Il buon cuore - Anno XIV, n. 14 - 3 aprile 1915/Religione

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Educazione ed Istruzione Beneficenza

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Vangelo del giorno di Pasqua Testo del Vangelo.

Maria stava fuori del monumento piangendo. Mentre però ella piangeva si affacciò al monumento. E vide, due angeli vestiti di bianco, a sedere uno a capo, l’altri) ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: Donna, perchè. piangi? Rispose loro: Perchè hanno portato via il mio Signore e non so dove l’han messo. E. detto questo, si voltò indietro, e vide.Gesù in piedi: Ma non conobbe che era Gesù. Gesù le diSse: Donna, perchè piangi? Chi cerchi tu? Ella pensandosi che fosse il giardiniere, gli disse: Signore, se tu lo hai portato via, dimmi ove l’hai posto, e io lo prenderò. Le disse Gesù: Maria. Ella rivoltasi gli disse: Rabboni (che vuoi dir Maestro). Le disse Gesù: Non mi toccare, perchè non sono ancora asceso al Padre mio, ma va a’ miei fratelli ’e loro dirai: Ascendo al Padre mio c Padre vostro. Dio mio e Dio vostro. Andò Maria Maddalena a raccontare ai discepoli: Ho veduto il Signore e mi ha detto questo e questo. (S. GIOVANNI Cap. ao).

Pensieri. Grande solennità, Cristo è risorto! Due concetti sono inclusi in questa festa, cessazione del male, acquisto del bene; cessazione della morte, riacquisto della vita. La risurrezione di Cristo è immagine della nostra: noi, come Cristo, risorgeremo un giorno co! corpo: oggi dobbiamo risorgere nell’animp.: quali sono i caratteri che deve avere la nostra risurrezione spirituale? Sono tre, come caratteri della risurrezione di Cristo: deve essere risurrezione vera, palese, costante.

La risurrezione di Cristo è stata vera. Gesti Cristo purtroppo era morto. I dolori morali, la flagellazione, la perdita del sangue, la trafittura alle mani, ai piedi, la corona di spine al capo, il colpo di lancia al costato, la deposizione dalla Croce, l’imbalsamatura, la riposizione nel sepolcro, il sepolcro suggellato, i Giudei posti a custodia del sepolcro, perchè gli Apostoli non rapissero di nascosto il corpo di Cristo, tutto depone sulla realtà della sua morte. Cristo risorge, e risorge tutt’altro da quello di prima: la sua persona è identica, ma le condizioni della sua persona, sono ben diverse dalle precedenti: il suo corpo è impassibile, è leggero, è agile, è sottile, è luminoso; trascorre senza trovare ostacoli da un luogo all’altro, penetra in locali chiusi, appare, scompare improvvisamente. Quando il peccato era in noi, noi pure eravamo morti. Era la morte completa, formata da diverse morti, quante erano le colpe che gravavano sull’anima nostra; la morte dell’intelligenza nell’ignorar[p. 107 modifica]e nell’errore, la morte del cuore nell’impurità, nella avarizia, nell’odio, la morte dei sensi nella crapula e nella corruzione, la morte di tutta la vita dello spitito nella perdita della grazia di Dio, grazia che co3tituisce la vita dell’anima, il merito sopranaturale dell’anima, la liberazione della morte eterna. La nostra risurrezione, come quella di Cristo, deve essere vera, cioè noi dobbiamo essere tutti differenti da quello che eravamo prima. La colpa ci aveva rapita la grazia: il pentimento, accompagnato ríalla Confessione, coll’assoluzione del sacerdote, ce la deve dare: eravamo increduli, diventiamo crec;enti; da ignoranti, istruiti; da superbi, umili; da disonesti, puri; da vendicativi, indulgenti, generosi; da pigri, laboriosi; da crapuloni, sobri; da avari, cari tatevoli; da maldicenti, benevoli.... l’anima nostra sia come quella di Cristo, libera, agile, luminosa, che non trova alcun ostacolo al bene, che pensa al cielo, che vive già nel cielo, prima di andarvi: nostra conversatio in coelis est.

