Dizionario Topografico-Storico degli Stati Estensi

Girolamo Tiraboschi

1780 Saggi letteratura Dizionario Topografico-Storico degli Stati Estensi Intestazione 12 giugno 2009 25% Saggi


Girolamo Tiraboschi Dizionario Topografico-Storico degli Stati Estensi tomo II, 1825, articolo Montecuculum, pagg. 89-96



Montecuculum o Mons Cuculi, Montecuccolo, Castello con Rocca, o meglio Fortalizio, uno de’ meglio conservati che restino nel Frignano, e da cui ha preso il cognome l’antichissima e nobilissima famiglia de’ Marchesi Montecuccoli. Abbiam altrove veduto quanto potente essa fosse in quella Provincia, e quanto esteso dominio vi possedesse. Ma poiché non potevamo ivi trattenerci in discussioni genealogiche, gioverà il raccoglierne qui alcune notizie, il che è tanto più opportuno, quanto meno è stato finor ricercato ciò che appartiene alla discendenza di questa illustre famiglia. Io ne ho veduto alcuni Alberi, ma per lo più formati a capriccio, perciocché vi si veggon notati molti che mai non vissero; e vi si veggon dimenticati i più celebri personaggi che da questa Nobil Famiglia uscirono. Un altro che pur ne ho veduto è più esatto riguardo a’ tempi posteriori al secolo XIII, ma non ha fondamenti a cui appoggiarsi ne’ secoli più rimoti. Né mi arresterò parimenti nel rigettare le favole con cui alcuni han preteso di far venire questa famiglia dall’Alemagna, e di darle una comun origine colla Nobil famiglia da Monte Ottieri con documenti supposti dal famoso impostore Alfonso Ciccarelli, di cui ho altrove ragionato, e adottati poscia anche dal Vedriani (Stor. di Mod. T. I p. 455). Le famiglie cospicue e che possono gareggiare colle primarie d’Italia, come è quella de’ Marchesi Montecuccoli, non han bisogno di ricorrere alle imposture per mettere in luce le loro glorie. Gli autentici documenti son quelli a’ quali debbon esse appoggiarle. Non è però così agevole il rinvenire le più antiche memorie de’ Nobili di Montecuccolo. Essi non cominciarono ad avere relazione o attinenza di sorte alcuna col Comune di Modena se non dopo la metà del secolo XII e vivevano comunemente ne’ lor Castelli lontani dalla Città. Quindi né dagli Archivj di Modena si può sperar di raccogliere molti lumi pe’ tempi più antichi, e questi si cercherebbono invano ne’ Castelli da essi abitati, ove niuna carta molto antica conservasi. Aggiungasi a ciò che talvolta, come vedremo, i Nobili da Montecuccolo si indican col solo nome del Frignano per la giurisdizione che in non piccola parte di quella Provincia essi aveano. Ma questa appellazion generale è comune ancora a molte altre famiglie della Provincia medesima, e non si può discernere facilmente qual di esse voglia indicarsi. Ci converrà dunque in sul principio andar quasi a tentone, e supplir con probabili congetture alle prove certe che non si possono avere. Quindi nell’Albero genealogico che fino al principio del secolo XVI io ne ho abbozzato, alcune delle più antiche generazioni si vedran segnate con punti a indicare ch’esse son probabili, ma non certe. E in quest’Albero io non mi stenderò più oltre, poiché d’allora in poi non vi è oscurità o dubbio di sorta alcuna.

Il primo che sicuramente appartiene a questa famiglia, è quel Gherardino o Gherardo da Montecuccolo che l’anno 1170 collegossi co’ Montevegliesi a danno de’ Modenesi, e che poscia l’anno 1173 cambiando consiglio insieme con molti altri Capitani del Frignano, tra’ quali egli nominasi il primo, si strinse in alleanza col Comun di Modena, e ne prese la Cittadinanza, come si è detto parlando delle Rivoluzioni del Frignano. Ed egli vedesi in Modena presente a un atto del Vescovo Arrigo de’ 24 Dicembre 1157 che è nell’Archivio Capitolare: Gerardus de Montecuccolo. Ma da quali ascendenti traesse egli la sua origine, è troppo incerto. Il Magnani nella sua Cronaca del Frignano lo dice figlio di Matteo. Ma niuno di questo nome io trovo indicato nelle più antiche carte col cognome tratto da Montecuccolo o dal Frignano. E lo stesso dee dirsi d’un altro Albero della Famiglia, ove dicesi Gherardino non figliuolo, ma nipote di Matteo per mezzo di Gherardo figliuol di Matteo, e gli ascendenti se ne fan rimontare, ma senza pruova, fino al principio del nono secolo. Fra essi si annoverano due fratelli, Matteo I Avolo di Gherardino, e Nereo, e dicesi ch’essi vennero a una divisione de’ loro beni l’anno 1110, e che uno di essi, cioè Matteo innalzò il Castello di Montecuccolo, e ne diede alla famiglia il cognome, l’altro, cioè Nereo, fabbricò quello di Montegarullo, e diede l’origine a’ nobili Signori di quel Castello, di cui si è a suo luogo parlato. Ma ognun vede che un tal fatto ha tutta l’apparenza di favoloso; e anche l’Albinelli nella sua Cronaca MS. del Frignano scritta nel secolo XIV lo rigetta qual falso. Già abbiam osservato che de’ Nobili di Montegarullo non si trova memoria che dopo la metà del secolo XIII. Di Montecuccolo al contrario abbiam menzione in una carta dell’anno 1027 di questo Archivio Capitolare, in cui il Vescovo Ingone dà a livello certi beni in loco qui dicitur Clusuria, e tra’ i confini si segna a meridie mons qui vocatur Cuculi. Ma quando fosse innalzato il Castello, non abbiam monumento che ce lo additi. E’ verisimile che gli ascendenti di Gherardino prendessero l’appellazione dalla Provincia ove abitavano, e si dicessero semplicemente de Friniano.

