Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 11

N. 11 - 17 marzo 1844

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[p. 43 modifica]— 45 — —«fflE ANNO IL.-N. 11. SU MILANO DOMENICA. 17 Marzo 1844. Si pubblica ogni domenica. — Ad corso dcll’anno si danno ai signori Associali dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il (piale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica ni sicale. — l’er (pici Signori Associati clic amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo dì circa N. 2(100 pezzi di musica dal (piale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a A. i5i> pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga l’associazione annua: la metà, per la associazione semestrale. cggasi l’avvertimento pubblicato nei Foglio A. 50, anno II, 1S43. • La musique. par des inflexions vives. accentuées. et,» pour ainsi dire, parlantes, exprime, toutes les pas• sinus, peint tous les tableaux, rend tous les objets.» soumet la nature entière a ses savantes imitations,» et porte ainsi jusqu’au coeur de, T homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Hou SS KJ V. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e alla Musica è di effctiive Austriache L. 12 per semestre, ed eflellive Austiaclic L. 14 affrancata di porlo fino ai conlini della Monarchia Austriaca: il doppio por l’associa/ione annuale. La spedizione dei pezzi di musica tiene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio /ìicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso I l (lìciti della Gazzetta in casa fìicordi. contrada degli Omcnoni A’.0 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica c presso gli l’Ilici postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. 1. Studi biografici. Dell’indole (lei pregi e dei (lifelli delle composizioni di Meyerbeer. - IL Delle cause che conducono a mal partilo le Opere riprodotte senza riniervento dell’autore. - 11!, (’.orso di Storia e Teoria nell’armonia del signor Félis, nelle sale del sig. Uerz, a Parigi. - IV. Notizie musicali diverse. Venezia. Emani del M. Verdi. - V. Pubblicazioni musicali. STUDJ BIOGRAFICI DELV INDOLE, DEI PREGI E DEI DIFETTI DELLE (Vedi N. 6 c 8, anno Î84-4-). É^un merito de’Tedeschi il componimento de’caratteri o tipi drammatici nella musica. Tutti i grandi maestri alemanni mostrano essersi esclusivamente occupali di questa parte principalissima dell arte. Osservate Beethoven e A cher. Agata, Max e Gasper nel Freyschiitz; Eleonora e Florestano nel Fidelio, quali potenti creazioni! Come ogni cosa è ottimamente distribuita, ferma, chiara, precisa! come è impossibile all" uno cantare la frase dell’altro e appropriarsela! come la correzione delle linee non lascia agli occhi confusione di sorta in quelle solenne pitture! Ognuno di que’ personaggi è circoscritto da un sentimento, attraverso del quale comunica col mondo esteriore. Semplice è dapprima l’idea, la quale complicandosi mano mano che altre si aggruppano intorno di quella, e de’ propri lor raggi la fanno feconda senza punto nè poco la prima inalterabile indole. Un è nella mente del musico tedesco mutarne carattere come il carattere cor esso motivo nella sua orchestra. Esso nasce isolato, poi si cementa annoila folla degli istromenti, la qual folla lo avvolge, e trascina dietro, ed egli, in mezzo di tante diverse voci, di tanti elementi accozzali per annientarlo, segue sempre sua via, e serba fino alla fine la sua naturale individualità. Non cito che Weber e Beethoven, perocché di Mozart non occorre parlare. Con chi pareggiarlo? di che scuola è rappresentante colui che solo sta ritto sur un deserto pinnacolo, dove giugnere possono appena gli occhi delFintelligenza? E un italiano chi ha scritto il Don.! Giovanni e 11 Fiatilo magico! è un tedesco fautore delle F azze di Figaro. il creatore di Chut libino? Che induzione può i farsi a profitto dell arte dal magistero! d un uomo che ha scritto come non si i era mai scritto, e cantalo come mai si cantei’à? Le Opere di Mozart si fiutano come j| un fiore, si contemplano come una stella. Volerle studiare è follia: là non sono nè I calcolo ne scienza, ma pretta rivelazione. La chiave di cotali misteri non si può chiedere che alla natura. 17augello che vola, non lascia traccia dell’ali come filoni che cammina, forma de’piedi. Quando un grande esempio a loro contemporanei volevano presentare gli antichi, lo assumevano anzi fra gli uomini che fra gli Dei} perciò volli citare Beethoven e Weber in cambio di Mozart (1). Ciò che si ammira dapprima ne’ grandi maestri tedeschi è l’essere eglino sommamente solleciti nella creazione de’ lor personaggi nel tenerli, quanta è la lor possibilità, distinti dalla moltitudine, affinchè operino liberamente, e vivano della propria lor vita, nello sviluppare da ultimo fino alle minime conseguenze la passione della quale hanno deposto nelle loro anime il germe. Ora, codesta pretendenza della musica alle solide qualità della composi-, zione in un popolo avente una poesia vaporosa.fantastica e poco solitamente curantesi della precisione della forma, è cosa, non può negarsi, bizzarra, e che potrebbe all’uopo servire di arma contro 1 opinione di quelli che avvisano, la poesia e la musica ambe avere in un popolo le stesse virtù e gli stessi difetti. Nulla infatti rende men somiglianza a caratteri pronunciati di Weber de’ personaggi indecisi di Schiller (2). Sono entrambi fratelli, figli entrambi (1) Questo sfarzo (Fcniusiasmo che può perdonarsi ad un estetico tedesco, sarebbe a dirsi troppo esclusivo se dettalo dalla penna di un Italiano; e perciò è necessario il riportarsi alla riserva da noi fatta nelle poche righe premesse alia prima parlo di questo studio, ove abbiamo manifestato chiaramente le nostre speciali simpatie e ammirazioni per colui che riputiamo davvero il più grande ira i compositori antichi e contemporanei e vogliamo dire, Rossini. (2) Se il chiarissimo autore del presente. articolo avesse citali i Masnadieri di Schiller sua