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La risurrezione di Cristo è stata palese. Come i Giudei furono gli esecutori, gli spettatori, i testimoni della morte di Cristo, così furono i primi a constatare la sua risurreìione, a divulgarla. Cristo apparve poi, in circostanze diverse, a moltissime al-trt persone. Apparve prima di tutto a Maria Madea’t na, e quella apparizione privilegiata, fu il premi( all’amore della Maddalena, che -la portava a non biPLcarsi dal sepolcro di Cristo, a versare lagrime intorno ad esso quasi volesse strapparne la salma; aptarizione che si concretò nello scambio di quelle due semplici parole, più eloquenti di ogni discorso: Rabboni... Cristo apparve ini seguito agli Apostoli insieme radunati, non presente Tomaso; e noi ancora ad essi, quando Tomaso era presente; e pci ’più volte in Galilea, al lago di Genezareth; e poi sul Monte Oliveto, quando, presente anche Maria la sua madre, si tolse dai loro occhi e salì al cielo.... e. poi in modo di visione a Stefano, quando veniva lapidato, a Saulo, quando, sulla via di Damasco, lo convertì, gridando: Saule, Saule, quid me persequerisr Palese così deve essere pure la nostra resurre?ione spirituale. Non basta che la nostra risurrezione sia interna, nel dolore dei peccati, nel proponimento di non più commetterli; deve essere esterna; non basta che sia compiuta soltanto nel segreto con Dio, deve esserlo anche cogli uomini; non soltanto in Chiesa, ma in casa, alla scuola, al negozio, coi parenti, coi conoscenti, cogli amici... tutti devono accorgersi che noi siamo risorti, riscontrando in noi (Nell’acquisto, quel possesso di qualità spirituali, che caratterizzano la persona di Cristo dopo la sua risurrezione. Non solo non dobbiamo più rubare, ma restituire il mal tolto; non solo non dobbiamo più calunniare, ma ritirare la calunnia fatta; non solo non dobbiamo più odiare, ma perdonare le offese ricevute,

chiedere perdono delle offese fatte: non solo non dobbiamo più continuare in una vita di scandali, colle parole, coi cattivi esempi, ma riparare gli scandali coi buoni consigli, cogli esempi buoni; peccatori palesi prima, palesi nella conversione poi.... Quanti esempi la storia evangelica, la storia ec— clesiastica ci presentano di queste persone, prima peccatrici e poi penitenti, e poi sante, e quanto sante! Maddalena, Pietro, Paolo, Agostino, Pelagia, Maria Egiziaca, Margherita da Cortona... Qual gioia, qual consolazione, se in questi giorni, nella nostra famiglia, si verificasse il caso di una di queste risurrezioni vere e palesi; un marito indifferente che diventa praticante, una figlia insolente che diventa docile, un figlio discolo che rompe una relazione disonorante, uno scialacquatore della sostanza dei figli, che si toglie al gioco....