E non sarebbe improbabile che avolo di Gherardino da Montecuccolo fosse quel Gerardus de Fregnano che l’anno 1080 intervenne a una donazione fatta al Monastero di S. Prospero da Agelburga Vedova di Gherardo figliuol di Frogerio, e uno degli Antenati de’ Signori di Correggio, i quali già abbiam veduto che ebbero relazioni e parentele nel Frignano. Né andrebbe forse lungi dal vero chi credesse figlio del primo Gherardo e padre di Gherardino quel Bernardo, di cui e di un suo figlio che non si nomina e di più altri Frignanesi dolevansi l’anno 1136 questi Monaci di S. Pietro, perché avean lor tolto a forza il Castello di Idiano nel Frignano ; perciocché essendo Idiano poco distante da altri possedimenti de’ Nobili di Montecuccolo, non è improbabile ch’essi pensassero a impadronirsene. Nominansi anche ivi per lo stesso motivo Serafinello e un suo fratello e Gherardo loro Zio; e potrebb’essere che questo Gherardo fosse figlio del primo del medesimo nome e fratello di Bernardo; e che in conseguenza Serafinello fosse nipote del secondo Gherardo, cioè figlio di Bernardo di lui fratello.

Secondo questa mia congettura Bernardo figlio del vecchio Gherardo e fratello del secondo Gherardo ebbe tre figli, Gherardino, Alberto e il suddetto Serafinello. Gherardino nominato nelle già accennate carte dell’anno 1170, 1173 è probabilmente quello stesso che è detto Gherardus de Fregnano in una carta dell’anno 1172 , in cui egli ratifica e giura l’osservanza di una convenzione fatta da’ Signori di Correggio per certi canali. E il vederlo assistere a un atto de’ Correggeschi conferma la mia opinione ch’ei venisse da quel Gherardo che l’anno 1080 avea pur assistito a un altro loro atto. Questa carta del 1172 è quella da cui si prova ch’ei fu fratello di un Alberto. Perciocché prima si legge: Dominus Albertus de Fregnano dedit parabolam etc. poscia: Guglielminus filius D. Guilielmi dedit parabolam in hoc, et firmavit ut Albertus de Frignano, e finalmente Dominus Gerardus de Fregnano dedit parabulam... ut frater; ove par certo che intendasi Alberto. Congetture son queste che non possono appoggiarsi a stabile fondamento; ma solo possono ammettersi come non inverisimili finché più chiari lumi non vengano a discoprirsi. A’ tempi del suddetto Gherardo gli uomini di Montecuccolo che si nominano in numero di circa 60 soggettaronsi, come le altre terre di quella Provincia, al Comune di Modena, la qual dedizione fu poi rinnovata nel 1276.