prima tragedia, e scritta a (paci tempo della sua ita, in cui non poteva ancor ben conoscere né gli uomini, nè le cose, reggerebbe per avventura la proposizione; se in cambio di Schiller avesse citalo il Fausto di Goethe, reggerebbe pur tuttavia; ma se il Guglielmo Teli, se il Wallenslein, se la Maria Stuarda di Schiller non delle medesime sabbie e delle verdi campagne del Reno, selilien l’uno disegni con 1 antica austerità del vecchio Alberto Durer } f altro adombri appena la differenza delle sue vaghe figure, le quali per poco non si confondono nell’etere luminoso die Le circonda. Schiller, uomo di vagheggiamenti e d inspirazione, canta sempre, così come vivesse sotto il zefliro del cielo di CimaQuando alla generali’ composizione dei caratteri, il signor Meyerbeer appartiene intieramente oggidì alla scuola tedesca. Oltrech egli è addentrato ne più profondi misteri del contrappunto, fautore di Roberto il Diavolo e degli Ugonotti, ha un raro sentimento della poesia, il quale attraversa, coiiie raggio di luce, la densezza talor tenebrosa della sua scienza, e alle sue più aride combinazioni dà un’apparenza d inspirazione. Nel suo commercio con le generose e fecondatrici anime di Shakspeare. di Goethe, e de’due sommi poeti italiani Dante e Petrarca, ottenne la sublimità del pensiero, e insieme la bramosia di ben fare che senza posa il travaglia, e la costante mira a uno scopo difficile, e tutte, in una parola. le diligenze che sovranamente il distinguono. Il signor Meverbeer, genio infaticabile e perseverante, conduce un’opera lodevolissima (lasciando stare alcune concessioni, e per avventura soverchie, ch’egli ha fatte al gusto del pubblico), ei suoi fausti successi necerca solitamente i gli espedienti che l’arte gli somministra. Dall indole sua e dagli studj portato al culto del vero bello, se gli esperimenti talvolta non gli succedono prosperi, mai non è colpa della volontà} e la critica rispetto a lui, conformar si dovrebbe più che non fa, al detto del Salmista: In terra pa.r hominibus bonce oolunlatis. Codesta preoccupazione del signor Meyerbeer nel Roberto il Diavolo ad ogni istante trapela. Non pretendo già dire ch’ei sia in ogni parte felicemente riuscito} ma dove pure c è pecca, la non procede dalf intenzione. Egli ha, lo confesso, stranamente esagerato la lisonomia di certi personaggi, e più che I anima curatone l’abito: non importa, f esperimento sussiste. D’altra parte come poteva non dar negli agguati, che parevano tendergli ad ogni passo gli autori del libretto? Cilecche ne sia, il hanno cavalieri cerli c assoluti, o mi inganno o nè Shakspeare, nè Laideron, i due principi della tragedia romantica, gli avranno. <$■ “C [p. 44 modifica]- u carattere d’AIice è di tutta invenzione del signor Meyerbeer. Ciò’ che in questo carattere soprattutto mi piace. è il non ismentirsi mai ch’essa fa dal principio alla line. Alice, anche nell’ore dell’inspirazione sua la più fervida, è sempre la bionda fanciulla, piacevole, rassegnata e sottomessa che conoscete a’ primi atti. Tutta la malinconia e serena passione, tutta la melodiosa grazia dello spèntilo in esso lei riconcentrasi. Mostra il signor Meyerbeer di avere fino dal primo giorno prediletto codesto carattere. Egli ha versato nell’animo di quella schietta fanciulla, come in vaso prezioso. la più pura essenza del suo pensiero. E quando il tempo porrà la falce allo spartito di Roberto il Jfiavolo. rispetterà quella cara creazione, portandola sotto alle sue ali. come donna, cui arda la casa, fogge seco recando le più stimabili gemme. Mi duole non poter dir altrettanto di Roberto. personaggio cavalleresco, tronfio di esagerazione, smargiasso, che sembra essersi accollata la briga di recitare tutte le frasi comuni dello spartito; nè il Feltrarne^ povero diavolo nelle viscere di padre, buon uomo che porta alle tempia, in cambio della benda lutale dell’angelo tenebroso, la corona de’capelli grigi d’un vecchio Gerente da Commedia. Le medesime cure poste dal sig. Meyerbeer nella parte d’AIice ha spese eziandio nel carattere di Marcello, degli Ugonotti, i il qual carattere gli appartiene, e 1 ha intieramente concetto egli stesso. Vedendo che non gli somministrava il poeta che figure meschine, prese egli in mano i argilla, si foggiò egli una figura a suo senno, la quale poter poscia degnamente animare. II carattere di Marcello si aggira entro ad austero e semplice ambito di melodia. Alf apparire in iscena del vecchio servo, Smette 1 orchestra le mondane sue grazie, e assume un aria di ruvidezza che singolarmente contrasta colle sue consuete abitudini: le si fa quasi sempre compagno il canto corale di L’utero; e tale è la fecondità dei partiti de) sig. Meyerbeer, che ad ogni tratto con la islrumenlazione si modifica il cauto, e a seconda delle circostanze diviene oi’ malinconico, ora solenne. Nulladimeno, per sublimi che siano le qualità istrumentali spiegate dal sig. Meyerbeer approposito del dotto canto corale, non iscusano ancora lo strano abuso ch’egli ne fa nell’intiera sua opera. Pare che il sig. Meyerbeer sia d avviso che per comporre un carattere secondo le regole dell’arte, basti dare al personaggio del libretto un motivo caratteristico che I* accompagni. Ma quest’è un grave errore. Se le cose fossero in questi termini, ciascuno che avesse trovato un motivo nel suo pianoforte potrebbe tosto applicarlo a qualche bella immaginazione di Shalvspeare, e credersi, cosi adoperando, l’eguale di Mozart o almeno di Weber. Ciò che costituisce un carattere non è ella un’idea, sì veramente una successione di analoghe idee; altrimenti, ripeto, 1 opera della creazione sarebbe di nessuna difficoltà. Osservale, per modo d esempio, quante idee ha profuse Mozart nella parte di Don Giovanni, la più perfetta creazione, la più una che si conosca. Forse 1 introduzione, in cui Don Giovanni ammazza in duello il commendatore, quanto alla frase musicale rassomiglia al! finale, in cui, con ancora la spada alla । mano, respinge Ottavia e i contadini che

