Il Parlamento del Regno d'Italia/Lorenzo Ginori Lisci

Lorenzo Ginori Lisci

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Luigi La Porta Pier Silvestro Leopardi
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Ginori-Lisci.

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Si sa che la famiglia de’ Ginori è pur essa una delle antichissime di Firenze. Ora, per istraordinario, i membri di questa nobile famiglia comprendendo meglio di [p. 841 modifica]molti altri tra i loro pari quali fossero quei doveri che i nostri tempi impongono a chi ha dovizia di censo, si vollero occupare a promuovere una qualche industria, la quale profittasse al paese, nel punto medesimo in cui giovasse a loro.

A tale oggetto, essi fondarono una fabbrica di porcellane, in una delle loro magnifiche ville, che ridussero ed adattarono all’uopo, spendendovi egregie somme. Le cose furono condotte con tanta intelligenza, e così grandiosamente, mentre gli operai si fecero venire all’uopo da tutte le parti, e si fecero ricerche delle migliori terre non avendo riguardo ad intraprendere scavi in varie provincie della Toscana, che i risultati, in breve conseguiti, oltrepassarono le speranze che si erano concepite.

Avvenne quindi, che quella fabbrica potè impiegare in un termine di tempo, relativamente assai ristretto, un numero considerevole di operai nazionali; che con quella abilità e facilità d’apprendere che distingue gl’italiani, si trovarono ben presto in grado di far di meno di ogni aiuto straniero.

Egli è all’attuale marchese, che si debbono gl’incrementi e i miglioramenti, introdotti da poco tempo nella fabbrica, e che valsero al proprietario di essa, la medaglia conferitagli dal giurì nell’esposizione mondiale di Londra.

L’illustre marchese Lorenzo, oltre all’essere uno dei cittadini i più benemeriti del paese pei motivi che abbiamo sopra esposti, professa ed ha sempre professato i sentimenti i più nazionali, tantochè si è dato premura di fare adesione piena e intera al moto rivoluzionario, d’onde derivò l’annessione della Toscana, al regno di Vittorio Emanuele. Eletto deputato alla Camera toscana dapprima, quindi al Parlamento del regno, si mise in questo, nella falange della maggioranza, che sostenne i Cavour, i Ricasoli e i Peruzzi.

La sua nascita, il dovizioso censo, i benefici da lui recati alla Toscana, e le altre qualità personali ond’egli è distinto, lo hanno meritatamente designato al governo del Re, per l’alta carica di senatore.