Guida di Castiglione dei Pepoli/XXXII

XXXII — Da Castiglione a Riola ed alla Rocchetta Mattei

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XXXII — Da Castiglione a Riola ed alla Rocchetta Mattei
XXXI Ai Lettori

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XXXII.

Da Castiglione a Riola ed alla Rocchetta Mattei

Dal paese, la mulattiera conduce in fondo al Brasimone. Sale poi fino alla cresta di Terra Rossa, si svolge nella larga depressione fra il M. Camugnano (m. 888) e il M. Vigese (m. 1091), discende poi, passa il guado della Limentra di Treppio poi il Reno sopra un ponte in muratura e siamo a Riola.

Rida è una modesta stazione ferroviaria sulla linea Bologna-Firenze. Invano cercheresti ivi un villaggio, un paese: un gran molino, poche case, ma linde, e gigantesche cataste di legna, addossate ad aride rupi, che si ergon dritte come muraglie, accanto alla ferrovia, ecco tutto quel che si scorge. E però stazione assai comoda per le escursioni sugli alti monti alla destra del Reno, e sui colli compresi tra il Silla e l’Ànevo.

Rimpetto a Riola havvi Savignano (Savignano Lungareno, cioè, Lungo Reno, nelle antiche carte) già appartenente alla Contessa Matilde, passato poi alla Sede Romana e variamente infeudato nel 1216 al C. Alberto da Mangona, nel 1470 a Virgilio Malvezzi, e [p. 161 modifica]nel 1514 insieme con Vigo e Verzunno a Bartolomeo Volta, cui venne confermato nel 1528 da Clemente VII.

Sui ruderi dell’antico fortilizio, che appartenne un dì, come dicemmo, alla gran Matelda, alla virago medioevale, si erge adesso il «Castello della Rocchètta» dovuto al genio multiforme, elevatissimo del compianto Cesare Mattei. È sul limitare del Limentra, presso la sua confluenza col fiume Reno.

La Rocchètta è uno stupendo monumento d’arte arabesca; severo all’esterno, magnifico nell’interno, se non presenta la grandiosità degli antichi monumenti, che ci lasciarono gli Arabi, tuttavia è degno di quell’architettura capricciosa, gaia e melanconica a un tempo, fantastica così da trasportarci fra altri costumi, in mezzo ad altra gente...1

Il Conte Cesare Mattei fu un originale impasto di scenziato di feudatario, di taumuturgo, di elemosiniero, d’artista, fu un uomo d’ingegno grande e di cuore altrettanto grande. Nacque in Bologna l’11 Gennaio 1809, e cessò di vivere, nella sua Rocchètta, il 3 Aprile 1896 fra il generale compianto2.

Le cure elettromeopatiche del Conte Mattei ebbero ed hanno credito grandissimo in ogni parte del mondo civile: la sua Rocchètta fu ed è per moltissimi, una [p. 162 modifica] probatica piscina: i suoi medicamenti, speranza e conforto di miriadi d’infermi... Anche oggi la sua elettromeopatica ha numerosissimi e fervidi seguaci, e Riola, la sua Rocchètta sono tuttora mèta di calde speranze; i suoi farmaci ricercatissimi.

«Hisce nova ex herbis manu medicina paratur».

Era questo il motto dell’uomo di genio — motto che si legge nella sua Rocchètta — applicato ai suoi medicamenti... Quanti animi han mai commosso quei detti suoi!

Fine.

Note

  1. Giannitrapani Domenico — Guida alla Rocchetta del C. Cesare Mattei. Bologna Zanichelli MDCCCLXXXII.
  2. Bonaiuti Agrippina. — Elettromeopatia del Conte Cesare Mattei. — A chi restò il secreto? — Bologna. Stab. Tip. Zamorani e Albertozzi. 1900.