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La risurrezione di Cristo è stata costante. Cristo, una volta risorto, non muore più. Egli è salito alla destra del Padre;.è là assiduo avvocato a patrocinare la nostra causa, e discenderà un giorno sulla terra per giudicare tutti gli uomini, gli uomini allora tutti risorti. Tale deve essere pure la nostra risurrezione spirituale, deve essere costante. Molti in questi giorni pasquali, all’appello amoroso della nostra madre la Chiesa, preparati dalla predicazione di eloquenti e zelanti oratori, scossi al ritorno delle solenni memorie dei dolori di Cristo, si sono lasciati attrarre dall’impulso interno della grazia, e sono corsi alla Chiesa, hanno ricordato, hanno pianto le loro colpe, si sono presentati al sacerdote, si sono accusati, hanno potuto udire con intima gioia del loro cuore la parola: it ti assolvo. Sono partiti dal tempio, infervorati, risoluti a far bene, a mettere la legge di Dio a norma suprema, esclusiva della loro vita... Questo è bene; questo è molto: ma è tutto? Questo spettacolo di ritorno a Dio, di conversione e di risurrezione, avvenne altre volte; ma poi? Non basta incominciare, bisogna continuare, bisogna perseverare. Nella vita di Gesù Cristo dopo la sua risurrezione, si nota una circostanza che porge un utile, un importante insegnamento per conservare presso di noi la grazia riconquistata, per rendere la nostra risurrezione costante. Mentre Cristo nel suo apostolato precedente si era rivolto a tutte le classi di persone, pubblicani e Farisei, senza distinzione di buoni e di cattivi, anzi accentuando una propensione verso i peccatori, dopo la sua risurrezione, le sue apparizioni sono fatte preferibilmente alle persone buone: una sola eccezione è ricordata da San Paolo, quando dice che Cristo comparve una volta a più di cinque-- ’ cento persone insieme radunate, molte delle quali vtvevano ancora al suo tempo. Perchè questo riserbo delle apparizioni di Cristo dopo la sua risurrezione nei circolo delle persone buone? Forse è per inculcarci una grande, una importante verità, che il modo m:giiore, più efficace per conservare la grazia riconqui [p. 108 modifica]stata, per render la nostra risurrezione spirituale costante, è la fuga delle occasioni cattive, è il non mescolarci troppo colla compagnia dei cattivi. La spiegazione di tante ricadute dove sta? Si era pur sentito il bisogno di essere buoni; le promesse fatte di conservarsi tali, erano state vive, sincere, quasi entusiaste.... Come mai, forse anche dopo poco tempo, il sereno dell’anima tornò a rannuvolarsi, i propositi vennero meno nel cuore, le cadute si rinnovarono forse più gravi di prima? Ah, era una pretesa il conservarsi puri e frequentare le persone corrotte, il leggere libri e giornali, che in modo vario, ma sotti le, seducente, insinuano dubbi, difficoltà, avversano apertamente le dottrine e le pratiche religiose, senza che presso di noi esista quel corredo di istruzione e di scienza storica e dogmatica che valga a farci scoprire ciove stia la debolezza delle obiezioni contro la ’ede, dove stia la spiegazione e la forza degli argomenti che la difendono e la provano. La fuga delle occasioni e delle persone cattive non è debolezza, è tattica, è prudenza, è esercizio di riflessione; è, nella necessità di un combattimento, sottrarre al nemico i mezzi più efficaci dell’offesa, o riservare per noi i mezzi più alti e intelligenti della ei iesa.

Una grande unità regge il mondo morale come il mondo fisico: una goccia d’acqua che fosse sottratta dall’economia cosmica, porterebbe uno squilibrio in tutta la vita del mondo; così ogni goccia di acqua, ogni fil d’erba, ogni alito di vento, ha parte nel mantenere e nel fare più bello e armonioso questo ’equilibrio. La risurrezione individuale fa parte del mondo spirituale di tutte le anime, il mondo della Chiesa, il mondo dell’umanità. Il bene formato dalla risurrezione dell’individuo diventa bene che ha contraccolpo, ripercussione, nel bene generale: la Pasqua dell’individuo diventa Pasqua di tutti. E’ l’antico concetto Ebraico riflesso nel mondo cristiano: la Pasqua per gli Ebrei ricordava la liberazione dalla schiavitù di Egitto: sul littorale del Mar Rosso varcato, il popolo Ebreo intonò il Cantemus. Cantemus; sarà pure l’inno della famiglia cristiana: alla risurrezione vera, palese, costante, del fedele, seguirà la risúrrezione della famiglia, della Chiesa, dell’umanità. L. V.

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LA PIETÀ

Cuius animam gementem Contristatam, et dolentem Pertransivit gladius.

