Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 53

N. 53 - 31 dicembre 1843

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Suppl. al N. 52

[p. 223 modifica]223 GAZZETTA MUSICALE ANNO II. domenica te. 53. 34 Dicembre 1845. Si pubblica ogni ’domenica. — Nel corso dcll’aiiii danno ai signori Associali dodici pezzi di scciln nm classica aulica c moderna, destinali a comporre un lume in i." ili centocinquanta pagine circa, il quali apposito clcganlc frontespizio figuralo si intitolerà DI MILANO I. 1,’F.uitoiik Proprietary iikm.a Gazzetta Iffusicate - II. Sreoj biografici Giacomo Meyerbeer. - III. I. I!. Tkatro alba Scala. - IV. Notizir ju’sicali uivkrsk. - V. Eiirata-Corrick. L’EDITORE PROPRIETARIO DELLA GAZZETTA MUSICALE DI MILANO Anche nell’anno I Sii la mia Gazzetla Musicale continuerà te sue pubblicazioni periodiche alle condizioni medesime praticale nell’annata or decorsa., salva la modificazione che or si indicherà. Imparziale moderazione nella critica e sobrietà nelle lodi: accuratezza nella scelta degli articoli riguardanti la parte storica, estetica e biografica dell’arte musicale: varietà ed abbondanza di notizie, quelle soltanto che riguardano i veri progressi del! arte stessa: codeste norme seguite fin qui saranno pure la guida alla redazione della mia Gazzetta per l’avvenire. Promisero di continuare ad onorarla dei loro scritti i seguenti: Signori maestro Simone Mayr - maestro G. Pacini - dottor P. Lichlenthal - maestro L. Picchiatiti - avvocato Casamorata maestro Raimondo Bouclteron - maestro G. A. Perotli - maestro L. Rossi - professore Bigliani - maestro A. Mazzucato Is. Cambiasi - N. E. Catlaneo - G. Vitali - dottor G. Torelli - Bermani - Jannetli - G. B. La redazione letteraria del fòglio rimane affidata al signor G. Battaglia. L’Antologia Classica Musicale continuerà a pubblicarsi anche pel prossimo j venturo anno, e la scelta dei pezzi verrà fatta inalterabilmente colle norme fui qui seguite, e nello scopo lodevole cui fu destinala, di favorire cioè lo studio dei capolavori dei grandi maestri antichi. Tuttavolta, desiderando il sottoscritto Editore proprietario dare a quest’uopo maggiore estensione «//’Antologia stessa, avverte che col principiare del 1844- la medesima si pubblicherà anche con apposita e separata associazione al prezzo, netto di sconto, di franchi 20. Però, ai signori Associati alla Gazzetta Musicale, si continuerà a dare gratis hi delta Antologia Classica, così piacendo ad essi j e coloro invece, i quali in luogo di questa amassero altro genere di musica, potranno sceglierla da un Elenco, estratto dal Grande Catalogo Ricordi, e composto di N. circa 2000 pezzi di musica di vario genere, per canto, e per istromenti diversi: dal quale Elenco, che si distribuirà ai signori Associati, avranno i medesimi facoltà di fare scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a iV." 450 pagine. In esso Elenco si comprenderanno anche i diversi pezzi componenti l’Antologia Classica dei decorsi anni -1842-45. Ipezzi che i signori Associati alla Gazzella Musicale vorranno scegliere dall Elenco suddetto saranno dati gratis ai medesimi all’atto del pagamento anticipato dellassociazione annua alla Gazzetta.Musicale. Chi poi amasse pagare anticipatamente la sola metà dell associazione annua alla Gazzetta Musicale non riceverà che una corrispondente quantità di pezzi di musica, in dono, per l ammontare di sole pagine 75 circa. La scelta però, tanto di un’annata che della metà, dovrà esser falla in una sola volta e non in diverse riprese. I signori associati nelle piazze lontane i vorranno rivolgersi ai relativi corrispondenti. della Casa Ricordi. II prezzo d’associazione è sempre fis-; salo ad effettive austr. lire i 2 per semestre i ed effettive austr. tire 44 affrancata di porto postale fino ai confini della Monar- i chiù Austriaca, il doppio per l’associa-! zione annuale. Le associazioni si ricevono presso il mio | Stabilimento Nazionale Privilegiato, presso gli Uffici postali. e i principali libraj ed editori di musica dell Italia., della Germania e della Francia. STUDJ BIOGRAFICI GIACOMO MIAIlltllIlUK La melodia, questo potente elemento d1 ogni musica, che a tutte le altre rese superiore la scuola italiana, introdotta nell’arte dal genio di Palestrina, la spinse sulla via dei più grandi suoi sviluppi. Poiché si senti vigorosa di questa novella sua forza, ella non si tenne contenta al lento salmodiare delle liturgie, ma mirò a dare alla musica sacra quella varietà e ricchezza di tinte, quel movimento e quella espressione che indarno coi soli sforzi della scienza armonica i compositori fiamminghi avrebbero voluto imprimere nelle loro stentate elucubrazioni. Da questa efficace trasformazione dell’arte ebbe prima sua origine la musica drammatica. Dal momento che colle modulazioni or soavi, or patetiche, or severe, ora minacciose si potè dar ij un linguaggio misurato agli affetti e alle i passioni, da quel momento non fu im| possibile il concepire un’intera azione che; tutta si svolgesse accompagnata da numeri j melodici. Nata in Italia l’Opera in musica, j e propriamente in quella Firenze che vide! le arti più nobili poggiare alla maggiore! loro altezza (B, i modelli di essasi difìusero j in Germania e in Francia ove non guari j andò che se ne videro delle imitazioni, | modificate però sotto l’influenza del genio I di ciascun popolo. Dopo essersi dapprima: servito degli strumenti per accompagnare la voce cui sola attribuivasi la possibilità di modulare degli accenti or dolci, or terribili, non si tardò a comprendere che all’oggetto stesso ei potevano combinarsi anche tra sé medesimi, ed ecco quindi aver sua origine e svilupparsi in Germania la cosi detta Sinfonia, lluydn e Beethoven innalzano al suo apogeo la musica slromentale. Se non che, mentre in Germania la musica da teatro rimane specialmente armonica, la melodia continua a predominare in Italia, il movimento e i contrasti drammatici trovano favore in Francia, e cosi presso le tre nazioni sono già ripartiti i tre elementi dominanti dei quali si deve comporre il grande dramma musicale. E in fatto egli è appunto a’ nostri di che va operandosi questa importante sintesi alla quale adoperarono, Rossini nelle sue opere francesi, Auber nella sua ìlluetle de Portici, Donizetti nei Martyrs, nella Favorite, e di fresco nel Doni Sebaslien, e Meyérbeer, che provatosi in tutti i tre generi, ha diritto più d’ogni altro compositore ad esserne detto il più splendido rappresentante. Ma non tutti i lettori nostri si piegheranno a questa sentenza; epperò a coloro ai quali ella sembrasse un pochino avventata vogliamo premettere l’esposizione delle vicende di cui si inlessè la vita artistica del gran compositore tedesco, per poi desumere da essa le ragioni sulle quali ne piacque fondare l’opinion proclamata. Volgono ora più di quarant’anni dacché la Gazzetta Musicale di Lipsia, questa ava venerabile di tulle le Gazzette Musicali d’Europa, nella sua corrispondenza di Berlino del 44 ottobre 1801, parlava con lode di un piccolo israelita ( file ine r Jude) per nome Liebinan Beer, adolescente virtuoso di nove anni, il quale, alla guisa I del gran Mozart, esordiva nell’arte de’suo- O ni, e il cui precoce e raro ingegno di r® (l) Vedi gli articoli storici del sig. Picchiatili, insc- qj5fs] rili negii or passati numeri di questa Gazzella. (MA? La musique.par îles inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi (lire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à scs savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur <(c l’Iiomme des senJ. J. /toussp.xu. Il prezzo dcU’associazionc alla Gazzetta c a]V Mutolagia classica musicale è di eduli. Ausi. I,. 