lo minacciano? Forse il: Fin. che dal vino. quel canto di ebbrezza del libertino maledetto dal cielo, apparisce nell* orchestra durante la formidabile scena della statua, come una rimembranza del delitto all’ora solenne dell’espiazione? Eppure chi non coglie i misteriosi rapporti che collegano insieme codeste melodie? Quale spettatore intelligente e collocato tantalio da dominare l’opera eh egli ascolta, non rimane trasecolato a veder sorgere l’unità dai più disparati elementi? Ognuno si accorge che tutti codesti pensieri escono dallo stesso cervello, tutte codeste faville dalla stessa fornace^ ognuno, che tutte codeste sonore fronde, dissomiglianti I una dall altra, si spiccano dallo stesso albero. Altrettanto può dirsi di Weber. Tutte le frasi di Gaspare, nel Freyschiitz-. sono improntate di un tetro carattere di maledizione e fatalità, e somigli lodia? chi pertanto può dire che I una all altra o nel ritmo o nella me(S.7/YZ continuato} scile cause die conducono a mal partito le opere riprodotte senza l’intervento dell’autore (1). per Io parlo per ver dire nè odio d’altrui, nè per disprezzo. Pclr. Egli è comune lamento fra i maestri-compositori, che le loro produzioni, passando da un teatro all’altro, vengano così barbaramente mutilale, sconciate, c ridotte in modo da non esser più riconoscibili. Varie sono le cause di tanto malanno; per ora, (2) non parlerò che della principale, quale si è la poca cura, il Bissano amore, e, fors’anco, la prava coscienza dei maestri-concertatori che sono destinali a metter in iscena le opere altrui.... Vi avranno certamente delle eccezioni a farsi nella generalità di cui io intendo parlare: ma elleno sono, a mio credere, così rare, che il riscontrarle è una vera scoperta degna di (piesto secolo, corrivo, anziché no, a vederne ovunque.... Vi sono diverse classi di maestri-eoncerlatori, come vi sono diverse categorie di teatri, cioè, di primo, di secondo, di terzo cartello, (termine di camerino): così l’ignorante.... Nei grandi tealri il maestro-coneeftatore è l’organo principale. (leU’Impresa: egli è, apparentemente, il buon servitore di lei, e l’amico a tutte prove, Iranno (piando propone alla slessa, indi’ interesse coi/iuiie, qualche debilitante forestiera, da lui educala o finita al bel canto italiano, c. tranne maggiormente più, quando con l’abile e. conscienziosa sua coopcrazione contribuisce al cali ivo esito di qualche sparlilo, dall’Impresa procuratosi a caro prezzo. Siccome poi egli è, od è siato un maestro-compositore, che si è arrenalo od ha fallo naufragio, così ha troppo rancore nell’animo perchè veda con piacere che altri, più felice di lui, arrivi, sano c salvo, alla meta: Eccoli perciò in continua guerra, siccome nemici naturali, colle glorie nascenti, e col merito sconosciuto dei giovani principiatili i (piali non abbiano avuto l’avvedutezza di gettare qualche brano di focaccia nelle fauci del Can-l’.crbero. Guai al primo spartito che lor cade nelle mani, e guai tre volte, se desso spartito piacque altrove!! Nei tealri di second’ordine, e nei piccoli teatri, il maeslro-conecrtatorc si è, per lo più, il maestro di Cappella del rispettivo luogo che si adopera al disimpegno della circostanza. Qualche volta l’impresario conduce con sè a tal uopo qualche macstrino-accompagnalore, che, poco (1) E uffizio di questa Gazzella E investigare l’origine, per (pianto rimola ella sia, disgustosa ed ingrata, di certe piaghe che deturpano il nostro teatro. Epperò non sarà fuori di proposito lo scoprirne una gravissima quale si è. quella che forma il soggetto di (piesle osservazioni. E un tema che abbiamo già trattalo altra volta, (vedi nel foglio N.° XLV11I. ì.a Annata l’articolo intitolalo Le Opere di ripiego) ma che è bene svolgere di nuovo con altre e meno generali osservazioni. (2) In altro articolo ci faremo a dimostrare le altre cause più o meno malaugurate, e. funeste quali tutte concorrono a perdere nella loro riputazione le più belle opere del giorno!!.. •OR? esperto nel cammino che ha da percorrere, ad ogni tratto inciampica c si trova fuori di strada. Dall’altro canto il maestro di Cappella, che può essere benissimo un uomo di merito, pecca ncll’esser ligio ed accondiscendente troppo, accontentandosi di una esecuzione approssimativa, (Dio sa cornei), poiché non vuole disgustare, con maggiori ripetizioni, i professori d’orchestra, che sono gli stessi esecutori della sua musica da Chiesa: inoltre, accomodandosi alla loro infingardaggine od alla loro incapacità fassi a semplieificare le parti di ciascuno, togliendo per esempio, le note pizzicale di basso continuo che danno fastidio al suo amico, il C.ontrabasso, lasciandovi soltanto la nota fondamentale; e così, cogli altri suoi buoni amici dell" orchestra, a chi leva un a solo per intero, a chi una parte di esso; questi fa tacere in un passo difficile, a quell’altro lascia fare, (pianto più gli pare e piace, giacché egli è un distinto dilettante che suona (piando, e come vuole... NeH’istessa guisa poi si adopera il lirav’uomo a prò dei cantanti che a lui furono raccomandali, e con cui, dal bel primo giorno, ha scambialo il tu ed il voi nella maggior dîmes! ichczza del mondo. Alla prima donna verrà, per esempio, il capriccio di levare dallo sparlilo una cabaletta ed inserirne altra di altro autore: niente di più facile, benché la seconda sia in tuono dissimigliantc ed estranea al carattere, allo siile della musica, ed al significalo delle parole. In (pianto al tuono, è abbastanza notoria, anzi é proverbiale I’ abilità che hanno colestoro, lutti quanti, di passare di botto colla disinvoltura del più grande armonista (il quale, peraltro, non pui) far a meno degli accordi intcrmedj), da un tuono all’altro per distante ch’ei sia. In quanto al rimanente delle sconvenienze sovraesposte, ci pensi il buon senso del pubblico rispettabile. Non parlo poi dei tagli, e delle sostituzioni che richiede il pubblico o direttamente o indirellanienle, che esige la direzione, e che suggeriscono i consiglieri dell’imprésa per il meglio della cosa, o per il meglio delle persone; il maeslro-concerta’ore è sempre lì pronto a tagliare, a rammendare, c rimediare a lutto, ben inteso nei modi che gli son proprj, cioè, con certi passaggi di tuono da far spiritare, i cani, e con certe aggiunzioni, in proprio, di frasi semplici ficaie, o rese adorne, e di cadenze alzate o ribassate col vero latto di uomini del mestiere, come sono, di artigiani-artisti (1). Una musica dunque così sconciala nella sua interezza, svisata con sostituzioni estranee, ritratta malamente nelle sue intenzioni, non dovrà ella produrre, quant inique bella, (ull’altro che il dovuto effetto, a detrimento dell’autore, degli uditori, e di un arte, che. è rispettata da tutti, tranne da chi la professa per mestiere?... Pier-Angelo Minoli. © (I) Ripetiamo di bel nuovo che vi hanno delle eccezioni a farsi, le quali io rispetto c venero quanto altri inai... Corso di nia dei Storia e Teoria wiill’armosignor rétifì. nelle sale del signor llei’i, a Parigi, (Vedasi alle Notizie ). Le ultime sedute di questo corso ebbero un interesse maggiore delle prime. iNella terza il signor Fétis fece conoscere forinole nuove di modulazione di un effetto assai vivo. inaspettato, di’ egli dedusse a priori dai suoi priucipii cosi semplici quanto fecondi. L’ultima adunanza fu