Pallido un raggio di morente sole Mesto rischiara il Golgota ferale; Dolente Madre, di divina prole, Bacia gemente l’impiagato frale; E gli mormora tenere parole, Trafitto il cor dal profetato strale; Tremò la terra, ed or ritorna il sole, A dar al suo Fattor l’estremo vale. Addolorata Vergine Maria, Ancora questo ben ti sarà tolto, Che bea, in essa piagando, l’alma pia. Rinchiuso nel sepolcro il santo Volto, Solinga rifarai la sacra via, Tutto lo spirito con Gesù sepolto. 27 marzo 1915. SUOR ANGELICA ANASTASIA

(al secolo Angela Campioni) i"*"701S’IS’iMS’"1"*IS-1’4. ’"’ISsIS’ISw7~1S’IS%***2

La ria delle chiese L’articolo che sotto questo nome noi abbiamo, in tre riprese, pubblicato nel Buon Cuore, ha avuto un esito insperato. La Società Letteraria e amici dei monumenti della nostra città,.che ha nel suo seno molti ingegneri e architetti, prese in considerazione l’articolo, e ne fece oggetto di esame e di discussione. 11 giornale cittadino La Sera,. nel suo numero del 15 febbraió 1915, dà conto.di questo esame e discussione in un articolo, che noi pubblichiamo, per intero, anche col primo periodo, che per modestia dovrebbe essere ommesso, se non sapessimo che le lodi somigliano a certe iscrizioni sulle lapidi dei cimiteri, che, secondo il Porta, ricordano le virtù che il lodato aveva — o ch’el doveva avech.... «Chi non conosce e non venera a Milano il comm. mons. Don Luigi Vitali, il prete patriotta, il direttore per tanti anni dell’Istituto dei Ciechi, l’operoso filantropo cooperatore di ogni opera buona? Come per cercare una distrazione in mezzo a tanti lavori, egli assunse da vari anni la direzione di un periodico di propaganda benefica, Il buon cuore; ed in esso ama trattare di frequente argomenti di edilizia cittadina, lanciando progetti intesi ad abbellire questo o quel punto della città. [p. 109 modifica]Ne ricorderemo qui solo tre, i principali: il vialone ampio diritto e piano che unisce la facciata posteriore del Castello coll’Arco della Pace, allo scopo di dar vita al Parco che è per troppa parte dell’anno un deserto interrotto da qualche oasi teppistica; la sistemazione del piazzale davanti quell’Arco colla collocazione del monumento a Napoleone III, proprio lì dove il grande amico dell’Italia entrò vincitore e trionfatore a fianco del primo Re d’Italia; l’abbassamento del piano della Piazza del Duomo, per far spiccare maggiormente la maestà di questo. Non si può dire che i progetti di Don Vitali abbiano avuto fortuna; i suoi voti rimasero insoddisfatti, per ora, ma chi può dire che, in futuro, qua;• ceno di essi non abbia a trionfare? Ora il dotto sacerdote lancia un altro progetto. Guido Baccelli propugnò a Roma la apertura della grande passeggiata archeologica, per unire sulla stessa strada i principali monumenti della Roma pagana; e Luigi Vitali propone ora la grande via della’ chiese, per tiriire sulla stessa strada i principali monumenti della Milano cristiana. In vista degli sventramenti già operati per l’aFertura del Corso Italia, e di quelli in progetto, egli vorrebbe non già che si aprisse subito la strada da lui iiaglieggiata (il che nei tempi attuali sarebbe un sogno), ma che si studiasse con qualche amore il progetto stesso, per vedere se esso possa venir conciliato coi prossimi lavori per l’esecuzione del piano regolatore. Tale strada dovrebbe cominciare presso Porta I.odovica, alla Chiesa di Santa Maria presso San Gelso. Passerebbe poi presso le chiese di San Paolo e• di Santa Eufemia; lì ove sorge il nuovo palazzo del Touring piegherebbe a sinistra per la via Amedei (che dovrà venire di molto allargata) e toccherebbe San t’Alessandro; coll’allargamento di via Lupetta giungerebbe alla chiesa di San Sebastiano, che verrebbe isolata; coll’allargamento della via Valpetrosa, giungerebbe alla chiesa di San Sepolcro; di lì, collo sventramento di tutte le vecchie stradette che si diramano sulla Piazzetta delle Cinque Vie, raggiungerebbe Santa Maria alla Porta; e di qui sarebbe breve il passo al Monastero Maggiore ed a Santa Maria delle Grazie, compiendo così un mezzo arco di cerchio. Per ora don Vitali, dopo questo bel voli) sulle ali della fantasia, si ferma qui; ma chi ti impedirebbe di continuare e completare il cerchio, toccando anche San Vittore, Sant’Ambrogio, San Vincenzo in Prato e Sant’Eustorgio? Egli pensa intanto ai tesori di architettura