12 pcrscincsirc, ed elTcll. Ausi. 1,.li affrancala di porlo fino ai conlinidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. - [,a spedizione dei pezzi ili musica viene falla mensilmente c franca di porlo ai diversi corrispondenli dello Studio Hicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — f.c associazioni si ricevono in Milano presso l UHicio della Gazzetta in casa Iticordi. contrada degli Omonimi N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica c presso gli Ullici postuli. I,e lettore, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porto. [p. 224 modifica]pianista formava l’ammirazione dei dilettanti Berlinesi. Due anni più tardi il foglio stesso rammenta di nuovo, e a più riprese, il suo piccolo protetto la cui riputazione va crescendo, sicché ormai, essa dice, più nulla rimane a desiderarsi da lui in fallo di bravura e d’eleganza d’esecuzione. Come or si vede, la stampa periodica preludiava per tempo al vasto concerto di lodi che più tardi suonar doveva intorno all illustre autore di Roberto il Diavolo e degli Ugonotti. Tuttavolta per ben che universale e pomposo fosse l’osanna, dubitiamo ch’ei non titillasse mai le orecchie del gran compositore >iù gradevolmente di quel che facessero e pi i me poche linee della buona Gazzetta Lipsiana dettale in onore del fanciulloprodigio. Il signor Meyerbeer si chiamava allora Meyer Liebmaun Beer; Meyer è una specie di pronome tedesco che non sapremmo come rendere italiano. Liebmaun equivale alla parola filantropo, e siccome molti giornali, e principalmente la già citala Gazzetta ostinavansi a scrivere Bar (si prò- | nunzii Ber) in vece di Beer, dall’accopìiamento del nome col pronome nasceva a significazione un tantin bizzarra di Orso filantropo. Offriamo queste particolarità anziché no puerili, nella supposizione in cui viviamo (forse erronea) che appunto per liberarsi da un poco gradevole eufemismo il celebre maestro si determinasse a presentarsi al cospetto della posterità, non sotto il vero suo nome, ma sotto l’altro più poetico e musicalmente artistico di Giacomo Meyerbeer. Il signor Meyerbeer nacque a Berlino da ricca famiglia ebrea, nel 1791, secondo il Conversations-Lexicon di Lipsia, e nel 4794, secondo il signor Fétis e molti altri biografi. Allorché si confrontano queste due opinioni alle varie attestazioni dei giornali tedeschi all’esordire della carriera del giovine artista, sembra più verosimile la prima. Il padre del signor Meyerbeer, il signor Giacomo Beer, morto or fa pochi anni a Berlino, esercitava la professione di banchiere. Dei due fratelli del compositore, l’uno, Guglielmo Beer si rese sufficientemente illustre per diversi lavori d’astronomia, e in più particolar modo mercè la pubblicazione di una nuova carta selenografica; l’altro Michele Beer, autore del Paria e del Struensée. giovine poeta pieno di estro e di fuoco, crasi già guadagnala una bella rinomanza nella carriera drammatica, allorché una morte precoce troncò d’improvviso le splendide sp. ranze già concepite del suo avvenire (L. Nato da genitori opulenti, il sig. Meyerbeer ricevette di buon’ora una educazione accurata e del pari di buon’ora la musica diventò la predominante sua passione e interamente lo occupò. Dalla tenera età di quatlr’anni, invece di abbandonarsi ai giuocherélli della prima infanzia, spendeva gran parte delle sue giornate a star ad udire dalla finestra gli organetti che passavano per le vie di Berlino, e solo che gliene garbasse menomamente la melodia, correva a sedere al suo clavicembalo e la ripro(I ) La Revue française, giornale accreditatissimo, e al quale pi-ima della rivoluzione del 1850 cooperavano altissimi scrittori clic poi prcSer posto ne’ primi impieghi dèi novello governo della Francia, produsse un lungo c molto elaborato articolo intorno ai lavori drammatici del fratello di Meyerbeer. Quest’articolo fu poi dato tradotto nell’Indicatore periodico milanese pubblicatosi ila! 1829 al 1834. duceva al momento. Colpito da cosi meravigliosa attitudine, suo padre lo affidò alle cure di un pianista distinto, De Lancka, allievo del celebre Clementi. A sei te anni il piccolo Meyerbeer eseguiva brillantemente la sua parte nei concerti da dilettanti ^ a nove era segnato a dito coni’uno de’migliori pianisti di Berlino. Fu intorno a quest’epoca che il dotto abbate Vogler, di Darmstadt, il più illustre istitutore di contrappunto che possedesse la Germania, ebbe occasione al suo passaggio da Berlino d’udire il giovinetto virtuoso. «Alla presenza di un tal maestro, il fanciullo, dice un biografo, si puntiglio e sì die’a improvvisare con un estro poco meno che furioso. 11 buon abbate, non è ben certo se più meraviglialo per le originali ispirazioni dell’adolescente compositore, o indispettito dello spregio in che ei mostrava d’avere le grandi regole dell’arte, si limitò a manifestare una viva sorpresa e a preconizzargli una splendida rinomanza musicale.» A dieci anni, il giovine Meyerbeer rinunziò alle lezioni di Lancila, e lo stesso Clementi acconsentì a continuare la sua educazione sebbene da un pezzo ei più non si occupasse di far scuola. A quest’età il fanciullo compose molti pezzi di canto con accompagnamento di pianoforte, e i primi suoi saggi vennero molto gustati dal pubblico. A Clementi succedette qual professore di composizione Bernardo Anseimo Vogler fratello dell’abbate. Questo nuovo maestro, grande ammiratore di Giudi, ma debole armonista, coltivò quanto meglio potè le disposizioni dell’allievo, e lo iniziò ai primi rudimenti dell’alta scienza musicale-, ma l’allievo ne sapeva già al pari del professore, quando il dotto abbate, fatto consapevole dei progressi del giovinetto, lo invitò a trasferirsi presso di lui a Darmstadt, e acconsenti finalmente ad aprirgli le porle del suo seminario musicale nel quale non erano accolli che allievi di ingegno distinto. Colà, il signor Meyerbeer si trovò in compagnia di condiscepoli della fatta d’un Ritter, di un Rnecht, d’uri Winter, i quali più tardi s’annoverarono fra i più dotti critici: Gamsbacher, che fu maestro di cappella a Vienna; l’illustre autore del Freyschiitz e dell’Óberon, l’immortale Carlo Maria de Weber, rapito troppo presto all’ammirazione della Germania, e Gotofredo de Weber fratello di lui, eran pure dell’elella brigata. Una vita laboriosa e metodica conduce vasi alla scuola dell’abbate Vogler; e vi si coltivava l’arte con una specie di fanatismo, chè era dessa l’occupazione di tutte le ore. Ogni giorno dopo la messa, che Carlo Maria Weber serviva come il solo cattolico tra gli allievi, l’abbate rientrava nel suo appartamento per lavorare cogli scolari. Il professore esordiva con una lezione di contrappunto, poi dava un tèma di composizione, un inno od un salmo che dovevasi comporre nel corso della giornata. e la sera consecravasi all’esecuzione e all’analisi dei pezzi scritti. Questo metodo recava il doppio vantaggio della serietà e dell’attrattiva, poiché condivasi dell’emulazione per essa svegliata. E per vero, immaginiamoci il futuro autore del Roberto il Diavolo messo a gara coll’autore del Freyschiitz, a chi scriverà meglio un Kyrie, 1111 Sanctus o ua Gloria, e di leggeri comprenderemo di quale profitto esser dovesse feconda una simil lotta, e quanto giovar dovesse allo sviluppo di organizzazioni sì felici, e fino a che punto Meyerbeer andasse più tardi debitore a codesta vigorosa e larga educazione dell’elevatezza sempre sostenuta del suo stile e dell’arte sua particolare, mercè la quale operò una specie di rivoluzione, facendo adottare nella musica da teatro molte tendenze e forme particolari alla musica sacra. Gli esercizi degli allievi compositori facevano le spese alla consumazione musicale di tutte le chiese del Gran ducato. Spesse volte alla domenica, nella cattedrale di Darmstadt, l’abbate Vogler, il quale era uno de’più valenti organisti della Germania, sedevasi a un organo, ne affidava un altro a Meyerbeer, e improvvisavano ambidue ad un tempo, prendendo ciascuno, dice il signor Fétis, un tèma fugato e maestrevolmente sviluppandolo. Il signor Meyerbeer non aveva ancora lasciato le panche della scuola quando compose il primo suo Oratorio intitolato Dio e la Natura, che gli valse il titolo di compositore della Corte Granducale, e si eseguì più tardi a Berlino ove ottenne favorevolissimo accoglimento dal pubblico. Questa prima produzione del gran maestro, molto lodata dai critici, congiunge alla severità delle forme melodiche un piano variato e animalissimo, una recitazione espressiva e piena di verità; buona ne è l’islrumentazione e spesso originale e nuova. Eran trascorsi non più di due anni di studio e già gli allievi dell’abbate Vogler avevan spiccato il lor volo. Il benemerito abbate aveva chiusa la sua scuola e percorreva la Germania in compagnia del signor Meyerbeer, suo favorito discepolo. Quest’ultimo fece a Monaco un primo sperimento drammatico che non gli riuscì al tutto felice. Il suo Foto di Jefte, opera seria in tre atti che si rappresentò nel 4812, soddisfo mezzanamente gli intelligenti. Questa partizione, meglio improntata del carattere d’Oratorio, che non d’opera, le cui forme fredde e severe risentivano troppo di un tal qual pedanlismo scolastico, produsse tutt’altro che buon effetto sulla scena. Il susseguente anno il giovine compositore sì trasferì a Vienna ove ottenne non pochi clamorosi successi come pianista. In quest’ultima città ebbe dalla Imperiai Corte l’incarico di comporre un’opera buffa, i Due Califfi, la quale da prima si rappresentò a Stuttgard, indi nel 1814 a Vienna. Codest’opera comica, scritta nel medesimo gelido stile del Voto di Jefte, putiva sovverchio di scolastico rigorismo, e si capiva di leggeri che era stata scritta sotto la burbera influenza dell’abbate precettore. Le orecchie viennesi, troppo a lungo lusingate’dalla molle musica italiana Ai quel I tempo, non si poterono comportar in pace certe forme troppo severe,certi modi troppo rigidi, e l’opera cadde a piombo. Però, più tardi, allorachè il