Rime (Guittone d'Arezzo)/E poi lo meo penser fu sì fermato

E poi lo meo penser fu sì fermato

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Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
E poi lo meo penser fu sì fermato
Sì como ciascun omo, enfingitore En tale guisa son rimaso amante


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La donna, cui ha confessato il suo torto e il suo proponimento, dichiara che neppure volendo avrebbe potuto opporsi al suo desiderio.


     E poi lo meo penser fu sí fermato,
certo li feci tutto el convenente:
sí come disleale erali stato
e como mi promisi esser me gente.
  5 Reconoscente foi del meo peccato,
e fermaime di lei non prender nente,
se nol mertava pria, sí ch’onorato
fosse ’l prendere e ’l dar compitamente.
     E pregai che, per Deo, non si sdegnasse,
10ma desseme di sé piena fidanza
d’intender me fin ch’eo di cor l’amasse.
     Ed ella disse me che ’n mia possanza
s’era, sí misa, che, s’ormai vetasse
lo meo piacer, li torneria ’n pesanza.

21

Vuole innamorare di lei la sua anima.


 
     En tale guisa son rimaso amante
e disioso di voler amare,
sì che lo core meo tutto e ’l sembiante
aggio locato in ciò dir sempre e fare.
  5 E lo savere meo mi mette avante
ch’eo deggia la mia ama inamorare
di lei, che amo più che tutte quante
l’altre del mondo, e più mi piace e pare.
     Ma tuttavia l’amor quasi è neente
10ver quel ch’eo so ch’ad amare convene,
che prendere e donar vol giustamente.
     Ma, como in ferro più che ’n cera tene
e val entaglia, varrà similmente
amor, ch’è ’n me più che ’n altro servene.