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I III

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II.

Passò l’inverno: tornò il cielo sereno e l’aria tiepida: le nevi si squagliarono: dalle Alpi si precipitavano spumeggianti e rumorose le cascate: il torrente era gonfio.

Sulla loggia della bruna casetta, Grazia lavorava con le sue cognate e le sue amiche; i loro ferri e i loro aghi si movevano lesti come le loro lingue, e lingue e ferri erano occupati di una sola persona: il figliolo che Grazia aspettava.

Si ammonticchiavano nel cassone i giubbetti, le fascie, le calzettine, e insieme s’ammonticchiavano le previsioni, i progetti, le speranze.

Bernardo intanto lavorava nel suo campo, e pensava: sarà un bimbo o una bambina? sarà grosso o piccolino? somiglierà a lei o a me?

E quasi nello stesso momento, la cognata diceva a Grazietta: «Se deve somigliare a te, faccia il Signore [p. 10 modifica] [p. 11 modifica]verde dell’alpe seminato qua e là di rododendri fioriti: ma il sole dice a Bernardo che ora è. Giù per il monte, nelle valli, e nel piano che si perde all orizzonte in un bianco vapore, dappertutto il sole, sorto da poche ore, dilaga. Le punte di ghiaccio delle Alpi spiccano nette sul cielo sereno, ma non rinfrescano neppur esse gli occhi: tutto quel bianco irradiato di sole pare s'arroventi.

Bernardo, ritto, colle due mani appoggiate al suo alto bastone e il mento sulle mani, non stacca gli occhi dalla sua giovenca nera che pascola li presso. Un alto silenzio par incomba sulla natura: solo qualche strido d’avvoltoio sulle rupi, e tratto tratto il risonare lento del campanaccio della giovenca, o il tintinnio saltellante delle pecore: null’altro.

Ma ecco s’ode, ripetuto dall’eco, un lungo fischio dalla valle. Bernardo, coll’orecchio pratico dei montanari, capisce di dove viene e guarda giù, aguzzando gli occhi, sul sentiero che conduce al suo villaggio.

Il cuore gli dice che chiamano lui e si mette a battere più forte.

Un minuto dopo il fischio si ripete. Egli si ripara colla mano e guarda cogli occhi socchiusi.

Ecco spuntare in cima a una rupe un uomo, no, un ragazzo: è Paolo, suo nipote.

«Oooh, ohi»

Nell’ampia solitudine dei monti le voci si odono a prandi distanze.

«Ooooh, ooh!» rispose Bernardo. Il ragazzo saliva diritto, senza badare ai sentieri, arrampicandosi.

Bernardo piantò il suo bastone ferrato in terra e fece cornetta colle mani.

«Co-sa c’è!» gridò colla sua voce tonante. [p. 12 modifica]Paolino si fermò un momento, poi si rimise a correre in su prima di rispondere. Un freddo corse per la schiena di Bernardo.

Finalmente il ragazzo si fermò di nuovo su un gran masso e la sua voce sottile arrivò a Bernardo.

«E arrivata!...»

Bernardo sussultò, poi mandò fuori un sospirone di sollievo, dicendo: «Dio m’ha mandata una bambina! sia fatta la sua volontà!»

La voce di Paolo ripetè: «E arrivata una crea.... tura!» E scomparve giù dal masso, poi ricomparve ai piedi del dosso erboso su cui era Bernardo.

Questo si guardava intorno come trasognato, sorridendo fra sè. Sentiva di dover ringraziare Iddio che aveva finalmente esaudito il suo gran desiderio, ma non sapeva sollevare il suo pensiero. Nella sua testa e nel suo cuore si ripeteva una sola parola: padre! padre! sono padre! Gli pareva di non averci mai pensato prima, di non aver mai capito fino a quel momento che cosa precisamente volesse dire.

C'era nella sua casa una piccola creatura.... che non sapeva ancora che cosa fosse il mondo, che non conosceva ancora il suo papà e la sua mamma, essi che l’amavano già come se ci fosse sempre stata!

In quella Paolino arrivò su, tutto sudato e col fiato corto.

«Va giù, zio» disse «sto qui io a curar le bestie.»

Bernardo non dimandò altro e giù a saltelloni dal monte. Pensava: una bambina, dunque: una bambina! Che sia la benvenuta! ah, ah, chi sa a chi somiglia, se a me o a Grazietta? oh, che donnone, che donnone se somiglia a me! Basta, che importa se sia grossa [p. 13 modifica]o piccina, bella o brutta? pur che sia sana e buona, povera piccina! buona come la sua mamma....

Sollevò la testa guardando in giù verso casa.

«Grazietta mamma!» disse forte, e sorrise passandosi la mano sulla fronte, intenerito, poi allungò ancora di più il passo.

«Come sarà grande?» pensò «forse così.... forse neppure come il mio piede; con un visetto grosso come una mela.... e delle manine che entreranno nella mia bocca.... ah, ah! la farò dormire nel mio cappello.»

Stava per infilare la scaletta di casa sua, quando una voce sopra di lui, la voce della madre di Grazia, gridò:

«Un maschio! un maschione!»

Bernardo s’aggrappò alla ringhiera e rimase senza fiato.

«Ma come! se Paolino!... ah, vero grullo che sono! egli ha detto una creatura....»

Sali la scaletta in un salto, facendola scricchiolare tutta, si precipitò in casa ridendo e piangendo, baciò e ribaciò la sua donna e il suo figliolo, dicendo a sè stesso: «fa adagio, non schiacciarlo, bisogna star zitti!»