signor Meyerbeer ebbe gettate le prime basi della sua riputazione in Italia, Weber, l’antico suo condiscepolo, biasimandolo d’aver abbandonata la prima maniera, gli poneva innanzi per raffronto questa stessa sua opera, che ei molto lodava, attribuendone la caduta nonaltro che al pessimo modo ond erai! state eseguite le parti, e alla ignoranza di un pubblico di domenica. Comunque si fosse la cosa, è pur sempre vero che il signor Meyerbeer inostravasi inconsolabile di quelle due successive cadute, allorachè il celebre Salieri, che a que’giorni dirigeva [p. 225 modifica]P l’opera Italiana a Vienna, gli inspirò un ’1 | po’di coraggio assicurandolo che ei punto j i non difettava di ispirazione, e consigliali- i j dolo a trasferirsi in Italia per acquistare i. maggior morbidezza al suo stile, maggior (i flessibilità alle sue forme, e per imparare j gli artifizi del canto dei quali era egli allora al tutto mancante. Il sig. Meyerbeer j fu abbastanza giudizioso da voler seguire j questo consiglio. Dapprima ei si recò a j Parigi nel 4&J5, ove parve che per un: momento lo signoreggiasse l’idea di atten-; dere alla composizione di una grande opera j teorica, destinala ad empire un importante; vuoto nella letteratura musicale. Senon-! cliè, spinto dal genio dell’invenzione, la- j sciò da un canto il suo progetto, e varcò le Alpi, per recarsi a scaldare la germa-! nica sua natura a’raggi del sole d’Auso- j nia. Correva il tempo in cui Rossini vedeva trionfare la sua prima maniera; nel mondo musicale non era voce che del Tancredi. Fu questo il primo spartito italiano che udisse Meyerbeer e ne andò rapito all’enluntelletto una poe principio da quefase nella artistica siasmo, e fu per il tonte rivelazione. Ebbe sto istante una nuova esistenza di lui; dimentica l’abbate Vogler, i suoi inni ecclesiastici, i suoi salmi, la sua grettezza tedesca, e con tutta l’anima si dà al genere italiano. Non è però da credere, com’ebbero a dire diversi biografi, che il giovane compositore, allora al tutto ignoto in Italia, trovasse al suo esordire, degli impresari docili e affabili, dei cantanti ossequiosi, un pubblico bramoso di nuove emozioni e insomma una strada sparsa di fiori; tutt’alconlrario; e buon per lui che trova vasi avere lo scrigno bene fornito! Ecco su tal proposito un aneddoto che leggiamo in quella medesima Gazzetta di Lipsia che non aveva ancora dimenticato il piccolo suo prodigio berlinese, e compiacevasi di tener dietro con affettuoso sguardo a’ suoi passi. (Sarà continuato). I. R. TEATRO ALLA SCALA La sera di Santo Stefano era vivamente attesa da tutti i frequentatori del nostro teatro, desiderosi di riprendere l’antica abitudine dette visito c delle conversazioni, perchè, se vogliamo confessare la verità, nel nostro teatro regna il più delle volte un si grande cicaleggio da restarne maravigliati c turbati gli stranieri che assistono allo spettacolo. Però il silenzio si fé’ universale al preludio che dà principio alla Maria d’Inghilterra, opera del chiarissimo cav. Paeini. Dessa fu scritta a Palermo, dov’ebbe un successo di lutto splendore, c giornali, c lettere particolari qc trasmisero a noi le più liete novelle. La sera di Santo Stefano, il pubblico milanese non trovò le cose quali avvale imaginate. Analizziamo brevemente chi devesi accagionare del non lieto incontro di questo spartito. Prima di tutto ne sembra che un teatro troppo vasto non sia confacente ad un’opera scritta in più piccola sala: la musica da questo lato si è come la pittura: grandi masse, grandi proporzioni han d’uopo di vasti locali onde viemeglio spiccare, come in questi farebbero macra figura quadri di piccola dimensione. 11 maestro si attiene ad uno stile semplice, illeggiadrito da vaghissimi fiori, senza prendere a prestito i grandi colori dell’iride o le maestose ombre delle querce e de’monti: si attiene ad un genere di pezzi isolali, senza ricorrere al sussidio delle masse, perchè in pic!» colo luogo promuovono desse troppa confusione. E que2 sto fece il Paeini, o al teatro Carolino in Palermo otf tenne, il desiato effetto. Ma non si può forse, dirà tai bino, accrescere la forza dello strumentale, aumentare fi i cori? E questo fece il Paeini, ben prevedendo forse egli stesso clic ad un abito lavoralo ad una forma nessun giovamento arrecano le stirature o le aggiunte per aggrandirlo. Pur.tuttaviapotremmo asserire che l’opera è sparsa di peregrine bellezze e che al nostro gran teatro pur anco avrebbero potuto brillare (I). E perché non brillarono? Ecco la seconda delle cagioni clic ci proponemmo di svolgere. La parte di Maria fu scritta in origine per la Marini, robusto mezzo-soprano, dotata di tutta quell’energia di che abbisogna precipuamente il carattere di Alaria d’Inghilterra. Ora questa parte venne affidala alla giovine signora Molimi, vero soprano che appunto manca di forza nelle note dove può trionfare la Marini. La parte di Clotilde, scritta per la signora Clerici, vero soprano, artista che conta già molli anni di carriera teatrale, venne ora rappresentata dall’esordiente signora Pozzi, di cui anche pel timore di una prima recita, non potemmo giudicare favorevolmente. La parte di Ernesto, scritta pel baritono Superchi, pareva bene addirsi al Fcrlotti, ma la parte non era più la stessa, perchè il povero Fcrlotti, per comodo altrui, ha dovuto farla diventare una parte quasi dirci di basso profondo: ed egli era costretto ad un canto pesante c monotono, quando in origine, mantenuto ne’ suoni acuti, sarebbe apparso leggero c svariato. L’unico ch’era veramente a suo posto, era il tenore Ivanoff, quegli stesso per cui l’opera fu scritta in Palermo. Ivanoff solo poteva salvar l’opera, ma l’opera non poteva salvarsi con un solo individuo, il quale, fornito di una voce bellissima, di straordinaria estensione, manca poi di varie altre cose pur necessarie a colui che aspira a salire tra i primi nella bell’arte musicale. Una buona pronuncia soprattutto è duopo acquistare, ed insieme energia c verità. Immedesimandosi del personaggio che si rappresenta, l’energia non consiste in uno sforzo di voce, in un grido qualunque, ma la verità d’un’azionc viva deve mostrarsi espressa primieramente nella fisionomia dell’attore, ne- sguardi di lui deve leggersi la passione che lo domina, quindi nell’accento e nell’atteggiamento di tutta la persona. Pur troppo tali precetti, che pur nella sola natura hanno lor sede, sono seguiti da pochi, ma noi, poiché ne venne il destro, li accennammo a quelli che sono mossi da decisa volontà di progredire nell’arte. Avremmo a fare anche un’altra lieve rimostranza al signor Ivanoff ed è che uno de’pregi suoi grandi essendo quello di poter sì dolcemente cantare a mezza voce e, come suol dirsi, a fior di labbra, c potendo per tal modo passare con tanta facilità dal fortissimo al pianissimo, a noi sembra che più grande effetto egli ne trarrebbe ove con moderala gradazione passasse da un tuono all’altro. Quei salti, que’ passaggi così repentini urtano gli orecchi al bel canto esercitati e ne danno l’idea di due individui che cantino al tempo istesso. Questi sono nèi clic facilmente il signor Ivanoff potrebbe sbandire da sè, c noi siamo certi ch’egli vorrà apprezzare la sincerità delle nostre parole, come aggiungiamo ch’egli fu applaudito costantemente, e soprattutto alla sua aria, dove Io si volle rivedere al proscenio. Soltanto il pubblico non parve soddisfatto di una cabaletta di un duetto con soprano intromesso d’altro spartito. La Mollirii, allieva di questo I. R. Conservatorio di musica, in breve tempo di bella fama artistica si è rivestita, c se la parte che ora le venne affidata fosse stala più propria a’ suoi mezzi, noi l’avremmo salutata ancora più clamorosamente. Ciò non ostante la Moltini fu quella che, se non destò entusiasmo, non dispiacque mai nel complesso dell’opera; che anzi vi furono dei momenti in cui il pubblico la rimeritò con incessanti applausi. La Atoltini è dotata di una figura avvenente, simpatica, di bella voce di soprano; essa canta con molta grazia, con molta maestria, ed agisce sulla scena con nobiltà, con espressione, con verità. In altre opere meglio certamente potrà dimostrare la (1) Ciò sia dato più in riguardo del giudizio clic intorno al valore della Maria d’Inghilterra del maestro Paeini ebbe a proferire il pubblico Palermitano, anzi che in riguardo a ciucilo ben diverso dato recentemente dalla nostra gran piatea. Per conto nostro particolare aspettiamo ad accingerci ad un esame particolare di questo spartito allorachè lo avremo udito più volte da poter fare la necessaria distinzione tra i pregi e i difetti proprio inerenti alla musica, e quelli più o meno attribuibili alla esecuzione. La lì. sua valentia; ed in altre opere aspettiamo il Ferlolti, da noi già conosciuto per valoroso artista. La Gazzetta Musicate, di sole cose musicali appartenendo, non può prenderai cura dei balli eseguiti nella sera di Santo Stefano. E poi, che si potrebbe dire di un pasticcio di nuovo genere, salvo soltanto per la perizia del macchinista e dello scenografo? A questo proposito dobbiamo congratularci con l’Impresa, per Io sfarzo delle decorazioni, c perchè in detta sera tutto progredì con ordine mirabile sul palco scenico, c il pubblico applaudì vivamente ad un giuoco di lampadarj che in un baleno spegnevansi, quindi tornavano ad ardere. La signora Lucilla Gralm fu mima c danzante ad un tempo, ma la Gazzetta Musicale non può farne motto, perchè poco intelligente della mimica, nulla della danza. /•’. J. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Milano. Nuove pubblicazioni - Col titolo - La gioja delle Madri - Il solerte maestro Truzzi pubblicò lestè presso Ricordi una raccolta di Suonatine, facili c digitale per pianoforte solo, a quattro mani e per pianoforte c flauto sopra motivi delle opere moderne rappresentate con brillante successo in Alitano, come la ino eziandio le delizie degli apprcndenti-pianisti, c tulli potranno rimanere soddisfatti. — Il violinista Razziai clic nelle città settentrionali (l’Europa va estendendo la sua faina, non dimentico de’suoi concittadini che tanto l’esaltarono, mandò qui a stampare una Fantasia per violino sulla Sonnambula, pezzo in ogni sua parte degno dell’egregio suo autore ed alla portata de’ concertisti di prima forza dotati di animo sensibile. — Le Melodie di Schubcrl fra noi più cognite per le trascrizioni pianistiche ili Liszt. Czernv, Heller, Dòhlcr, Woltf nella loro originalità per canto ed accompagnamento di pianoforte, ora diventeranno popolari presso i nostri cantanti mercè la traduzione di venlisei di esse falla da’signori Solerà, Vitali e Alciòni, c pubblicata dall’editore Ricordi in due raccolte. La seconda di queste contenente venti melodie fra cui il Pesciolino, il Desiderio, la Harcarolu, l’Ave Maria, la Campana degli agonizzanti, Picino a te, Elogio del pianto, il Cacciatore, ecc.. potrebbe esser opportuna pei regali del capo d’anno. Ciascuno sarà penetralo dall’intimo sentimento c dalla filosofia clic Sclmbcrt trasfuse in ogni suo pezzo, per non dire in ogni sua — Venezia. Le Milanollo prima clic la stagione di carnovale avesse principio si produssero due volte al gran teatro alla Fenice, due altre in S. Benedetto ed una sera alla Società Apollinea, eccitando un entusiasmo sempre crescente. F.a perizia si squisita, si matura in una sì tenera c giovinetta natura; la forza di sentimento in un animo sì vergine; effetti si giganteschi raggiunti con mezzi in apparenza si deboli vinsero Teresa mostrò somma espressione, elevatezza di sentimento, facilità, esattezza, perfetta intonazione; la minoro si fece ammirare pel brio, l’arditezza, la vivacità. Il torrente di Beriot eseguito miracolosamente da queste due angiolette negli ultimi concerti ebbe la palma. — Paooya. Una pomposa esecuzione ci fece gustare le bellezze del più recente parlo del maestro che sopru ogni altro come aquila si estolle. Lo Slabat Matcr attrasse nel nostro teatro un concorso numerosissimo di spettatori che applaudirono ad ogni brano. — Napoli. La Luisella, nuovo spartito del Cav. Pacini nel teatro Nuovo, ebbe un esito strepitosissimo: alla prima rappresentazione vi furono grandi ovazioni c ben anco pioggia di fiori. La Fidanzata Corsa, Maria d’Inghilterra e Medea hanno un’altra degna sorella di carattere gajo, vispo e scorrevole. — Tutti i nostri dilettanti e maestri di musica sono sorpresi della sorprendente valentia di Thalbcrg compositore il più universalmente ricercato da’ pianisti di oggidì, suonatore chiaro, terso, preciso, soave, imponente: egli riunisce in sè tutte le qualità che si richieggono per una riuscita brillante. Thalbcrg ha crealo una nuova vita al pianoforte, a questo slromcnto armonico per eccellenza c ohe nelle sue corde racchiude un’intiera orchestra. Due accademie finora ci diede ed in ambedue fu oggetto di onorifiche testimonianze dalla parte di cospicui personaggi, c di insistenti acclamazioni di un affollato uditorio che volle ripetuto il mirabile Studio in la minore. — Questa parte dell’Italia che già vanta un Alichelangclo russo ora c in grado di offrire all’ammirazione delle genti un’altra precocità per esecuzione istromcntale nella persona di Michelina lìcllotla, orfana, clic ha poco più di due lustri; essa venne salutata da vivi c replicali plausi al teatro dc’Fiorcntini, ove eseguì sul pianoforte delle difficili variazioni di Kalkbrcnner c di Ilcrz sopra motivi del Itoberto Devereux c de’ Puritani. Il chiarissimo Thalbcrg co’ suoi suffragi sembrò predire una gloria futura alla fanciulla. — Torino. Accademia filarmonica - Concerto del 17 dicembre. Quanto v’ha di più gentile c più elegante in Torino trovavasi assembrato nel magnifico salone della Società filarmonica per udire madamigella Matilde Branca di Milano, leggiadra ed esimia dilettante. Essa superò [p. 226 modifica]spellatone universale, sorprese >i uditori, e fece negli aniini nostri una di quelle imj pressioni a cui non eravamo più avvezzi da lunga sta. gioite. i.a sua voce è maschia, vigorosa, e nel tempo islesso e soave, pieghevole, agilissima: le sue corde si rispondono tutte, dalla più alla alla più bassa, con sorprendente eguaglianza di tempre: la sua pronunzia e nella, distinta, e perfettamente accentata: la sua maniera appartiene alla vera scuola italiana, a quella scuola che accoppia l’arte alla natura, clic fa parer facile la difficoltà. clic rifugge ogni ornamento il quale non sia d’accordo con la natia favella, e non renda più efficace I’ alletto che colora. Padrona di ogni genere di canto ella va dal sublime al dimesso, dal gaio al patetico, dal comico al tragico; e in lei spontanea e la mestizia, spontanea la giocondità; e il sospiro le viene dall’anima e il sorriso dal cuore. Ella infatti, con quel tatto che è proprio del Genio, seppe sciogliere i pezzi di musica pei quali si palesassero queste rare sue doti difficili a trovarsi in una sola cantante, e nel tempo medesimo, schivata la monotonia, diletto aggiungessero al diletto degli uditori: e furono un duello della Linda di Chairiounix del Donizetti, fra soprano e tenore, un altro duetto del Turco in Italia, dell’immortale Rossini, fra basso e soprano, la scena e l’aria finale della Sonnambula, del non mai abbastanza lagrimato Bellini: il primo tulio grazia e sentimento: il secondo tutto festività, tutto brio: il terzo patetico, appassionato, sublime. Quale si dimostrasse in questi tre generi diversi l’inimitabile giovane io non so dire. l)ov’ella prendesse quella soavità di suoni, quella grazia di espressione, quell’evidenza di alTetto, conviene chiederlo all’anima sua sensitiva, poiché tutto le viene dall’anima, gioia e mestizia, giocondità e passione, lagrime e riso. E come l’anima le trasparisce sul volto, come le si imprime sulla fronte, come le scintilla negli occhi I E come il suo valore nell’arte si rende ancora più interessante e più caro, temperato qual’è da un’aria tutta verginale, da un guardare modesto, da un contegno tutto decente e gentile! Forse io parrò esagerato a chi mi legge, non a chi I’ ha semita — Lode pertanto all’Accademia Filarmonica che donar ci volle di una serata sì dilcttosa e si cura, ma lode ancora e grazie sincere siati rendulc agli egregi dilettanti di canto signora Rovere e signori l’era Itone, Talucchi e Manfredi, all’esimia madamigella Boltnida ed al giovanetto di ottime speranze Marchisio per la bella suonata a quattro mani, ed al signor Buniva clic ci fece dono di una ben elaborata sinfonia, i quali concorsero a render brillante il concerto diretto dal bravo maestro Fabbrica e dal valente primo violino Ghcbarl. B. (Estrailo della Gazzetta Piemontese /V. 291.) — Genova. Demani, poesia di Bancalari, musica del maestro Mazzucato, l’autore de’ Due Sergenti qui tanto acclamati, nella sera di S. Stefano attrasse la comune attenzione. Vennero particolarmente applauditi i seguenti pezzi: la Sinfonia maestrevole nell’adagio e briosa nell’allegro; la melodica cavatina di Dona Sol (la Pixis), a frasi assai adatte alle parole; la scena ed aria di Hcrnani (Borioni); il secondo finale magnifico tanto nel largo quanto nella stretta che procacciò allo studioso compositore una chiamata, ed un terzetto di squisito lavoro e di felice concepimento, nel quale il flauto Ita bel risalto nell’assecondare le voci. Certamente in seguito varj altri pregevoli squarci non potranno mancare di produrre citello, in ispecie il Coro delle dotine nell’Introduzione; l’adagio concertato all’alemanna nella prima parte, la romanza entro le scene a meraviglia accompagnata da un tremolo pianissimo de violini allorché la tonalità passa in maggiore, il coro tic compagni di Demani coll’inspirato slancio a due voci mentre questi si divide da