impiegata nell’analisi dei principali sistemi d*armonia che si cercò dì far prevalere dall’origine della scienza sino all epoca attuale. L esimio professore vi fece prove di vedute altrettanto profonde che giuste, e d’un* erudizione che colpi di stupore tutta 1 assemblea. Un accidente diede alla fine di questa seduta una specie d’interesse drammatico inaspettato. Il signor Fétis aveva annunciato, nella sua terza lezione, che se si trovasse fra i suoi uditori qualche persona che credesse avere alcune obbiezioni da presentare contro le basi della sua teoria, pregava perchè le si facessero conoscere col mezzo di lettere prima della sua quarta adunanza, acciocché potesse annunciarne una quinta che non sarebbe più una le. zione, ma una conferenza sulle obbiezioni [p. 45 modifica]- 45 s presentate. Un solo campione, il sig. Barberesti.. professore d Armonia che gode a Parigi d una certa riputazione e che pubUi blica in questo momento un libro su questa © scienza, si è presentato. Nella sua lettera al signor Fétis, espone sette obbiezioni princii pali ma dichiara terminando ch’egli non accettava la loro discussione in adunanza pubblica, dimandando solamente eh ella avesse luogo al cospetto di una specie di giuri composto di ventiquattro persone, dodici delle quali sarebbero scelte dal signor Fétis, e dodici da lui. j " Dopo aver terminato la sua analisi il signor Fétis lesse la line della lettera del i signor Barbereau, ma senza farne conoscere il nome, ed esprimendo il dispiacere che non gli fosse permesso di discuterne immediatamente le obbiezioni, senza il consenso del loro autore. Al sentir ciò il sig. Barbereau, che trova vasi presente nella sala, dichiarò i che acconsentiva a questa discussione del signor Fétis, ma aggiungendo che non vi prenderebbe parte. Una agitazione molto viva si manifestò tosto nell assemblea, e f attenzione si raddoppiò dalle prime parole del professore. Malgrado f intenzione dichiarata dal sii gnor Barbereau di non prender parte alla । discussione delle sue obiezioni, fu però spinto a prendere la parola dagli incalzanti argomenti del signor Fétis ma I eI videnza divenne ben presto tanto potente a favore dei principj del dotto professore, i che 1 assemblea a molle riprese diede prova della sua adesione per le sue parole. e il signor Barbereau prese il partito d’osservare il silenzio lutto il resto della seduta. ((•?. et R. M. de Paris}. I ’ NOTÌZIE MUSICALI DIVERSE — Venezia. Gran Teatro della Fenice Emani!, poesia ili JF. JVJI., musica del maestro Verdi. La riuscita di questa nuova si vivamente desiderata j Opera dell’Autore del Nabucco e dei Lombardi fu brillantissima.: Le corrispondenze particolari abbondano di frasi eni tusiastiche, a riprodurre le quali potremmo correre 1 rischio di essere tacciati di esagerazione. Per esonerarci di ogni responsabilità, crediamo savio consiglio il ripetere in queste colonne il giudizio che del nuovo for> lunato Spartito del nostro Verdi ebbe a dare la Gazzetta privilegiala di Venezia. E siccome abbiamo lusinga! che questo Emani si riprodurrà al più presto sulle scene del nostro Gran Teatro, così ci riserbiamo in quell’occasione a manifestare il particolare nostro giudizio intorno ai pregi del libro e a que’ più splendidi della musica. Ecco le parole del bravo Locateli!: L’opera comincia con un coro di banditi; poi entra Emani in iscena con un’aria di stile amoroso, cantata I con molta soavità ed affetto dal Guasco, il nuovo tenore. Il Guasco è un cantante di macstro’saperc; ha bella scuola, bei modi di canto; la voce stessa è di bellissima tempra; ma ella manca di robustezza e facilmente si appanna e s’oscura, quantùnque il maestro non gli abbia scritto molti pezzi di forza. Peccalo! L’aria di ElI vira, la Donna Sol di Vittor Hugo, che viene appresso, è d’un genere concitato e robusto, ed c cantata con grand’anima e vigore della Lowe, che piacque più ancora la seconda che la prima sera, perchè parve che in questa troppo non tenesse a freno la voce nella sua cabaletta, bella in ispecie pel vivace accompagnamento dell’orchestra. Il duetto e il terzetto che seguitano non fecero eguale impressione, benché ricchi non meno di belle armonie e conveniente efficacia del canto. Ma tutti,$) i voti furono vinti dal largo del finale; composizione veramente magistrale, per quelle gagliarde e sapienti armonie così largamente disposte e intrecciate, e di sì mirabile effetto che ne rimasero rapiti i dotti del pari e gl’indotti. La seconda parte s’apre co’suoni festivi ed a ballo. che per essere d’uno stile comune c popolare,anzi l’he no, non perdono nulla della loro vaghezza, e s’ascoltano con diletto, massime allor che, interrotti, si ripigliano in mezzo a più gravi concenti. Qui è un duetto tra Emani ed Lira, in cui meravigliosamente s’uniscono le voci de’due cantanti, e l’aria o romanza che vogliasi dire, di D. darlo, che per la soavità della melodia può paragonarsi a quella famosa del tenore nei I Puritani, c ch’è cantata con garbo, e grande maestria, con facili e nitido fioriture dal Soperchi che, e qui e nell’altra grand’aria della terza parte, crebbe di cento doppi; così accortamente il maestro seppe valersi dei suoi mezzi, e metterli in mostra. Questa second’aria è bella in ispecie pel pensiero sublime della stretta, in cui con una squillante e mollo espressiva armonia insorge in tutto il suo pieno l’orchestra ad accompagnar le parole: E vincitor de’secoli II nome mio farò. Ora è il bel coro de’ congiurati, che pel pregio di composi zinne nel primo tempo, può paragonarsi al largo della prima parle, c vince nella stretta pel brio e la vivacità della cantilena gli stessi cori più bei del /Tabacco e dei Lombardi - Ma quando già in fine dello spartito, dopo tanta musicale dovizia e tanto ricevuto diletto si sarebbe forse temuto che l’estro del compositore non avesse potuto più in alto spingere il volo, il più bello era ancora da udirsi: il terzetto tra Elvira, Emani e D. Silva, che chiude l’opera, ed è veramente per bellezza d’invenzione, d’artifizio c di suoni cosa lutto sublime e inspirala. 1 cantanti egregiamente lo dissero e più drammatica non potrebbe esser l’azione del Guasco c della Lowe. I nomi convengono spesso alle cose: un Selva rappresenta la parte di Silva, attor nuovo, ma che per la bella sua voce di basso profondo e per la virtù de! canto adoperata nella sua aria e più ancora ne’ pezzi concertati, ch’ebbero da lui sì possente rilievo, si mostrò ben degno del teatro al quale è salito. La musica ha fatto una sì viva impressione che fin da domenica la gente, uscendo dal teatro, canterellava già i cari motivi dell’aria del Guasco e del Soperchi. Gli avevano mandati a memoria e questo è privilegio della buona musica, che udita appena, si stampa nella mente e si fa popolare. 