raccolti nelle facciate di queste chiese, ai tesori di scultura e di pittura dell’esterno e dell’interno, alle memorie storiche civili e religiose che conservano in quelle chiese una parte notevole della storia cittadina; e vede già cogli occhi della fantasia i genitori, i maestri, che conducono ad una passeggiata lungo questa via i figli, gli scolaretti, ai quali potrebbero impartire una utile lezione di storia cittadina. «Milano — egli nota— parlerebbe ai suoi figli dalle pie re, dalle linee architettoniche, dalle. tele, dalle statue: i figli, gli scolari, tornati in famiglia, tornati alla scuola, si sentirebbero ricreati igienicamente nel corpci, moralmente nella mente e nel cuore.» Il progetto è bello; troppo bello perchè esso sia attuabile; e ieri sera alla Letteraria esso offrì argomento per una interessante e geniale discussione, alla quale parteciparono specialmente i soci ingegneri ed architetti, i.quali si preoccuparono sopra tutto dei m’ohi edifici che conservano preziosi esempi di architettura, poco noti e che coll’apertura della nuova via andrebbero distrutti; e ciò anche astraendo dalle in mense difficoltà che si opporrebbero per ora, e chi sa per quanto, all’attuazione del progetto. Questo, in ogni modo, avrà subito, se discusso, un grande vantaggio: quello di richiamare l’attenzione del «colto ed incolto pubblico ed inclita guarnigione» sui grandi tesori d’arte che anche Milano r:.t(- chiude, contrariamente alla comune credenza. Se per ora genitori e maestri, e direttori di società di coltura, non potranno guidare i loro figli ed alunni sulla via creata da una fervida fantasia, potranno però, girando qualche svolta e percorrendo quaiche vicolo, condurli ad ammirare qualche volta, od almeno a conoscere di vista, tanti troppo poco n, ti monumenti ricchi di memorie e di bellezze. Un vecchio maestro La Società stessa letteraria, per mezzo del suo Presidente prof. Avancino Avancini, invitò poi il sottoscritto a volere in una delle ordinarie adunanze della società, esporre e illustrare a viva voce il progetto; ciò che avvenne la sera di venerdi 26 marzo. Il giornale La Sera del giorno seguente, con un comunicato ripetuto da tutti gli altri giornali cittadini, così dava conto della discussione avvenuta sul progetto la via delle Chiese, e in altro argomento relativo al Palazzo di Brera. La via delle chiese ed il Palazzo di Brera. «La riunione dei soci della «Letteraria ed amici dei monumenti», convocatisi ieri sera sotto la presidenza del prof. Avancino Avancini, vestì una speciale importanza, per gli argomenti trattativi e per ii numero e qualità dei convenuti. Il socio comm. don Luigi Vitali espose i nobili e geniali intendimenti che lo mossero nel proporre la cVia delle chiese» nuova arteria (come già abbiamo altra volta scritto che partendo dalle chiese di Sant’Eufemia e San Paolo, dovrebbe toccare Sant’Alessandro, San Sebastiano e San Sepolcro, e finire a Santa Maria delle Grazie. I convenuti (fra i quali abbiamo notato gli architetti Sommaruga, Arcaini, Campanini, Baroggi, Manganoni, Caravati, gli ingegneri comm. Ferrini, Pizzamiglio, Pellegrini, dott. Verga, prof. Venturiai, Antonio Curti, prof. Formaroli, comm. Marietti, Cleto Pastori, rag. Brivio, dott. Canotti ecc.) espres [p. 110 modifica]sero il loro compiacimento all’egregio consocio; e pur rilevando l’impossibilità d’ella attuazione pratica di tale progetto, ed il doloroso sacrificio che esso causerebbe di alcune località storiche (come il crocicchio delle Cinque Vie, alcune case di via Valpetrosa, ecc.) si fermarono specialinente sulla definitiva sistemazione che verrebbe risolta dal progetto Vitali, ed invocando con esso il ritorno all’antico delle adiacenze di San Sebastiano. A questa discussione seguì l’altra sull’alterazione (alta quale pure la «Sera» accennò negli scorsi giorni) portata al basamento del Palazzo di Brera, dove una sagoma di sapore alquanto settecentesco venne ad alleggerire il basamento del bel Palazzo di Brera di Francesco Ricchini. I convenuti, dopo animata ed esauriente discussione, votarono il seguente ordine del giorno: «I sodali della Letteraria ed Amici dei Monumenti, in omaggio ai voti ripetutamente espressi sulla conservazione integrale dei monumenti anche nei loro particolari, si augurano che venga ripristi-nato nella sua linea originaria il basamento del Palazzo di Brera.»