Dona Sol, l’altro coro in tempo di vallzcr, nuovo nel pensiero e lodevole nella condotta, al principio dell’allo terzo, e l’ultimo calilo di Dona Sol morente. Questa opera in generale alquanto ricercata ed a modulazioni frequentissime, e perciò assai difficile da eseguirsi e da comprendersi, per esser viemeglio apprezzata abbisogna di una scrupolosa ed accurata esecuzione in ogni sua parte, e ciò si potrà forse ottenere nelle successive rappresentazioni. (Da lettera, 27 corrente) — Aversi. Lo Stabat iWaler di Ros-iui, stupendo lavoro clic va cogliendo palme in tutta Europa, ebbe non ha guari una splendida esecuzione in questa patria di Cimarosa. Promotore fu il duca di Vciilignaiio, concertatore Francesco Consalvo clic dirige l’istruzione musicale degli al li dell’Ospizio di S. Lorenzo, 120 de’ quali uniti a 00 altri esecutori aversani per due volte fra la generale soddisfazione interpretarono i sublimi concepimenti Rossiniani. — Vienna. Subito dopo le feste doveasi dare l’opera Guido e Ginevra del maestro Halevy, clic si poneva in iscena con parlicolar lusso. Immediatamente dopo la signora Stdckcl-Ilciiiefclter cantava nel Don Giovanni. — Ad imitazione del signor Scltlcsinger a Parigi, l’estensore della nostra Gazzetta Musicale diede ai j suoi abbonati il 17 dicembre, un concerto nella Sala j dell’Unione Musicale, ove furono eseguiti pezzi vocali | de’maestri: Laclincr, Titl, Stunz e del ragazzo Giulio ] Bencni, non clic una amabilissima canzone di Scliubert,; inoltre una sonala ili la bemolle di Beethoven dal giovine virtuoso Filiseli. L’estensore della suddetta Gazzetta dirigeva il tutto, e la Sala piena provava il numero non piccolo de’ suoi abbonati qui. di sedici piedi: il numero 3 é quello dcll’otl — La nostra prossima stagione d’opera italiana sarà molto interessante. Oltre le signore Tadolini, GarciaViardot, e i bassi Ronconi e Varese, il buffo Rovere e il contralto Alboni, già noli fra noi, avremo ancora: Ivauoff, Ferretti, Gardoni, Marini; ricchezza di cantanti, che finora non ebbe vermi teatro. Nel Repertorio vi saranno: Linda di Chumounix. Don Pasquale, Maria di Iiohan, il Barbiere di Siviglia, Cutterina Cornavo, clic Oonizclli scrive per Napoli; inoltre due olire nuove opere ed una vecchia di Rossini. — Nel teatro Josephsladl si rappresenteranno fra poco due opere nuove: der verkaufte Scblaf (il sonno venduto), con musica del maestro Suppc, e die Beise mil dem Luftballon (il viaggio col pallone arcostalicoi, composta dal maestro Prodi. — Dal giovine Giulio Benoui. compositore di musica in eia di nove anni, vennero già eseguile pubblicainciUc due composizioni, clic fanno sperare in lui uno dei più brillanti talenti musicali. (Gazz. leutr. di Fienna.) — Berlino. Le Rane di Aristofane, poste in musica dal maestro Francesco Cominer, sulla poesia tedesca aggiustala dal dottor Frantz, si presenteranno fra poco nella sala della Società Greca dai membri dell’Accademia di canto. Originariamente queste /lane dovevano essere presentate sul regio teatro di Potsdam, ma l’illustre Ticck vi si oppose, pretendendo clic Aristofane vuol essere dato intatto (il dottor Frantz vi ommisc i passi che potrebbero spiaeere). (Gazz. Mus. Univ.) — Dresda. Moriani cantò il 7 dicembre a Corte e il 12 al regio teatro di Corte nella Lucrezia Borgia, in presenza dcll’augusla famiglia reale e della duchessa di Cambridge, con istrepiloso applauso. (Ivi) — Parigi. Teatro Italiano - Il Fantasma, musica del maestro Persiani. Tutti i giornali francesi convengono che quest opera racchiude grandi bellezze, ma clic non raggiunse i pregi dell’Ines di Castro. Il libretto e secondo il solilo un cattivo rimpasto di un dramma francese, voltato in più caltivi versi italiani. Il maestro Persiani, per quanto poco abbia potuto ispirarsi a quel poetico lavoro, ciò non ostante ha trovato de’felici momenti per farsi applaudire. Cosi riferiscono intasi tulli i giornali, ma nel tempo istcsso clic noi scorrevamo queste pagine di lode, ci venne soit’occhio un articolo della France Musicale, in cui si scaglia contro il compositoi e nel modo il più accanilo. Non si può credere alle acerbe parole ch’egli adopera contro il maestro; e dobbiamo certamente supporre segrete ragioni nell’autore dell’articolo onde scendere a si basse villanie, in quanto che noi lo trovammo sempre gentile ed imparziale. Quello appunto che lascia sospettare della verità di sue parole, si è l’astio, l’impelo ond’ci le scaglia, imperciocché non potremo inai persuaderci clic l’opera del maestro Persiani sia giunta al punto di non meritare affatto di critica; Le Fantasma ne supporte même pas l’analyse. Cosi die’egli: pcrciiò gli altri non fanno eco a’suoi detti; perché gli altri rendono giuste lodi al merito del Persiani? La soluzione non è facile. — • La signora Tacthinardi - Persiani ha eseguito la sua parte da grande artista: ed è ben da supporsi, al momento in clic animavanla l’amore deH’artc,c la fama dello sposo autore. Fornasari e Ronconi piacquero assaissimo, il tenore Mario aveva una parte di nessun interesse. L’opcr.i é stata decorata con tutto il massimo splendore. — Organi Melodium. L’arto musicale ouienc un novello progresso. La Mctodia si è creala un nuovo istroinculo, il cui grado di perfezione artistica merita l’universale.attenzione. Modularci diversi suoni, dar loro con grazia tulle le inflessioni dell’anima e della voce, sorprendere l’imaginazione con vibranti a.cordi, il cui giuoco imita, per mezzo di una creazione meravigliosa, ì più melodiosi stroincuti, tale é lo scopo che si proposero i signori Alexandre padre e figlio, offrendo al mondo musicale quest’opera piena d ingegno, di dotto meccanismo, di grazia e di recentissima novità. L’organo Melodium, il cui esteriore colpisce la vista a primo colpo d’occhio per la sua somiglianza con l’organo Harmonium, differisce essenzialmente uali altro pel suo meccanismo interno, e per la sua sonorità più grave, più vibrata, più melodiosa. L’orecchio musicale non sarà più dolorosamente disgustato da que suoni striduli che i signori Alexandre bau saputo così ben modificare creando l’istruineutalc opera loro; più dolci, più toccanti gli accordi dell’organo Melodium per mezzo de’loro ampi e svariali effetti d armonia, parlano meglio aH’anima e più soavemente la trasportane Foche ore di studio basteranno per imparare a suonare questo islromcuto, la cui tastiera è simile a quella del piano: essa e composta di cinque ottave, ma impiegando i registri (maulicii clic traspongono corrispondendosi. Si ottiene un’estensione di sette ottave cromatiche. Questo organo ha per ordinario quattro giuochi; i numeri 1 e 4 sono quei del diapason ordinario ed equivalgono ai tuoni delle canne d’organo di olio piedi: il numero 2 é quello dell’ottava grave ed ai tuoni equivale delle canne d’organo e 4. La metà dei registri di sinistra influisce s> gravi dell’ut della bassa fino al mi della t< l’altra metà dal fa seguente fino nH’ultim< pra. Da ciò risulta che, per mezzo di quest’inge„ simmetria, potrà eseguirsi il canto con certi giuochi, mentre con altri si riprodurrà l’accompagnamento: otticnsi allora una variazione d1 armonia Jla cui bellezza sorpasserà di molto gli organi ebe si videro fino al presente. Il registro G. significa gran giuoco, e li fa parlar tutti alla volta; se un giuoco si vuole in tutta l’estensione della tastiera, basia tirare i (numeri;cnrrispondcnli. Il registro E vuol dire espressione. L’organo a due giuochi differisce dall’organo a quattro, soltanto perchè ha quattro registri di meno. L’organo a un solo giuoco non possiede clic il registro alle forti espressioni. L’organo Melodium non esige musica speciale, e serve con somma grazia a quella del piano, il cui canto ed accompagnamento meglio d’assai riescono su questo slromcnto eseguiti. Confessiamo finalmente, l’opera dei signori Alexandre otlcrrà una celebrità giustamente acquistata per un lavoro minuto delicato e profondo in questa parie cosi degna d‘ attirare l’attenzione e la confidenza de’nostri artisti e di tutti gli amatori di musica. DB. Ogni stromcnlo, clic esca dalle fabbriche de’signori Alexandre, sarà munito del loro suggello e guarentito pel numero d’anni che piacerà fissare al com— Logcesi nella Rivista e Gazzetta Musicale di Parigi, clic un Comitato di ragguardevoli persone s’é di già radunato due volte per deliberare sul progetto d’inalzare una statua a Rossini e di aprire perciò una soscrizione. La statua dovrebbe esser situata, dicesi, sotio il peristilio del teatro dell’Opéra, o nel camerino di quel teatro. dell’- Nella decorsa setlimana cominciarono al teatro Opéra le prove d’uno spartito in due atti del signor Halevy, che ha per titolo provisorio: La fortune en dormanl. G. M. — Sembra cerio che la morie del signor Jannin, direttore titolarlo del teatro Italiano, sia stato il risultato d’un suicidio, e elio una