11 maestro Verdi ha una ricca, felice immaginazione, e pari all immaginazione è il buon gusto. — Pahigi. Nel concerto dato dalla France, musicale il giorno ‘23 Febbrajo, si distinse fra gli altri il violoncellista Pialli, allievo del nostro Conservatorio. Ecco come detto giornale parla di lui. • Il sig. Piatti è un artista di mollo talento; fa sentir bene la frase, e suona con molta espressione; la qualità di voce circi sa cavare è bella; fa assai bene lo staccalo e le doppie corde negli acuti; ei sa trarre molto effetto da certe note gravi pizzicale, circi sa mischiare con molta bravura al canto di mezzo. Il sig. Piatti pare destinato ad ottenere brillanti successi, allorché egli avrà fatto conoscenza col suo pubblico, allorché, avrà imparato a combinare i suoi effetti in modo da metterli in luce, c farli dipendere gli imi dagli altri, e sopra lutto quando avrà acquistalo il colpo d’occhio necessario per afferrare quella misura c quel giusto livello convenienti in un a solo. Non ha più bisogno che di esperienza. Il più è già fallo. Il tolto non istà già nel saper la sua arte; havvi un’alte’arte che consiste nel dimostrare c far valere la prima.» — Abbiamo già fatto cenno dell’esito brillante dell’opérà-comique in tre alti del sig. Ad. Adam, Cagliostro. Questo spartito, che il sig. Ad. Adam scrisse sull’iniercssanle poèma del sig. Scribe e V. Giorgio ottenne gli elogi di tutti i giornali parigini. Fra questi i principali sono la Eresse, la Quotidienne, il Constitutionnel, L’Echo Français, la France monarchique: finalmente nel Feuilleton del Journal des Débats si legge. «La musica del sig. Adam è come tutto ciò ch’egli scrive, semplice, chiara c facile: però questa volta si vede ch’egli non lasciò scorrere la penna liberamente come fa d’ordinario, ma vi mise tutta la sua attenzione a ben dirigerla. Tutto in questo spartito è accurato, lo arie, i pezzi d’insieme, la parte delle voci e quella dell’orchestra. Bisogna notare tre arie molto belle; quella di Gorilla nel I.° atto. È un capriccio il di cui tema però ricorda troppo un’aria celebre della Gazza Ladra di Rossini; quella di Mockcr che vien dopo, e l’invocazione di Cagliostro, Fortune! la di cui frase principale è d’un gusto squisito e si sviluppa ingrandendosi. L’aria di Caraccioli che descrive il laboratorio del suo padrone ha molto colorito e contiene molti effetti d’orchestra, la di cui bizzarria è abbastanza motivala. Ma il - miglior pezzo è evidentemente l’ultimo, quello della scena del magnetismo.» — Donizetti venne ultimamente decorato da sua Mae| stà Dona Maria, alla quale egli dedicò il suo spartito Dom Sébastien, dell’ordine della Concezione, che è la più onorifica distinzione che si possa accordare in Portogallo. Quest’opera dove essere quanto prima rappresentata sul teatro reale di Lisbona. — Uno dei più brillanti satelliti della gran plcjade dei pianisti!, il sig. Teodoro Dùhler, arrivò a Parigi la settimana scorsa. Egli ottenne grandi successi in tutte le principali città della provincia che ha di fresco percorse, e questi successi, non sono che le primizio di quelli che lo aspettano fra noi. Fra le nuove composizioni che suonerà, dobbiamo notarne una bellissima di mezzana lunghezza sull’aria di Dupiez nel Doni Sébastien. — Il Chirogimnaste. del (piale si è già parlato nella nostra Gazzetta, questo ingegnoso apparecchio inventato da si poco tempo, dal sig. Casimiro Martin, è adottato già, non solamente dai più abili professori e dai loro allievi, ma bensì nelle classi dei Conscrvatorii di Parigi c di Londra e in quelle delle principali pensioni della capitale: la provincia ne segue già il possenti’ impulso; e ben presto I’ uso del Chirogimnaste sarà cosi generale, quanto il cembalo, di cui è il complemento. — La Ilevue et Gazette musicale di Parigi annuncia che i signori Meyerbeer. Rossini e Fétis padre, comandarono al sig. Adolfo Sax, per l’uso di varii Stabilimenti da essi diretti. molti istromenti inventati e perfezionati da questo giovine artista. Fatti tanto positivi, e testimonianze così onorifiche, rispondono vittoriosamente agli allochi della maldicenza. — Il clero cattolico di Morficld-Chapel scrisse alla vedova di Weber, per offrirle di fare trasportare Is, ceneri dell’illustre compositore a Dresda, e di pagare le spese di trasporto. Non sappiamo ciò che la signora Weber avrà risposto, ma temiamo che nella posizione ove si trova, questo regalo funebre non diventi per essa un carico di più. — La Iberna musical c’informa, come a testimonianza del suo successo, d un fatto che coi nostri costumi ci parca bizzarro, e che noi citiamo per far vedere qual grado d entusiasmo inspira l’arte musicale nella Spagna. 1 redattori di questo giornale s’erano riuniti a un banchetto il due di questo mese; ad un tratto nel bel mezzo del pranzo sono sorpresi aggradevolmcnte per 1 entrata dei domestici portanti pialli d’argento. Sopra uno di questi cranvi dolci con questo motto:.7 los redactores de la Iberia musical y literariii varias suscntoras cntusiastas de la Juvcntud ilustrada. • L’altro piatto d’argento conteneva varii regali offerti dalle belle abbonale a quei scrittori che si sono fatti campioni della loro arte favorita. Questi oggetti preziosi per la materia, come per esempio, un porta-lapis in oro, un occhialino in oro, un souvenir in velluto, una cravatta in ricamo, ecc., sono stali estratti alla sorte dai felici regalali i quali fecero subito un toast in onore delle sconosciute donatrici. — Sphor, il celebre violinista e compositore, è finalmente uscito dall’apatia ove sembrava essersi addormentato per sempre; egli suonò recentemente in un concerto dato a Assia Gassel dalla signora Willmann. — Al Teatro Francese dcIl’Aja diedero recentemente V Ambasciatrice, d’Auber; al Teatro Italiano, beatrice Tenda. La figlia dell’arciere, opera in 4 alti di l’edrotti é in ripetizione. Al Salone delle Farietà, si dà una traduzione olandese del Uscente di Lètoriercs, che venne trasformalo in Burgravio. — Il sig.!■ ranccsco Bonoldi maestro di canto al conservatorio di Ginevra, ed allievo dcll’I. R. nostro conservatorio fu nominalo non ha guari membro onorario della celebre accademia filarmonica di Bologna, dietro proposta di Rossini il (piale fece valere i titoli del candidato suo protetto, fondandosi sul distinto merito del Dentier Chant du Tasse, La Serenade, la Cataracte de la JVarva, lodevoli e pregiate composizioni del detto sig. maestro Bonoldi. — L’Opera Corrado d’Altamura del maestro Federico Ricci datasi al Teatro Italiano, svegliò non pochi opposti giudizii, c mise poco meno che in orgasmo il giornalismo parigino. La France musicale non si addimostra punto favorevole al nuovo maestro italiano che osò aspirare all’applauso di un pubblico tanto avaro delle sue benevole dimostrazioni ai Bellini, ai Donizetti ai Merendante, ai Bacini; ma forse la France musicale poteva limitarsi a recare severo giudizio della musica del Corrado, senza compiacersi troppo evidentemente di certi epigrammi alquanto acri che per avventura non mascherano abbastanza un tal (piale spirilo di parzialità. Il monde musicale all incontro nel riferire l’esito del Corrado d’Allumina ci parla di brillante successo, di applausi unanimi, ci assicura che la partizione del Ricci é lavoro très-remarquable e diffondendosi a darne un’analisi, trova bellezze di primo ordine in ogni e singolo pezzo; e conchiude l’articolo con queste parole» En somme succès complet.» - Quanto a noi sogghigneremo; Il Corrado di Ricci fu composto per il nostro gran Tea [p. 46 modifica]tro e lodevolmente eseguito sotto la direzione dell’egregio maestro. Ognuno adunque de’ nostri lettori ch’ebbe ad udire quell'opera alla sua prima comparsa, dotato che sia di sufficiente intelligenza e gusto, potrà far ragione dei disparati giudizii dei fogli di Parigi edite quali tra essi fossero troppo prodighi di biasimo c quali abbondassero troppo di lodi.