A illustrazione del progetto, il sottoscritto disse di esservi stato indotto dal desiderio di rendere più bella Milano, mettendo in speciale mostra molti dei monumenti che possiede, e che da molti non sono conosciuti o poco osservati. Milano concentra tutto il suo interesse nella,piazza del Duomo. bisogna crea-. re un diversivo in altre parti: una via che passi innanzi alle chiese di S. Alessandro, S. Sebastiano, S. Sepolcro, unificandole come in un motivo solo, for merebbe un centro di attrazione caratteristico, imponente. Riconosceva, se non la impossibilità assoluta, la grave difficoltà all’esecuzione del progetto nella questione finanziaria, non avendo poi tenuto calcolo delle difficoltà di carattere artistico che i cultori della storia potevano giustamente opporre. Si ricordò che la località delle Cinque Vie va conservata per la sua antichità, e specialmente in memoria di Cicerone che vi abitò nella sua venuta a Milano; sebbene possa osservarsi che,l’incontro delle Cinque Vie possa conservarsi anche dato l’allargamento di una delle vie stesse, non potendo suppor si die le modeste case che ora fronteggiano quel crocicchio, siano materialmente le medesime esistenti z,ll’epoca romana. Riguardo all’isolamento della Chiesa di S. Sebastiano, sul quale la Commissione raccolse la sua particolare attenzione, come di più pronta e facile attuazione, si deliberò di constatare presso l’Archivio municipale quali fossero le condizioni delle adiacenze del Tempio, quando il Pellegrini fu incaricat i della sua costruzione. L. VITALI.

11 Gattice, o Tremula, o Alberella (Dalla prosa di Weisflog) Allor che pendeva Gesù dalla croce, d’un funebre velo il sole si avvolse, prof onda amarezza ogni uom ebbe in cor; creato un brivido corse. per tutto Rimaser le belve celate ne’ covi, gli augelli sosPeser le note canore, perfino la mosca cessò di ronzar: ovunque si effuse mestizia e torpore. Le foglie, gli arbusti, gli alberi, i fiori sommesse parole dicez’an fra loro: grimmensi, solenni del Libano cedri scioglievano all’aure un funebre coro. li Gattice solo, il Gattice altero del Golgota il grave dolor non divise: Che importa alle piante di Cristo il soffrii-, se niuna di noi peccato commise?» Ma un angiol severo, un calice colmo del sangue di Cristo afferra e ne irrora le ascose radici dell’albero crudo: da un tremito strano invaso fu allora. A terra le foglie piegaro umiliate, i rami fur colti da eterno spavento e tremano sempre e posa non.hanno quand’anche non spiri il menomo vento. E pur nella state, allor che tranquilli gli alberi spiegan la folta lor chioma non trova mai pace la misera pianta che Tremula appunto per questo si noma. SAMARITA. ~t’7-?Ì~

