E sta’ attent’ a l’orloggio quanno sona;
Ch’io, pe’ ssolito, allora la padrona
L’ho ggià bbell’e spojjata e mmess’a lletto.

     Un quarto doppo io te darò er zegnale,
Tirerò er zalisscéggne,4 e ttu vvia via
Sscivola5 in ner portone e ppe’ le scale.

     Come sei ddrento poi, nun fà er balordo:
Va’ ddritto drittoFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte in ne la stanzia mia,
Perché la padroncina è ggià d’accordo.

12 dicembre 1834.

Note

  1. Filippo.
  2. Màngiati.
  3. Salsicce.
  4. Saliscendo.
  5. Sdrucciola dentro.