Il buon cuore - Anno X, n. 16 - 15 aprile 1911/Religione

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Vangelo della domenica di Pasqua



Testo del Vangelo.

Maria stava fuori del monumento piangendo. Mentre però ella piangeva si af facciò al monumento. E vide, due angeli vestiti di bianco, a sedere uno a capo, l’altro ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: Donna, perchè piangi? Rispose loro: Perchè hanno portato via il mio Signore e non so dove l’han messo. E detto questo, si voltò indietro, e vide Gesù in piedi. Ma non conobbe che era Gesù. Gesù le disse: Donna, perchè piangi? Chi cerchi tu? Ella pensandosi che fosse il giardiniere, gli disse: Signore, se tu lo hai portato via, dimmi ove l’hai posto, e io lo prenderò. Le disse Gesù: Maria. Ella rivoltasi gli disse: Rabboni (che vuol dir Maestro). Le disse Gesù: Non mi toccare, perchè non sono ancora asceso al Padre mio, ma va a’ miei fratelli e loro dirai: Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro. Andò Maria Maddalena a raccontare a’ discepoli: Ho veduto il Signore e mi ha detto questo e questo.

S. GIOVANNI, Cap. 21.


Pensieri.

Maria non trova più Gesù e piange. E piange ancora mentre Gesù è vicinissimo a lei e le parla: ma sotto le mutate sembianze ella non lo riconosce e non si consola.

A volte noi pure non troviamo più Gesù in noi, non sentiamo più il dolce abbandono in Lui, non abbiam più l’impressione della sua mistica dimora nel nostro spirito. Son le ore dell’aridità, dell’annebbiamento interiore, dello sconforto squallido e desolato.

Chi non le ha sperimentate, fra le persone pie, queste ore d’affanno, che possono diventare, ad anime inesperte, ore di tentazione?

Noi abbiamo la smania di realizzare l’invisibile e l’eterno, e quando ci manca il senso di tale realizzazione siamo tentati di smarrimento e paura, siam come bambini che han bisogno di veder sempre la mamma; e, appena la mamnia lascia la stanza, piangono.

Eppure, quando Dio par più lontano, allora è più vicino.... spesso, dopo la tempesta, torna più radioso e profondo il sereno!

Ma dov’eri Gesù? chiedeva S. Teresa al Salvatore, dopo una pena spirituale fortissima. Ero con te, rispose misticamente alla santa la voce divina!

Non perdiamoci di coraggio nell’ora dell’affanno; operiamo anche nel momento della solitudine interiore; nel nostro pianto siamo sereni, siamo fidenti.

Quando il periodo della prova sarà cessato, anche noi, come Maria, udiremo Gesù chiamarci per nome.

Le dice Gesù: Maria!

Ella rivoltasi gli replica: Rabboni.

Maria non sa più le sue ansie e i suoi affanni: essa [p. 125 modifica]ha rivisto Gesù, nella pienezza della sua letizia essa non trova parole, essa non ne sa che una sola, la usuale, la cara espressione famigliare: Rabboni!

Ma in questa c’è tutto.... un lungo discorso non direbbe di più!

Qualcosa di simile avviene anche in noi quando, di nuovo, ritroviamo la dolcezza della sentita unione con Dio. Felice colpa che ci ha dato un tale Salvatore, dice un inno della Chiesa. Se noi non diciamo: felice tristezza che ci dai, per contrasto, più profonda la gioia, non possiamo però non riflettere che, la stessa aridità, rende davvero quasi più dolce il fervore e il rinnovato ardore. Le ombre dan risalto alla luce: il dolore affina e rende più sensibili alla pace e alla gioia; tutto coopera pel nostro meglio, e nelle vicende della società come delle singole anime si scorge il lavorio e la vigilanza della provvidenza divina.

Tutto torna a bene per quelli che amano Dio! Beati coloro che lo possono dire, per esperienza propria, anche dopo i più forti dolori, anche durante le più acerbe amarezze! Beati coloro che dopo aver benedetto Dio nella prova e nella morte lo possono benedire nel riposo e nella risurrezione!

Ho visto il Signore e m’ha detto questo. La gioia che Maria risente alla vista di Gesù la rincora ed essa corre a’ discepoli, primi apostoli della Risurrezione. E dice quello che ha visto, quello che ha udito. La bocca parla della pienezza del cuore.

Anche a noi ha tante volte parlato il Signore! che frutto abbiam dato della sua parola?

Anche noi, come Maria, dovremmo essere apostoli di Gesù, rendere testimonianza del Cristo vivente; e invece?

Che povera cosa la nostra fede e il nostro amore!

Oh, se noi fossimo pieni di Gesù, se la sua vita fremesse in noi e il suo spirito avvivasse il nostro spirito, noi non saremmo così tranquilli, così apatici, così indifferenti; lo zelo della gloria divina ci divorerebbe, e le nostre parole, i nostri atti, la vita nostra trasuderebbe Gesù e lo predicherebbe e attraerebbe nuovi fedeli alla sua sequela.

Scuotiamoci oggi!

La natura è tutta in festa e nel suo rivivere in fronde ed in fiori ci invita a rinnovamento interiore, a fioritura di bene!

Oggi la Chiesa, fra concerto di suoni ed armonia di canto, e fulgore di luce, ci chiama a festeggiare il Risorto, il Vivente!

È una festa di esultanza la solennità pasquale; non celebriamola con l’anima intorpidita; scuotiamoci, abbeveriamoci alla sorgente che scaturisce da Cristo, udiamo le misteriose parole del suo spirito in noi, e poi, come Maria, andiamo ai fratelli e ripetiam loro quello che ci ha detto Gesù.



La NONNA è un capolavoro di una freschezza e di una originalità assoluta.