Ecco turbano il ciel nuvoli oscuri
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Sì da me pur mi disviano | Or che volgono al ciel sì calde l'ore | ► |
LXXIV
Che essendo vecchio non può amar più.
Ecco turbano il ciel nuvoli oscuri:
Non è seren che lungo tempo duri.
Su per la falda erbosa
Di Fiesole diletta
5Oggi non è da far lungo cammino;
Entro nube piovosa
Al mar Febo s’affretta:
Ma che? sorgerà chiaro in sul mattino;
Forse anche i raggi suoi non saran puri:
10Uomo mortal dell’avvenir non curi.
Clori, la cetra aspetto,
Recala omai: cantando
Tornerà il verno in grazioso Aprile.
Già fu legno negletto,
15Poscia il gran Ferdinando
D’oro fregiolla, e non la tenne a vile;
I cui nobili esempj a i dì futuri
Deggio io mandar dal cieco obblio sicuri.
O se gel di vecchiezza
20Non m’empiesse le vene,
Possente intoppo all’amoroso ardore;
Come l’alta bellezza
Di tue luci serene
Udrebbe Arno cantarmi a tutte l’ore!
25Ma vuol ragion, che io di sottrar procuri
All’incendio d’Amor gli anni maturi.
Rapida gioventute,
Che tra suoni e tra danze
Nudrisci il vaneggiar de’ vaghi amanti,
30Teco io veggio perdute
Mie soavi speranze,
Onde m’assale aspra cagion di pianti:
Clori, non fa mestier ch’io più tel giuri:
Leggonsi in fronte i pensier gravi e duri.
35Ecco turbano il Ciel nuvoli oscuri:
Non è seren che lungo tempo duri.