Le colonie dello Stato di S.ta Catharina (Continuazione del numero:3)

Deficienza di comunicazioni e di trasporti. Ho detto ciò che manca più di tutto in queste colonie: è danaro e commercio. Questa deficienza dovuta essenzialmente alla difficoltà di comunicazioni e di trasporti. Abbiamo già accennato alla pessima viabilità interna della zona coloniale: il Governo non vi provvede: i municipi spendono per le strade nella scarsa misura che i modesti bilanci loro permettono. i coloni, spinti dall’interesse, concorrono talvolta coll’o [p. 111 modifica]pera propria, ed anzi in qualche municipio come in quello di Urussanga, ognuno è obbligato ad una prestazione d’opera annua per le strade. Ma quello clic si fa a tale scopo è assolutamente inadeguato: per poter ridurre le strade transitabili in qualunque stagione, occorrerebbe costruire ponti, fare massicciate, chiaviche, occorrerebbero spese per la manutenzione e per altre opere, per fare le quali, per ora, n:anca nel paese il denaro. Di ferrovie non se ne parla: fu gran ventura per le colonie italiane che il tentativo di sfruttamento delle miniere di Minas, portasse alla costruzione della ferrovia Donna Teresa Cristina che lambisce da un lato la loro zona. Se questa è rimasta in attività si deve al fatto che alla Compagnia fu assicuradal Governo dell’Unione l’interesse del 6 % sul capitale impiegato, altrimenti le forti passività avrebbero già da tempo obbligato la cessazione del traffico di quella linea. Tutti i prodotti che vanno e vengono dalle colonic italiane si valgono di questa ferrovia, ma, data ia distanza e le difficoltà, ben piccola è la proporzione dei prodotti coloniali che può essere esportata. Una esportazione considerevole da queste colonie si promuoverà solamente quando sia costruita la ferrovia, cui sopra accennai, da Florianopolis a Laguna e ad Araranguà, fino al Rio Grande do Su!. Questa ferrovia determinerebbe una forte valorizzazione di tutta la zona coloniale italiana. Non saprei dire quanto tempo ancora mancherà alla sua esecuzione, poichè ’sono molti anni che i progetti sono preparati e che sempre si annuncia cc: ne prossima. La ferrovia Donna Teresa Cristina tenne fino a poco fa pel trasporto delle merci e dei passeggeri prezzi elevatissimi: adesso le tariffe di trasporto dei principali generi da Palmeiras e Pedras Grandes a Laguna sono le seguenti: Farina di Mandloca Fagiuoli,granoturco, Banha riso, ecc. Strutto di maiale sacco da 45 a 50 Kg. sacco da.5o a no Kg cassa di 6o Kg. reis (i) reis (i) rei* (z)

Da Pedras Grande 151 Da Palmeiras.. 166

18o 198

374 412

Nei prezzi suddetti non è compresa la tassa di carico e scarico e di magazzinaggio. li porto di Laguna. La ferrovia giunta presso Laguna, ha una ramificazione che conduce fino ad Imbituba, porto situato più verso il nord, ma che sebbene profondo, non è frequentato dai piroscafi perchè aperto ai venti. Nella borgata di Imbituba non vi è d’importante che le officine della ferrovia. Tutto il commercio italiano passa per Laguna, ridente cittadina di circa io.000 abitanti, situata sul:a Laguna do Imaruhy, è piena di ricordi Garibaldini, è la patria di Anita Garibaldi, e Giuseppe Garibaldi stesso vi fu al tempo della guerra d’indipen. (i) l000 reis

equivalgono al cambio attuale a lire it. 1,68.