— In questo momento il signor Fétis, direttore del Conservatorio di Bruxelles, dà, nelle Sale del sig. Herz, un corso di lezioni pubbliche e gratuite sopra l’istoria e la teoria dell’armonia. Il fiore della società, artisti, e dilettanti, letterati e scienziati, assistono con premura alle sedute dell’esimio Professore. Ebbesi pure a rimarcare il concorso di varie signore, le quali, nell’escire hanno dimostrato qualche sorpresa di avere, così di leggieri, compreso il linguaggio di una scienza che nei metodi ordinarj è tanto astrusa alla comune intelligenza. Il sig. Fétis si propone d’invitar coloro che avevano a muovergli delle obiezioni relativamente a’ suoi principj, di presentarsi a lui nell’ultima seduta ch’ci terrà, e che prenderà non già il carattere di una lezione, ma di una conferenza. (Vedi l’articolo che si dà in questo stesso foglio).

Lipsia. Le signore Milanollo hanno dato quivi un concerto in cui, benché il prezzo dei posti fosse stato raddoppiato, la sala era piena, zeppa di gente. Si disse di loro: Maria suona come una bambina-portento. Teresa, come un Angelo.Berlino. Meyerbeer ebbe, giorni sono, un’udienza dal Re il quale non ha accettato la dimissione presentata dall’illustre maestro. S. M. gli ha accordato, invece, un nuovo congedo, onde ultimare a suo bell’agio la cantata che deve inaugurare l’apertura del nuovo teatro dell’Opera. D’or in avanti, la direzione di questo stabilimento non entrerà più nelle attribuzioni dell’Intendente dei spettacoli. Così, Meyerbeer rimarrà più probabilmente al suo posto...

