XLIV. Di Ciarcia (Ciarcian)

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XLIV. Di Ciarcia (Ciarcian)
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XLIV (LVI)

Di Ciarda (Ciarcian).

Ciarda è una provincia della Grande Turchia tra greco e levante, e adorano Malcometto, e havvi castella e cittadi assai, e la maestra cittá è Ciarda (Ciarcian). E v’ha fiume che mena diaspido [p. 51 modifica] e calcidonio, e portanlo a vendere a Ucara (al Catai)1 e hannone assai e buoni. E tutta questa provincia è sabbione. Èe Cotam e Peyn altresí sabbione; e havvi molte acque amare e ree:2 anche v’ha delle dolci e buone. E quando l’uomo si parte di Ciarcia, va bene cinque giornate per sabbione, e havvi di male acque e amare, e havvi delle buone: e a capo delle cinque giornate si truova una cittá, ch’è a capo del gran diserto, ove gli uomini prendono vivanda per passare lo diserto. Ora vi diremo di piue innanzi.

  1. Pad. e ano gran guadagno de quelle piere, delle qual el ghe n’è in grande abondanza, ed eno molto bone.
  2. Pad. Berl. avegna ch’el se ne truova in molti luoghi de dolze et de bone.* Quando alcuno oste passa per quella contrá, quelli de quella provinzia, che eno in luogo dove l’oste passa, se parteno tuti con le moier e con i fioli e con le bestie, e vano per lo sabione do o tre zornate a luoghi dove i sano che se trova aqua, ch’i possa viver con i suo anemali. E l’oste non vedeno donde i posono eser andadi, però che ’l vento, che regna in questi luoghi, asconde con la rena dove che (sono pasati, sí che) per lo sabion non par piedega nè sentiero. E in quel modo scampano dai suo’ nemixi. E se per aventura passa per questi luoghi oste d’amixi, loro fa scender solamente i animali, perchè quelli de l’oste non vuol pagar niente de cossa che i togliano.