Gherardino o Gherardo da Montecuccolo ebbe un figlio di nome Alberto, giacché di esso possiamo intendere una carta Reggiana del 1184, in cui Rataldo da Gorgadella soggettandosi al Comune di Reggio, e promettendo di portar per esso le armi contro chiunque, fa questa eccezione: Salva fidelitate Domini Imperatoris Federici, et ejus filii Henrici Regis, et Domini Albericonis Regini Episcopi, et Alberti Gerardi de Freniano . Questa eccezione ci mostra che uomo d’alto affare era Alberto figliuol di Gherardo, poiché insieme coll’Imperadore, col Re Arrigo e col Vescovo di Reggio è nominato tra’ personaggi contro i quali Rataldo non poteva rivolger le armi. Ma per qual titolo dovesse questi serbargli la giurata fedeltà, ci è ignoto. E forse ancora fratelli di Alberto e figlj pure di Gherardino furono e quel Bernardino da Montecuccolo che è nominato nelle dedizioni de’ Castelli del Frignano degli anni 1197 e 1205, e a cui Giovanni Abate di questo Monastero di S. Pietro a’ 12 di Gennajo diede l’investitura di alcuni terreni presso Montecuccolo, nel qual atto son nominati anche Pietro e Tommasino di lui nipoti figli forse di Arrigo di lui fratello , e quell’Arrigo figlio di Gherardo da Frignano che l’anno 1188 vendette al Comun di Bologna la sua parte del Castello di Crespellano ; giacché la vicinanza di Crespellano a Monteveglio ci rende probabile che Arrigo Signore in parte di Crespellano fosse figlio di quel Gherardino da Montecuccolo che si unì in alleanza co’ Montevegliesi.

Negli atti indicati del 1197 si nominano anche Albertinus de Fregnano, et Bonacursius ejus filius; e questi pure io credo che appartengano a’ Nobili di Montecuccolo, singolarmente pel nome di Buonaccorso frequentissimo in questa famiglia nel secolo XIII e nel XIV, e che in conseguenza quell’Albertino sia il medesimo che il figlio di Gherardino nominato poc’anzi. Un Rainero figlio di Buonaccorso senza l’aggiunta di alcun cognome si nomina in una carta di questo Archivio Capitolare dell’anno 1214, con cui il Vescovo Martino investe a titolo di feudo Dominum Rainerium olim Domini Bonacursij di tutto ciò che Mambilia di lui madre e Uberto da Fassadella di lei padre avean avuto dal Vescovado al medesimo titolo, nelle Pievi di Missano, di Semelano e di Verica. Perlocché essendo stati i Nobili di Montecuccolo Signori di Missano e di altri luoghi di que’ contorni, è verisimile che ad essi appartenga anche Rainero. E ciò maggiormente comprovasi da una carta del 1234 in cui Rainero del fu Buonaccorso da Frignano è nominato tra’ Capitani del Frignano che nel detto anno si unirono col comune di Bologna.

Ma prima d’innoltrarci nella Genealogia ci convien ricordare ciò che abbiamo osservato parlando delle Rivoluzioni del Frignano. Si è ivi veduto che l’anno 1212 aveano i Nobili di Montecuccolo impetrato da Ottone IV un diploma Imperiale con cui erano stati investiti del Castello di Pulignago, della Rocca di Nosa, di Mocogno e di Gaianazzo, del Castello di Montecuccolo, del Forte di Montese e del Castello di Penna, e che l’anno seguente 1213 Guidinello da Montecuccolo soprannomato il vecchio per distinguerlo dal secondo figlio di Buonaccorso, fu in guerra contro de’ Modenesi. Nelle stesse Memorie si è osservato che l’anno 1229 cinque de’ Nobili di Montecuccolo, cioè prima il detto Guidinello, Alberguccio, Corsino, poi Lancellotto e Marcuccio, a nome ancora di altri delle loro famiglie che diconsi Signori del Frignano, ottennero dal Comune di Bologna un compenso a’ danni recati ad alcuni loro Castelli. Non si spiega nel documento in qual grado di parentela fosser essi congiunti e chi fossero i lor genitori. Vedrem tra poco che Guidinello e Corsino che è lo stesso che Buonaccorso eran figli di Bernardino, e probabilmente lor fratello era Alberguccio insiem con essi nominato, e lor fratello era ancor Tommasino, che come figlio di Bernardino è nominato in una carta del 1234. Lancellotto e Marcuccio eran forse figli del suddetto Rainero da lui spediti a Bologna per trattar dell’affare poc’anzi accennato.

Nello stesse Memorie abbiam veduto nominarsi con Guidinello e con Lancellotto all’anno 1234 anche un Carlo, ma forse è corso errore nella copia della Cronaca dell’Albinelli, ove forse invece di Carolus, nome che prima del XVI secolo non trovo in questa famiglia, dee leggersi Cursinus, e in tal caso egli è lo stesso che Buonaccorso. Nelle Memorie Storiche abbiam veduto che Rainero l’anno seguente all’alleanza stretta co’ Bolognesi nel 1234, come si è detto poc’anzi, cambiò consiglio, e riunissi co’ Modenesi, e che perciò da questo Comune gli fu donata una casa in Modena, e un’altra ne fu donata ad Azzo di lui fratello. Nelle stesse Memorie si è detto dell’infelice morte de’ due fratelli uccisi crudelmente da’ Bolognesi nel 1243.

