Invito a Lesbia Cidonia ed altre poesie/Per Giuditta

Per Giuditta

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Sequenza dei morti Sopra la luce
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PER GIUDITTA.

in una accademia tenuta dagli «eccitati.»


Qual novell’aura or agita
Le già riposte corde?
Come mia muta cetera,
4Par che da sè s’accorde?
Sento, io ben sento l’impeto
Che, Ambiver, da te viene;
Che tu, mio vero Apolline,
8M’infondi nelle vene.
Varco dell’aria i spazii,
Dietro al giocondo invito;
E miro di Betulia
12Il popolo smarrito,
D’un improvviso gaudio,
Empir l’aer d’intorno;
Chè d’una gran vittoria
16Lieto a lui sorse il giorno.
Fra il suo confuso fremito,
Il nome di Giuditta
Chiaro s’intende; e chiamasi
20Grande, famosa, invitta.
Ella s’avanza, e seguono
Timpani, cetre e squille:
Il degno oggetto ed unico
24Di mille sguardi e mille.
Di casta luce splendono
Le umili altere ciglia;
L’intatta guancia rosea
28Il bel mattin somiglia.
Tingono l’ale i zefiri
Nel profumato crine;
E sulla fronte ondeggiano
32Le gemme peregrine.
Di sè maggior, l’intrepida
I suoi trionfi ascolta.
Fra gl’innocenti folgori
36Di sua bellezza, avvolta.
Non innocenti, all’empio
Indomito tiranno.
Che amò il baleno, ah misero!
40Dell’ultimo suo danno.

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Ei, nel suo sangue naufrago,
Inutil tronco giace:
Stringe l’immonda sabbia
44La cruda man rapace.
Passeggia per Betulia
Il capo orrendo intanto;
La bella man sostienelo
48Ch’ebbe del colpo il vanto.
Quel nero sangue livido,
Quel fosco orror di morte,
Rallegra l’alme vergini
52Sulle giudaiche porte.
Miran il chiuso ciglio,
Che un ferreo sonno strinse,
Sopra cui man feminea
56Tante minacce estinse.
O d’Israello gloria,
Gridano intanto, o invitta
Giuditta incomparabile,
60Castissima Giuditta!
Ma tu, mia imbelle cetera,
A tenui carmi nata,
Lascia alle trombe eroiche
64L’impresa alma onorata,
A quel Signor magnanimo,
Il cui favor t’adorna,
Poche umil note mormora,
68È al muro tuo ritorna.