(Dai giornali eseri).

(Dalla Gazzetta Musicale di Vienna)


— La biografia di Liszt del D. G. Schilling, compilata dietro le partecipazioni dell’artista, col ritratto di Liszt, verrà quanto prima alla luce in Stuttgart.

— L’Oratorio Paulus di Mendelssohn fu tradotto in francese dal signor Maurizio Bourges, ed in italiano dal Marchese Domenico Capranica

— L’unione di musica del Duomo e il Mozarteo in Salisburgo fecero noto col loro secondo manifesto annuale del 4 febbrajo 1844, presentando la distinta della biblioteca, che devono particolarmente saper buon grado dell’aumento della stessa alla bontà degli editori Viennesi Artaria e C., quindi Tobia Haslinger e ad altri amatori dell’arte, i quali, seguendo il nobile esempio degli editori J. André, e Breitkopf e Hartel, arricchirono la Biblioteca musicale con gratuita cessione di musica d'ogni genere; laonde il valore della stessa ammonta ormai a 1953 fiorini fini. - Anche S. M. il Re di Sassonia si compiacque accordare a S. Eminenza il Cardinale e Protettore in uno scritto di sua propria mano a lui diretto, che il nome di S. M. venga registrato nel numero dei fautori e benefattori dell’Unione. - Prosperi questo utile Instituto, che è ad un tempo un onorevole monumento della venerazione di un popolo per il suo più gran maestro.

— S. M. il Re del Belgio si è degnato con uno scritto la gran medaglia d’oro al Pianista Cesare Augusto Franck. Da una parte della il ritratto di S. M. il Re, dall’altra la seguente inscrizione: Donné par le Roi à César Auguste Franck.

— Il piccolo Pianista Carlo Filtsch è partilo da Vienna il 1 del corrente alla volta di Venezia. Secondo i giudizj dei medici ei deve tenersi lontano dai primi studi per due anni, se vuol ristabilire la sua vacillante salute. Rimane a vedere se il clima mite e l’aria marina opereranno su lui con vantaggio

— Bazzini diede il 1 febbrajo un concerto a Kiel. Lo si paragona a Paganini, Lafont, Spohr, Ernst e Ole-Bull, e si chiama la sua esecuzione una momentanea inspirazione del cielo.

