Filocolo/Libro primo/9

Libro primo - Capitolo 9

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Il miserabile re, il cui regno Acheronta circunda, veggendo che lo essercizio era alle sue invasioni inique contrario, e che i lunghi cammini porgevano alla carne affannosa gravezza, per la quale i sostenitori d’essa fuggivano le inique tentazioni e meritavano il mal conosciuto regno da lui, il quale egli, per disiderare oltre dovere, perdé, afflitto di noiosa sollecitudine, veggendo la maggior parte di quelli che andar soleano alle sue case esser disposti a quello affanno, o ad altri simiglianti o maggiori, pensò di volergli ritrarre da sì fatte imprese con paura; e convocati nel suo conspetto gl’infernali ministri, disse: - Compagni, voi sapete che Giove non dovutamente degli ampi regni, i quali egli possiede, ci privò, e diedeci questa strema parte sopra il centro dell’universo a possedere, e in dispetto di noi creò nuova progenie, la quale i nostri luoghi riempisse. Noi ingegnosamente li sottraemmo, sì che noi volgemmo i loro passi alle nostre case: e Egli ancora, non parendogli averci tanto oltraggiato, mandò il suo Figliuolo a spogliarcene, al quale non potendo noi resistere, ci spogliò, e dopo tutto questo fece aveduti gli abitanti della terra de’ nostri lacciuoli, e donò loro armi con le quali essi leggiermente le nostre spezzano. E che noi di questi oltraggi ci andiamo a vendicare sopra di lui, il salire in su c’è vietato, e Egli è più possente di noi: però ci conviene pur con ingegno il nostro regno aumentare, e fare di riavere ciò che per adietro abbiamo perduto. Tra l’altre cose che il Figliuolo di Giove lasciò in terra al suo popolo, a noi più contraria, fu continuo essercizio, al quale del tutto si vuole intendere da noi, acciò che si spenga con volonteroso ozio delle loro menti, e li romani massimamente, i quali, quasi agli altri principali, hanno questo essercizio molto impreso, e quasi ogni gente da loro lo ’mprende. Ond’io ho proposto di volerli almeno ritrarre dall’andare li strani templi visitando, con paura; e questo sanza fallo mi verrà fatto troppo bene sopra gran quantità d’essi, che ora al tempio che sopra l’ultime piagge di Speria dimora, vanno, sopra i quali io vendicherò la mia ira, e voi siate intenti di fare il simigliante ovunque voi ne sentite alcuno -.