persona. clic non era affatto sua moglie, sia morta volontariamente con lui. Un tale avvenimento si congiunge a gravi circostanze. che in questo momento sono l’oggetto d’un’istruzione giudiziaria. Prima di morire, il signor Jannin aveva Grillato la sua dimissione, e credesi che il privilegio vada a porsi al nome dei signori Vaici e Ch-Dormov. G. M. — Il signor Panseron ha ricevuto il diploma di membro della Società filarmonica di Roma. — Brusski.lks, 9 Dicembre. La prima rappresentazione dei Martiri ebbe luogo giovedì decorso. L’amministrazione dei lealri gode la simpatia di noi tutti, e tutti desideriamo ardentemente di vederlo prosperare; ma crederemmo renderle un cattivo servigio, se annunziassimo che i Martiri hanno: iacinto sulle nostre scene, perchè nulla vi sarebbe di più falso. L’opera di Donizetti non ebbe, nè poteva avere successo di sorta, perchè è l’opera più nojosa e sonnifera che esista. Fu un errore clic commisero i direttori montando questo spartito, che non procurerà loro dei vistosi introiti. Noi li esortiamo, per riparare a questo scacco, a mettere in iscena ben presto la Regina di Cipro-, che potrebbe essere in ordine verso il 15 febbrajo, e terminare vantaggiosamente l’anno teatrale per la loro cassa, e piacevolmente pel pubblico. G. M. Nel N. 51, articolo N. E. Cattaneo p. 214 col. 5 pure, spiattellata, — » 2 arduo e casto — » 3 avrebbe un coro • 215» 1 ridico/azioni — — convocare conino»; pure spiattellata, ridicolagini GIOVANNI ricordi EDITORE-l’BOPRIUTABIO. v«. Si unisce a questo foglio 11 pezzo Y. I* IIELL’ANTOLOGIA CLASSICA MUSICALE. JVB. Unitamente al foglio che uscirà Domenica prossima, si darà ai signori Associati il frontispizio { e T Indice generale dell’Annata decorsa, non che la prima parte del Catalogo di Musica, dal quale * potranno i detti signori Associati far scelta dei pezzi promessi in dono. filali’ I. 15. Stabilimento Nazionale S’civilcginto di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI BilCOROI Contrada degli Omenoni If. 1720. [p. 227 modifica]PROSPETTO GENERALE DELLE MATERIE CONTENUTE NEI FOGLI DELLA II." ANNATA DELLA GAZZETTA MUSICALE DI MILANO mici AXMSISIM Belle materie A Articolo (di giornale) Diz. critiao, pag. -16. Accento, idem, 50. A solo, idem, 30. A soli, 7. Acconciare, Diz. umoristico, 4, Armonia e melodia, 34. Acuti-Anima, Diz. umoristico, 42. Associazione, idem, 47. Accordo, idem, 68. Accordare, Diz. musicale, 72. Antologia classica musicale, 76,209,213. Accordatore, Diz. musicale, 84. Arte in Germania, 85, 92. Artisti in Germania 83, 92, 94. Accompagnamento, Diz. 94, 98, 410, 446. Aneddoti musicali, 443, 144, 454, 455. Azione, 20. B Boria, pretese de’pigmei, 45. Ballo non arte imitativa, 206. >

   C

Critici musicali, 43. Convenienze teatrali, 64. Conservatorj, 430, 215. Cattedra di musica, 453. Composizione musicale, 462. Concerti, 464. Canto. Scuola, 204. Canto introdotto ne’balli, 206. Comici lischianti l’udienza, 208. 1» Dissonanze, 27, 43. Dilettante, 457, 461. Distribuzione delle parti, 468. Drammatica, 55, 476, 479, 483, 494. E Esposizione di belle arti, 467, 474. F Filosofìa della musica, 58. Fracasso musicale, 94. €r Gusto pubblico, 5. Giudizj musicali, 445, 449, 456, 457, 463. Impresari, ^23, 468. Inghilterra; gusto musicale, 460. Intemperanza de’virtuosi, 464. Istrumenti vecchi introdotti, 484. L Letteratura drammatica, 20. Legalo del Pacchiarotti, 58. ITI Metodi di Pianoforte, 42, 458. Melodramma, 23, 202. Metodi di canto, 54. Musica sacra, 74, 78, 94, 95, 400,407, 478. Musica drammatica stato attuale in Italia, 77, 414, 204, 205, 209. Musica da camera, 243. Musica classica, 84, 245. Musica; etimologia, 87. Musicografia, sistemi, 430, 458, 459. Musica suonata all’improviso, 454. Messa in iscena, 460, 464. Maestri precettori, 464. Messa del Perotti, 207. A Notazion musicale di Miquel, 58. Non rispondere alle critiche, 454. Scorgano di S. Eustachio, Parigi, 34. Oratorio spirituale, 48. Oratorj teatrali, 48. Orchestre in Italia, 88, 442, 417. Organo, 99. Organo della voce, 8. Osservazioni estatiche, 206. P Poesia melodrammatica, 2, 243. Panarmonico, 97. Professore, 457. Prove, 464. e Quesiti sulla musica, 5. K Riforma del Gambale, 404. Riforme, 462. S Stromenli a pompa, 464. Senso musicale degli Ebrei ed Ungaresi, 242. V Vita (durata della) de’Maestri, 483, 487. INDICE Belle produzioni musicali, e de’llltrl teorico-pratici musicali, de’ quali è fatto special esame. Album, del Golinelli, 67. Assedio (£>’) di Brescia, di Bajelta, 204. Bianca di Santa-Fiora, del Conte Litta, 7. Burgravi (/), di V. Ugo, 67. Bonifazio de’(Spremei di Poniatowski, 245. Conte (II) Ugolino di Donizetti, 52, 75. Carlo FI di Halevy, 63. Caduta (La) di Babilonia, 451. Calunnia (La) di Scribe, 455. Columella (Il ritorno di), 449. Compendio storicofìlosofico della musica, con dizionario, ecc., di Fétis, 73, Conte (II) di Lavagna di Mabellini, 443. 208. Due (I) Sergenti di Mazzucato, 45. Don Giovanni, 48. Demoiselles (Les) de Saint Cyr, di Dumas, 442, 454. Dama (La) e lo Zoccolajo di Fioravanti, 448. Don Pasquale, traduzione in francese, 4 51. Don Sebastiano, 456, 464, 488, 200, 203, 205, 246. Dies irte del Cav. Giorgetti, 489. Disertore (II) di Monsigny, 499. Filosofia o Estetica della musica di Boucheron, 58. Favorita (La) di Donizetti, 448. Folie (Uné) di Méhul, 245. Gazzetta musicale di Milano, 72. Griselda di Flottow, 245. lldegonda di Marliani, 45. Incendio (U) di Babilonia, parodia, 408. Istromenti vecchi di Raufmann, 448. Lezioni di Armonia di Quadri, 4, 47,24, 28, 44, 64, 65. La part du diable di Auber, 25. Luigi V Be di Francia di Mazzucato, 40.. Laudate di Basily, 62, 66. Lucrece (La) di Ponsard, 80, 467. Lara di Salvi, 494. Lombardi (I) alla prima crociata di Verdi, 32, 35, 46, 49. Metodo per Pianoforte di Novella, 42. Miserere di Allegri, 49. Metodo di canto (breve) di Florimo, 54. Miserere di Donizetti, 75, 436. Maria di Rohan di Donizetti, 403, 446, 203. Maria Regina di’Inghilterra di Pacini, 225. Modista (La) raggiratrìce, di Paisiello, 246. Messa di Toja, 430. Messa di Perotti, 434. Messa da requiem di Pacini, 421. Musicografia di Raymond, 459, Musica fredda, 492. Nuovo sistema musicale, 38. Nabucco di Verdi, 74. Nuovo metodo di notazione, di Sdorati,4 58. Nuovo genere di scientifica composizione, di Raimondi, 476. Pratica d’accompagnamento del Pianoforte, di Mattei, 42. Puits (Le) diamour, di Balfe, 80. Pigeon vole, di Castil Blaze, 455. Paulus di Mendelsshon, 474. Reggente (II) di Mercatante, 29. Ristabilimento del canto ecclesiastico, ecc. di Alfieri Can., 407. Roberto il diavolo di Meyerbeer, 467. Scala (La) visione, di Sega, 38. Stabat Mater di Rossini, Raccolta degli articoli, ecc., 88. Tintamarre, 72. Fallomlbra di Sacchéro, Ricci, 3. Virginia di Nini, 42. Ultime (Le) sette parole di Mercadante, 54. ihimm Begli Artisti o Scrittori teorici musicali de’qualt venne fatta particolar menzione. Allegri Gregorio, 49. I Auber, 25. Animuccia Giovanni, 78.! Arditi e Jotti, 402. Alfieri Canonico, P., 4Ó7. Bellini, 44, 23, 34, 53, 69.! Boucheron Raimondo, 58. Berlioz, 60, 72. Basily, 62, 66, 478. Beethoven, 68. | Benoni Giulio, 62, 84. Balfe, 80. Bazin, 93. Bottesini, 406, 246. Bishop Mad., 430. Bochsa, 434. Bettoni ballerina, attrice tragica, 483. Castelbarco Conte Cesare, 76. Cavallini, 435, 244. Czerny, 447. Castil Blaze, 455. Cimarosa, 469, 473. Donizetti, 9, 73, 88, 203. Dohler, 38. Duprez, 64., Degola, 458. Dreyschock, 496. Frezzolini-Poggi, 40. [p. 228 modifica]28, 44, asnuci: sei sommabì NB. Gli articoli divisi su due o più numeri della Gazzella, non sono accennali che nel primo, coll’indicazione delle pagine successive dove si trovano le continuazioni. I. Lezioni d’armonia del sig. D. Quadri, pag. 1, 10, 17, 28, 44, 61, 65. - Stretti rapporti fra la poesia e la musica drammatica, 2. - Vallombra dramma di Sacchéro, musica di Federico Ricci, 5. - Carteggio Firenze, Parigi. - Dizionario critico-umoristicomusicale. Acconciare, 4. II. Congresso scientifico a Strasburgo, 5. - L’assedio di Corinto, 6. - Bianca di Santa-Fiora del Conte Litta, 7. - Album, suggerimento al Cavallini, 7 Carteggio Parigi - Notizie varie. I III. Lucrezia Borgia, 9. Luisa Strozzi, 11. - Chirogimnaslc, 12. - Pratica d’accompagnamento del Padre Maltei, 12. - Notizie varie. | IV. Diverse specie di Critici musicali. - 1 critici pedanti, 15. ^Vincenzo Bellini c le sue opere,’"!!’, 25, 51, 55,* 69. - I Due Sergenti del maestro Mpzzucato, 15. - Notizie varie, 15..