Il problema dei diritti della donna/Parte seconda/IV

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La obiezione che la donna non deve partecipare al governo dello Stato, perchè non può in contraccambio adempiere verso la patria tutti i doveri che gli uomini hanno, per esempio fare il magistrato, il giurato, il soldato ecc., non ha valore alcuno. Niuno pensò a fondare i diritti politici sopra cotesto correspettivo, e colla stessa giustizia bisognerebbe toglierli agl’inabili al servizio militare, ai mutilati, agli zoppi e via discorrendo. E cosi se il Conte di Cavour si fosse stroppiato un dito, non avrebbe potuto essere nè elettore, nè deputato, nè ministro. D’altra parte se le donne non fanno i soldati, i marinari e i giurati, chi è che può contare le pene e i dolori che gli uomini costano alle donne prima che sieno giurati, soldati, marinari; anzi prima ancora che nascano?

La obiezione dunque non regge ad una critica volgare. Concesso questo però, dovremo senz’altro venire alla parificazione, e concludere addirittura con un inno all’abolizione della legge salica in tutte le sue manifestazioni?

No, o signori, non precipitiamo le conclusioni. Non precipitiamo le conclusioni, perchè vi saranno sempre due obiezioni irresistibili; la diversa missione delle donne nella vita, e l'indole diversa, se non il grado diverso delle loro facoltà.

Per la vita pubblica non basta avere in genere una certa potenza di mente. Siccome la vita pubblica si esplica per la massima parte in ufficii ed atti che le [p. 105 modifica]Pagina:Luchini - Il problema dei diritti della donna, Sansoni, Firenze, 1877.djvu/119 [p. 106 modifica]Pagina:Luchini - Il problema dei diritti della donna, Sansoni, Firenze, 1877.djvu/120 [p. 107 modifica]Pagina:Luchini - Il problema dei diritti della donna, Sansoni, Firenze, 1877.djvu/121