denza del Rio Grande do Sul; il ritrattò di lui si trova in molte case di brasiliani, specialmente di scrrani sull’altipiano. Sulla spiaggia di Laguna mi fu mostrato un piccolo veliero disarmato e mezzo sfasciato che appartenne a Garibaldi. Gli italiani residenti in Laguna sono pochi, appena sette od otto famiglie, ma tutti negozianti be estanti, che fungono da intermediari nel commercio fra le colonie nostre ed i mercati maggiori. Lait;a è in comunicazione coll’Océano per mezzo di una foce o barra distante circa 4 chilometri dalla città, alla quale è collegata con un canale navigabile nella Laguna. Questa barra essendo poco profonda, costituisce un altro inciampo per il commercio; non sempre si passa, ed i piroscafi talvolta devono attendere delle giornate prima di poter entrare od uscire. [’a anni si stanno facendo presso la barra dighe e;avori di miglioramento: secondo i dati. del Governo, nel 1906 la profondità media della barra era di m. 2.22, nel 1912 era di m. 3.75. Il porto di Laguna è toccato ogni settimana da un proscafo del Lloyd Prazileiro, ed alternativamente dai due piccoli piroscafi Max e Meta della Casa Hoepke di Florianop Dal porto di Laguna a Florianopolis vi sono circa otto ore di navigazione: la tariffa del Lloyd Bra. zileiro pel trasporto delle merci fra i due porti suddetti, entrata in vigore il 1 aprile dello scorso anno, è in base a 4 milreis, cioè circa lire 6.8o ogni trenta Chilogrammi o 6o centimetri cubi di ’merce. Migrazioni dalle colonie. Le difficoltà del commercio che fanno scarseggiare il denaro nelle colonie italiane, sono press’a poco eguali adesso a venti anni fa, e ciò spiega quella stazionarietà di condizioni economiche che mostra avere scoraggito in varie parti i nostri coloni. Questo stato di cose in alcuni ha ingenerato apatia; si trovano coloni che avendo provveduto al vitto, non si curano di sviluppare la loro azienda e dí progredire; in altri invece, specialmente nei giovani, ha ingenerato malcontento. Qualche anno fa questo abbattimento era così profondi° e generalizzato, che si cominciò a verificare una vera emigrazione permanente di famiglie che si dirigevano all’Argentina od allo Stato di San Paolo. Il Governo si impressionò del fenomeno e cominciò allora a provvedere ad alcuni lavori pubblici più urgenti. Peraltro esiste ancora un movimento di emigrazione temporanea da queste colonie: ogni anno buona parte dell’elemento giovine delle colonie, al principio della stagione invernale, si reca a lavorare alle ferrovie o ad altre pubbliche opere che si eseguiscono in altre parti dello Stato o negli Stati vicin;. Fino ad alcuni anni fa molti si recarono sui lavori della ferrovia S. Paolo Rio Grande, nella valle (lei Rio do Peixe, località molto interna ove detta ferrovia attraversa lo Stato di Santa Catharina. Vi furono parecchi coloni che nei lavori del Rio do feixe raggranellarono discreti capitali, che poi [p. 112 modifica]investirono in terreni; e furono quelli che, più abili, presero in appalto la costruzione di tratti di strada; ma non mancarono anche di quelli che ci persero in salute, essendovi in quelle parti molte località mai-sane. Attualmente un buon numero di giovani sono arruolati nei lavori delle ferrovie in costruzione fra il iiaranà e Io Stato di Santa Catharina per mezzo di agenti delle imprese, che vengono nelle colonie a far propaganda. Ma ho sentito lamentare in molte Famiglie che tale emigrazione si risolve adesso piut tosto in danno che in vantaggio: molti giovani tornane malati e senza denaro, sia perchè l’abbiano speso, sia perchè non di rado sono truffati da capi squadra imbroglioni. Ciò peraltro è un indice assai signicativo, che dovrebbe spingere il Governo dello Stato ad occu parsi con più sollecitudine di quella zona coloniale

mi dissero in alcune parti più abbandonate, che i colei-1j. partirebbero in massa se fosse loro indicata qualche località migliore, ed avessero mezzi per raggiungerla facilmente. Ciò non dovrebbe avverar si in regioni colonizzate da una popolazione laboriosa, e che dispongono di ottime risorse naturali. (Continua)