— Liszt ha intrapresa la sua funzione di maestro di Cappella a Veimar con molta energia. Lo spirito e il fuoco con cui egli studia i capolavori di Beethoven, Weber e Hummel, e che pose in iscena a diverse occa— sioni, trovarono la generale soddisfazione. Id.

- Fu rappresentato il 2 corrente al teatro an der Wien a Vienna il Vaudeville con canto in due atti «Die Spielkameraden» poesia di F. Kaiser, musica di Adolfo Müller. La musica, dice la Gazzetta Musicale di Vienna, è affatto mosaica; l’esecuzione fu pure lodevole.

— Corradino Kreutzer, che trovasi presentemente a Parigi, ha l’intenzione di scrivere un’opera francese, per la quale il sig. Scribe gli promise il libretto, se non glielo ha anche già dato.

- Il sig. Enrico Hitaval ha dato alla luce «Fiocchi di neve» per due pianoforti.

- Dreyschock trovavasi ancora al 13 p. p. in Brusselles, ove diede già due concerti nella sala del Vauxhall, ed ha entusiasmato i conoscitori dell'arte per l’originalità nel suonare, che consiste, come è noto nel prolungamento del suono e nella agilità della mano sinistra.





PUBBLICAZIONI MUSICALI DELL'I. R. STABILIMENTO DI GIOVANNI RICORDI



MELODRAMMA IN 3 ATTI DI G. ROSSI


LINDA DI CHAMOUNIX


MUSICA DI G. DONIZETTI


RIDUZIONI DIVERSE


L'Opera completa per Canto con accompagnamento Fr. 32 50
- - per Pianoforte solo (grande formato). . . " 18 -
- - per Pianoforte nello stile facile (piccolo formato) . " 14 -
- - per Pianoforte a 4 mani . . . . . . . . " 26 -
- - per Pianoforte e Violino . . . . . . " 24 -
- - per Pianoforte e Flauto . . . . . . . " 24 -
- - per due Violini, Viola e Violoncello . . . . . . " 20 -
L'Opera completa per due Violini e Viola Fr. 10 -
- - per due Violini . . . . . " 8 -
- - per Violino solo . . . . . . . . " 5 -
- - per Flauto, Violino, Viola e Violoncello . . . . " 20 -
- - per due Flauti . . . . . . " 20 -
- - per Flauto solo . . . . . . . " 8 -
- - Idem in forma di Studj (Riduzione del M. Tomassi) . . . . . . " 5 -


Tutte le suddette Riduzioni vendonsi anche a pezzi separati.

Il Libro della Poesia Fr. 1.



COMPOSIZIONI DIVERSE SOPRA L'OPERA SUDDETTA


Pianoforte solo.

Chotek. Divertissement (Op. 55). Fr. 2 75
Czerny. Introduction et Variations sur le Duo linai (Op. 397). . . . . . " 3 -
— Sinfonia trascritta nello stile brillante " 3 50
— Rondo sur les thèmes favoris (Op. 398) " 4 -
— Quatre Fantaisies élégantes sur les motifs les plus favoris (Op. 708) . . Chaque " 4 75
Diabelli. Quattro Potpourris. Ciascuno " 3 50
Hall. Reminiscenccs de Linda. Fantaisie brillante . . . . . . . " 4 75
Hermann. Fantasia in forma di gran Studio . . . . . . . " 5
— Rondò caratteristico . . . . . . . " 5
Herz H. Polonaise favorite. . . . " 2 25
Hünten. Fantaisie (Op. 126) . . . " 2 50
Lickl F. C. Le petit Savoyard. Impromptu sur la Ballata di Pierotto (Op. 67) . " 2 -
Louis. Deux Quadrilles brillans (avec accompagnement de Violon, Flûte, Flageolet ou Cornet ad libitum) . . . . " 2 50
Skiwa. Rondino sur les thèmes favoris (Op.7) " 2 75
Truzzi. La gioja delle madri. Suonatine facili (sotto i torchj).
Vanezura. Introduction et Variations faciles sur le Duo favori. A consolarmi affrettisi (Op. 35) " 1 75

Pianoforte a 4 mani.

Chotek. Divertissement (Op. 55). Fr. 4 75
Czerny. Sinfonia trascritta nello stile brillante. . . . . . " 5 -
— Quatre Fantaisies élégantes sur les motifs les plus favoris (Op. 708) . . Chaque " 6 -
Herz H. Polonaise favorite. . . . " 2 75
Truzzi. La gioja delle madri. Suonatine facili (sotto i torchj).

Arpa e Pianoforte

o due Pianoforti


Parish-Alvars et Czerny. Gran Duo concertant . . . . . . . " 8 -

Flauto.

Briccialdi. Fantasia sopra un motivo favorito, con accomp. di Pianoforte . . " 5 -
— Idem, con accomp. d'Orchestra " 10 -
Fahrbach. Deux Fantaisies élégantes, pour deux Flûtes, sur les motifs le plus favoris (Op. 15). . . . . . " 5 50 -
Truzzi. La gioja delle madri. Suonatine facili per Flauto con accompagnamento di Pianoforte (sotto i torchj).

Violoncello.

Chevillard. Fantasia con accompagnamento di Pianoforte (Op. 7) . . " 5 -

Flauto, Clarinetto od Oboe e Fagotto.

Fahrbach. Quattro Potpourris brillanti sopra i migliori motivi (Op 21) Ciascuno . . " 4 -

Cornetta a pistone.

Bouché. Mosaique sur les motifs favoris (deux Suites) . . . . . Chaque " 2 -



GIOVANNI RICORDI

EDITORE-PROPRIETARIO.





Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato

di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI


Contrada degli Omenoni. N. 1720, con deposito per la vendita in dettaglio nei diversi locali terreni situati sotto il nuovo portico di fianco all I. R. Teatro alla Scala.