— Dizionario- crìtico-umoristico, ecc., Articolo, 16. V. Mozart c i suoi critici; il Don Giovanili,’18. - 71/7scrcre dcll’Allegri, 19. - Cenni intorno a Mcildelsslion, 19. - Cenni sulla Pasta, 20. - Carteggio, 20. - Notizie. - Statistica nccrologica musicale,-21. VI. Risposta del maestro Quadri al maestro Rossi,’24. - Carteggio, 25. - La pari (tu diabic, 25. - Notizie. VII. Le dissonanze, 27, 45. VCcnni biografici; ParisK Alvarz, 29. - Il Reggente di Merendante, 29. - Dizionario critico-umoristico, ecc., Acccnto-A solo, 50. Vili. I Lombardi alia prima crociata, 52, 55, 46. Notizie musicali italiano c straniere, 54. IX. Dcr Freyschutz, 56. - La Scala, Visione di;G. Sega, 58. - Nuovo sistema di notazione musicale, 58. X. Dell’importanza degli studj della musica istrumcntnlc, e per quali cause siano stali finora trascurati in Italia, 59, 50, 57. - Luigi V Re di Francia, del maestro Mazzucato, 40. -^Francesco Schobcrlcchncr, necrologia, 41. - Virginia, del maestro Nini, 42. - Dizionario critico-umoristico, ecc., AcutiAnima, 42. XI. Ildegorida del Marliani, 45. - Carteggio sulla musica in Firenze, 46. - I Lombardi alla prima crociata, 46. - Idem in Parigi, 46. -JÉMortc del maestro Nicolini, 46. - Dizionario umoristico, ecc., Associazione, 47. XII. Polemica: Vitali al Temistocle Solerà sui Lombardi, ecc., 49. - Sui metodi di canto specialmente sul Breve metodo del Fiorimi), 51. - Antologia musicale, 52. XIII. Le ultime sette parole del Redentore, Merendante, 54. - Un consiglio ed un eccitamento sulla drammatica, 55. - Opera per Pianoforte, 56. XIV. Filosofia della musica o estetica, ecc., del maestro Bouchcron, 58. - Legato del celebre Pacchiarotti, 58. - Polemica contro la Franca musicale, 59. - Mozart a Salisburgo, 59. - Bcrlioz, 60. XV. Laudale del maestro Basily, 62, 66. - Un altro Mozart, 62. - Compagnia drammatica sarda, 65. - Carteggio: II Carlo VI di Ilalevy, 65. XVI. I Burgravi di Vitlor Ugo, 67. - Golinclli Album, ecc., 67. - Dizionario umoristico, ecc., Accordo, 68. XVII. Accademia di Ilonoré c Seligmann, 70, 75. - Carteggio Firenze, 70. - Parigi, 71. - Dizionario umoristico, ecc., Accordare, 72. XVIII. Misererò di Donizelli, 75. - Compendio storico della musica con Dizionario biografico C bibliografico, ecc., di F. I Fétis, 75. - In qual modo fu composto l’Otcllo, 74. - Carteggio. L’Antologia classica musicale, 75. XIX. Esame dello stalo attuale della musica in Italia, 77, 111, 201, 205, 209. -^Giovanni Animuccia, 78. - Lo Stabal di Rossini a Napoli, 80. - Domenico Quadri, sua morte, 80. - Carteggio sull’opera Le Puils e la tragedia Lucrèce, 80. - Polemica Bcnonì, ecc., 81. - Notizie varie, 81. - Dizionario umoristico, ecc., Accordatore, 81. XX. Lettera di un Toristn musicante e pittore, ecc., 85, 92. - Alessio Prati, 84. - Compagnia drammatica francese Alexandre, 85. XXL Musica, etimologia, 87. - Lo Slabal, di Rossini, raccolta degli articoli, ecc., 88. - Le Orchestre d’Italia, 88, 112, 117. - Carteggio Parigi. Lanner, cenni biografici, 89. - Un’aria nuova di Rossini, 89. XXII. Musica" moderna, musica sacra, 91, 100. - Dizionario umoristico, ecc., Accompagnamento, 94. XXIII. Cenni sulla musica sacra, 95. - Pot-pourri bibliografico musicale, 96. - Panarmonico di Lod. Gavioli, 97. - Lettera del Cav. Pacini sulla riduzione di una parte della Fidanzala Corsa, 97. - Notizie varie, 97. - Dizionario umoristico, ecc., Accompagnamento (scuola), 98. XXIV. L’Organo, 99. - I Vianesi, 100, 115. - Lettera di un Torista sopra alcuni artisti e l’arte in Germania, 101, 105. - Notizie varie, 106. XXV. Maria di Rohan, 105. - Della instabilità della musica, 104, 126. - Accademia della nobile società, 106. - Notizie varie, 106. XXVI. Ristabilimento del canto c della musica ecclesiastica, 107. - Società per lo studio della musica classica - L’incendio di Babilonia, 108. - Notizie diverse, 109. - Dizionario umoristico, ecc., Accomil pagnamento (di Pianoforte), 110. j; XXVII. Il Conte di Lavagna, 115, 208. - Lettera I-1 di C. J. a N. E. Cattaneo sulle Lezioni, ecc., del j| M. Quadri, 115. - Aneddoti musicali: Il Barbiere |i di Siviglia, 115. - Notizie diverse, 115. | XXVIII. Le opere del M. Raimondi, 118. - Ilummcl | biografia, 118. - Carteggio Firenze, 119. - Notizie || diverse, 120. n XXIX. Messa da requiem del maestro Pacini, 121. il - Carteggio, Parigi, 122. - Notizie diverse, 125. Ij^XX. Marcello, opere c studj, 125, 152. - Le StaI" gioni di Ilaydn, 127. - Serenata nel palazzo del! duca Litta, 128. - Edipo di Sacchini, 129. - Requiem, Mozart, 150. - Notizie diverse, 150. jjfcxxi. Gaffurio Franchino, vita c scritti, 151, 158, ( 155, 165. - Messa funebre del maestro Pcrotti, 154. è - Accademia Rhcm, Ducrest, 155. - La figlia del e reggimento, la Zoja, 155. - Notizie diverse, 156.: XXXII. La musica guardata ne’bisogni presenti, 157,

", 177, 197, 202. 

orio, innovazioni, 1 se, 159. XXXIV. Sui giudizj musicali, 145, 149. - Nicolò Jomclli, 146. - Czerny Carlo, 147. - Notizie, 148. XXXV. Falsi giudizj di Goethe sulla musica, 150. La caduta di Babilonia, 151. - Don Pasquale, 151. - La musica di Beethoven, 151. - Notizie, 151. Notizie drammatiche, 152. XXXVI. Polemica fra Dumas c Janin, 154. - Carteggio, Parigi, Pigcon volc, 155. - La calunnia, Modena, 155. - Aneddoti musicali, 155. - Notizie musicali, 156. - Notizie e varietà letterarie, 156. XXXVII. II professore ed il dilettante, 157. - Carteggio, musica in Genova, 158. - Intorno alla musicografia del signor Raymond, 159. - Gustavo Modena, sua compagnia, 159. - Notizie diverse, 160. XXXVIII. Una dilettante di Pianoforte, 161. - Consiglio per quelli che apprendono la composizione musicale, 162. - Accademia nel Conservatorio di Milano, 165. - Giudizio di Goethe sulla musica italiana e tedesca, 165. - Notizie diverse, 164. XXXIX. Roberto il Diavolo, 167. - Carteggio, 167. - Gustavo Modena ed i suoi artisti, 168. - Notizie diverse, 168. XL. Domenico Cimarosa, 169, 175. - Carteggio, 170. - Saul d’Alfieri, 171. - Notizie, 171. XLI. Notizie storiche della musica de’Greci, 174. Carteggio, 175. - Drammatica Teatro Re, 176. XL1I. Carteggio, 178. - Teatro Re Drammatica, 179. - Notizie, 180. XLUI. Pcrgolcse, 181, 198. - Carteggio, 182. - Teatro Re Drammatica, 185. - Durala della vita di vari maestri, 185, 187. - Notizie, 184. )CXLIV. Jacopo Peri, 185, 195,218. - Pcrgolcse, 186. | - La Lucrezia di Ponsard, 187,190. - Notizie, 188. XLV. Dics ine del Cav. Giorgclli, 589. - Compagnia drammatica sarda, 191. - Notizie, 192. XLVI. Carteggio, Parigi, 194. - Lara del Salvi, 194. - Milanollo sorelle, 195. - Notizie, 196. XLVII. Carteggio, Parigi, 199. - Milanollo;; 199. Notizie, 200. XLVIII. Il Don Sebaslicn, la Maria di Rohan, 205. - L’Assedio di Brescia, 204. - Notizie drammatiche, 204. XLIX. Carteggio, osservazioni estetiche, pensieri, ecc., 206. - Musica sacra, 207. - Teatro alla Scala, le Milanollo, ecc., 207. - Notizie, 208. L. Antologia classica, Avviso, 209. - Bibliografia musicale, pezzi per Pianoforte, 210. - Accademia di Ernesto Cavallini, 211. - Accademia pel Pio Istituto, 211. - Il senso musicale degli Ebrei c degli Ungarcsi, 212. - Notizie, 212. LI. Avviso agli Associali, 215. - La musica da camera; un rimprovero ai Bernicsehi, 215. - Carteggio, Parigi, 215. - Prima Accademia nel Conservatorio di Brusselles, 215. - Notizie, 215. - Avvisi musicali, 216. LII. Ai signori Associati presenti c futuri, 217. - Sette parole di Ilaydn, 219. - Accademia di Jaell, 220. - Ave Maria di Mandanici, 220. - Varietà, 220. Notizie, 221. LUI. L’Editore-Proprietario della Gazzella. - Giacomo Mcyerbccr, 225. - Maria Regina d’Inghilterra. - Notizie; 225. MOTA PUBBLICAZIONE MUSICALE IIELL’I. R. STABILIMENTO NAZIONALE PR1V1LEG.0»1 GIOVAMI RICORDI AYE MARIA ffiffiet’twio per Soprano, Contralto, Tenore c Basso con accompagnamento di Pianoforte Gaetano Donizetti GIOVAMI RICORDI Dall’I. R. Stafiilimcasto Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GlOViiKKI RICORDI Contrada degli Omenoni Jf. 1720. f Fiori mo, 51. ^ Flutow, 2-15. f k Ilalevy, 63. 5 Heinefetter Calliinka, 8-1. 1 Ilandel, 83. Jomelli Nicolò, -i 46. Jaell, fanciullo prodigio^ 212. Litta Conte Giulio, l. Liszt, 58, 81, 188. Lablache, 71. Lanner, 89. Lacépède, 155. Langenstein (che emette tre voci), 172. Mazzucato, 15, 40. Mozart, 18, 100, 104. Mendelsslion, 19, 95. Malibran, 20. Mércadante. 29, 54, 80, 97. Miguel, 58.’ Mébul, 215. Marliani, 45. Milanollo, sorelle, 72, 80, 87. 94. 140 180, 195, 199, 204, 207. Mabellini, 113. Modena Gustavo, 152, 159, 108, 171. Marcello Benedetto, 125, 132. Meyerbeer, 107. Nini, 42, 188. Nicolini, 40. Novella, 158. Pasta, 20. Parish Alvars, 29. Pacini, 215. Paisiello, 210. Ponsard, 80, 187, 190. Poniatowski Principe, 81, 93, 215. Prati Alessio, 84. Paganini, 158. Pergolesi, 181, 186, 198, 218. Peri Jacopo, 185, 195. Piatti, 200. Quadri Domenico, 1, 10, 17, 24, 28, 4^ 61, 65, 80. Rossini, 0, 78, 88, 90. Ricci Federico, 2. Raimondi, 118, 170. Raymond, 130, 159. Rhein e Ducrest, 135. Romani Cav., 156. Ronconi, 182. Solera Temistocle, 52, 55, 49. Sivori, 34. Schoberlecliner, 41, 56. Salvi, 90, 182, 194. Sciorati, 158. Sux, 188. Verdi, 52, 35, 46, 59, 71. Vimercati, 64. Vivier, professore di Corno, 98, 172. Vianesi i fanciulli, 115.

