I Salmi di David (Diodati)/SALMO LXXXVI

SALMO LXXXVI.

../SALMO LXXXV ../SALMO LXXXVII IncludiIntestazione 25 marzo 2023 100% Da definire

SALMO LXXXV SALMO LXXXVII
[p. 164 modifica]

SALMO LXXXVI.

1          Signor, l’orecchio inchina,
     Dammi risposta grata,
     Per tua mercè divina,
     Da me tuttor provata:
     Perch’i’ son doloroso,
     Povero e bisognoso.

[p. 165 modifica]

2          E l’alma mia difendi,
     Che son umile e pio.
     E di salvar imprendi
     Me, tuo servo, o Dio mio.
     Che di cor schietto e fido
     In te spero e m’affido.
3          Abbi di me pietate,
     Che tutto giorno al cielo
     La voce e l’alma alzate
     Tengo con vivo zelo.
     Del tuo servente lieta
     Fa l’alma mansueta.
4          Perchè tu se’ Dio buono
     Di gran benivoglienza:
     E ricco di perdono
     A chi la tua clemenza,
     Con vera e salda fede,
     Intentamente chiede.
5          Porgi gli orecchi aperti
     Al mesto grido e priego,
     Ch’al dì de’ casi incerti
     Dinanzi a te dispiego.
     Perchè risponder suoli
     E me, lasso, consoli.
6          Non v’è Dio che sie pari
     A te, Signor sovrano:
     Nè che fatti sì chiari
     Possa oprar con la mano.
     I popoli, creati
     Da te, verran prostrati.
7          E tutti adoreranno
     Nel tuo cospetto santo:
     Al Nome tuo daranno
     D’eterno onor il vanto.
     Che tu sol sei Dio grande,
     Fattor d’opre ammirande.

[p. 166 modifica]

8          Scorgimi al tuo cammino,
     Perchè mi regga e ’nvie
     Pel sacro ver divino:
     E fa ch’unito stie
     Il mio devoto core
     Ognor al tuo timore.
9          Di vivo e'intero petto,
     O Dio, che solo adoro,
     Ti canterò il concetto,
     Con che t’esalto e onoro:
     E darò pregio eterno
     Al Nome tuo superno.
10          Che grande, anzi infinita,
     È ver me tua bontade:
     E l’alma mia smarrita,
     In vita e libertade,
     Riscotesti dal fondo
     De l’abisso profondo.
11          Gente superba e altera
     Contra me alzò le corna.
     Di felli folta schiera,
     Che da te gli occhi storna,
     Procacciò darmi morte
     Di cruda e fiera sorte.
12          Ma tu, d’alma dolcezza
     Hai tutto ’l petto pregno:
     E, con molle tardezza,
     Rallenti il cruccio e sdegno:
     Immenso in caritade,
     Sovrano in veritade.
13          Volgi a me gli occhi in bene,
     Siimi, o Dio, grazioso:
     Per fuggir tante pene,
     Soccorso poderoso
     Dà al tuo fedel famiglio,
     Di tua servente al figlio.

[p. 167 modifica]

14          Qualche segno novello
     Dimostra a mio favore,
     Che l’empio stuol ribello
     D’onta ingombri e d’orrore:
     Qualor mi sarà porto
     Da te scampo e conforto.