Weber, 36. [p. 230 modifica]

Ai signori Associati presenti e futuri



LA REDAZIONE DELLA GAZZETTA MUSICALE DI MILANO DEL 1844.


Eccoci imminenti a dar principio all’anno terzo di questa nostra Gazzetta Musicale, ed, anziché affievoliti di forze per la via percorsa ne’ primi due anni, ne sembra di aver acquistato nuova lena e maggior coraggio a continuare nell’ardua carriera. Ed ardua per vero dire, giacché non è agevole tutti accontentare, non a tutti è dato volgere parole di conforto, e molteplici e diversi ci si schierano dinanzi gli ostacoli, e mille sono l’esigenze, i desiderj, i capricci di coloro cui ci proponemmo fare argomento alle nostre disamine. Si potrebbe di altronde menarla buona ad ognuno, e noi vivere in pace con tutto il mondo, ma allora sarebbe tradito lo scopo di questa Gazzetta, la quale tende unicamente a’ migliori progressi dell'Arte Musicale. E se di sovente riescono vani i nostri lamenti sulle mende altrui, che ne avverrebbe ove, con volontario silenzio, le lasciassimo passare inavvertite? Que’ maestri esordienti che, non forniti peranco delle necessarie nozioni, ci si presentano sulla scena con mostruosi aborti; quegli altri che, profondi nella scienza, mancano affatto di quella scintilla che ispirazione vien detta; quegli altri che, seguendo una via totalmente opposta alla segnata da’ grandi capiscuola, tentano delle innovazioni, mancanti di base, perchè essi stessi poveri d’ingegno: tutti costoro, a nostro credere, han d’uopo di chi coscienziosamente voglia e sappia farli ammoniti de’ loro difetti, persuaderli della loro imperizia, incitarli, raccenderli di più caldo amore per l'Arte. Tutti quegli artisti melodrammatici i quali, in luogo d'immedesimarsi del personaggio che rappresentano, tradiscono sì facilmente le intenzioni dei poeti e de’ maestri; tutti coloro, che non sono affatto chiamati a percorrere onorevolmente la carriera dell’artista; coloro che tutto vogliono sacrificare a’ propri capricci, incominciando dall'arte e venendo a finire al pubblico, meritano dessi e consigli, e ammonimenti e riprensioni. Quei poeti (e sotto tal nome accogliamo tutta la falange di quelli che rimano de’ versi, chè di veri poeti al presente v’ha penuria estrema) scrittori di libretti per musica, i quali, senza veruna cognizione della scena, impastocchiano drammi alla lor foggia, senza intreccio, senza verità, senza nobiltà di concetti: que’ poeti che ci regalano versi antipoetici quegli altri che, ligii a tutte le più strane volontà de’ maestri di musica, ci danno spettacolo delle più orride atrocità, tutti costoro deggiono aspettarsi un salutare avvertimento onde più a lungo non abbiano a deturpare l’arena teatrale, con tanto lustro e sì felicemente calcata da Metastasio e da Zeno ne’ tempi andati, quindi da Romani e da ben pochi altri. E per dire ancora una parola de’ cattivi poeti melodrammatici, osserviamo essere incalcolabile il danno che arrecano all’Arte. Il Teatro, che scuola ed incentivo a nobili passioni fu sempre stimato, diventa per essi la tomba di ogni onesta disciplina, sorgente di corruzione e scala ad ogni noncuranza per la virtù. I maestri, non forniti della favilla del genio, come possono ispirarsi a frivole situazioni drammatiche, ad una prosa barbara voltala in più barbari versi? Di qui per avventura deriva in essi maggiore la volontà di coprir quelle parole della più clamorosa strumentazione onde meno abbiano ad intendersi-, di qui i virtuosi si credono autorizzati a cangiarle, mutilarle, storpiarle, mal pronunciarle, perchè s’avvedono pur essi della disarmonia loro; di qui il disgusto, la noja, la disapprovazione del pubblico, che in fine de’ conti viene ad essere il più malmenato. E in questa guisa si giunge, quasi diremmo, a giustificare la disistima universale in che sono avvolti i poeti melodrammatici, imperciocché principalmente per loro colpa oscurasi la più bella luce che sempre irradiò la nostra penisola, e ad essi devesi attribuire una delle maggiori cagioni per le quo.li farle musicale, mentre vede addensarsi ogni dì più fitta la turba de’ nuovi suoi cultori, ben lungi dal prosperare fra tanta ingannevole ricchezza, precipita invece alla piena sua rovina. Né l’orgoglio ci tenta di potere noi da soli riparare a’ danni estremi-, non vale un solo argine a rattenere la foga di impetuoso torrente -, ma siam lusingati dalla speranza che la nostra ferma volontà di arrecarvi un qualche rimedio abbia ad invogliare pur anco taluno de’ nostri confratelli a por mano efficacemente all’opera, ed illuminando gli uni e disingannando gli altri, giugnere, se non a togliere tutto il male, almeno ad un possibile miglioramento. E se per avventura nulla ci sarà dato ottenere, ci rimarrrà pur sempre la soddisfazione di averlo tentato: in magnis voluisse sat est. Ma non saranno vanii nostri sforzi; la sferza della critica, allora che sia adoperata senza ira velenosa, giovò mai sempre alle Arti; la lode, prodigata con sobrietà e senza i troppo abusati titoli magnificativi, incoraggia gli artisti senza guastarli; la riprensione scevra di biasimo li corregge. E questo è quanto noi abbiamo operato negli anni decorsi, e con maggiore alacrità ci prepariamo oggi a proseguire. Il numero sempre crescente dei soscrittori alla nostra Gazzetta ci avverte che non discare riescirono insino ad ora le nostre parole: il nome e il numero dei gentili che si offrirono a comunicarci i risultamenti felici de’ loro studii e delle loro riflessioni, ci rendono meno ardua l'impresa 1.

  1. (1) Le condizioni dell’associazione rimangono le stesse fin qui praticate. L’Antologia Classica Musicale continuerà a pubblicarsi anche pel prossimo venturo anno, e la scelta de’ pezzi verrà fatta inalterabilmente colle norme fin qui seguite, e nello scopo lodevole cui fu destinata, di favorire cioè lo studio dei capolavori dei grandi maestri antichi. Tuttavolta, desiderando il sottoscritto Editore proprietario dare a quest’uopo maggiore estensione dell'Antologia stessa, avverte che col principiare del 1844 la medesima si pubblicherà anche con apposita e separata associazione al prezzo, netto di sconto, di franchi 20. Però, ai signori Associati alla Gazzetta Musicale, si continuerà a dare gratis la detta Antologia Classica, cosi piacendo ad essi; e coloro invece, i quali in luogo di questa amassero altro genere di musica potranno sceglierla da un Elenco, estratto dal Grande Catalogo Ricordi, e composto di circa N. 2000 pezzi di musica di vario genere, per canto e per istromenti diversi; dal quale Elenco, che si distribuirà ai signori Associati, avranno i medesimi facoltà di fare scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine. In esso Elenco si comprenderanno anche i diversi pezzi componenti l’Antologia Classica dei decorsi anni 1842-43. I pezzi, che i signori Associati alla Gazzetta Musicale vorranno scegliere dall’Elenco suddetto, saranno dati gratis ai medesimi all’atto del pagamento anticipato dell’associazione annua alla Gazzetta Musicale. Chi poi amasse pagare anticipatamente la sola metà dell’associazione annua alla Gazzetta Musicale non riceverà che una corrispondente quantità di pezzi di musica in dono, per l’ammontare di sole pagine 75 circa. La scelta però, tanto di un’annata che della metà, dovrà esser fatta in una sola volta e non in diverse riprese. I signori associati nelle piazze lontane vorranno rivolgersi ai relativi corrispondenti della Casa Ricordi.