All’anno 1265 vivevano ancora i suddetti Buonaccorso, o Corsino e Guidino ossia Guidinello o Guiduccio, fratelli da Montecuccolo, quali nel detto anno furono da Matteo Pio Vescovo di Modena investiti della Rocca di Ciagnano; e nell’atto si dice che il Vescovo ben conosce che quella Rocca non può meglio difendersi preterquam per nobiles viros dominos Bonacursium et Guidinum fratres de Fregnano; e Guidinello è detto fratello del fu Buonaccorso (che dovea esser morto poco dopo il 1265) anche nel Memoriale de’ Podestà di Reggio sotto l’anno 1269 (Script. Rer. Ital. T. VIII col. 1129). E questi è quel Guidino di Bernardino da Montecuccolo che è nominato in una carta Nonantolana del 1257 , e che figlio pure di Bernardino dicesi due volte in un documento dell’anno 1272.

In un’altra carta Nonantolana dell’anno 1258 si nomina ancora un Buonaccorso di Serafinello, diverso perciò dal figlio di Bernardino, e Serafinello non è improbabil che fosse egli ancora figlio di Buonaccorso nominato poc’anzi, e che egli in un suo figlio perciò rinnovasse il nome paterno. Egli ebbe anche una figlia per nome Ghirla, perciocché sotto i 19 di Settembre del 1280 Ghirla filia qu. Seraphinelli de Montecuccolo vende un terreno a Jacopa sua figlia . Guidinello fu valoroso Guerriero, e sotto l’anno 1268 fu Capitano de’ Sanesi , e fu nel Frignano uno de’ principali sostenitori del partito Gibellino, come si è veduto nelle Memorie Storiche ove abbiam narrate le guerre civili che desolarono allora quella Provincia.

Nell’atto sopraccennato del 1272 con cui fermossi la pace trai discordanti partiti, oltre Guidinello del fu Bernardino, si nominano Matteo, Parisello e Corsino del fu Buonaccorso, e si stabilisce che Parisello debba prendere in moglie Richelda figlia di Corrado Munari, e che Matteo debba dare Barufaldina sua figlia in moglie a Giovanni di Gherardino Boschetti; assegnandosi in dote alla prima 400 lire Modenesi, alla seconda novecento, come pure si è detto nelle Memorie Storiche. Veggiam dunque qui nominati tre figli di Buonaccorso da Montecuccolo, e li veggiamo pur nominati insieme con un altro loro fratello di nome Guidinello, e una loro sorella per nome Ghisla in un atto de’ 12 di Maggio del 1279 del pubblico Archivio di Modena. In esso Ghisla figlia del fu Buonaccorso da Montecuccolo dal Frignano vende a Matteo suo fratello che agisce anche a nome di suo fratello Corsino, pel prezzo di 200 lire di Modena, la parte che a lei spettava dell’eredità di Buonaccorso lor padre, di Guidino o Guidinello fratello di Buonaccorso, e di Guidino o Guidinello e di Parisello lor fratelli allor già defunti, e i diritti che aveva su beni di Jacopo Prendiparte a titolo di dote; il che sembra indicare che della nobil famiglia de’ Prendiparti fosse stata la lor madre; e quindi consegna la detta somma a titolo di sua dote a Zaccaria del fu Francesco de’ Balugola suo sposo.

Due soli de’ quattro fratelli vivean dunque allora, Matteo e Corsino, e da essi singolarmente fu propagata questa famiglia, ed essi viveano ancora l’anno 1283 e sono nominati in un atto de’ 25 di Marzo, da cui ricaviamo che Corsino avea anche il nome di Tommaso: D. Matteus qu. D. Bonaccursij de Montecuculo et D. Thomaxius Dictus D. Cursinus ejus frater; e così pure in un atto degli 11 di Gennajo del 1292 Thomaxinus qui dicitur Cursinus qu. D. Bonacursii de Montecuculo (Ivi). Ma in quest’anno Matteo già era morto e avea lasciato quattro figli, Bernardino il maggiore, Guglielmo, Guidinello e Alberico. Essi son nominati in una carta de’ 6 di Giugno del detto anno insieme col loro Zio Corsino: D. Cursinus de Montecuculo et D. Bernardinus fil. qu. D. Mathei de Montecuculo pro se et fratribus suis Guillelmo Guidinello et Alberico etc. (Ivi). Egli ebbe anche una figlia detta Richildina che a’ 14 di Ottobre del 1281 fu promessa in isposa a Tullio figlio di Guido del fu Aliotto Binti da Barca (Ivi). Alberico è più spesso indicato col nome di Alberguccio, e principalmente nell’atto altre volte indicato degli 8 di Dicembre del 1320, in cui Moroello del fu Lombardo da Dallo, Guglielmo del fu Matteo da Montecuccolo a nome ancora di Guidinello e di Alberguccio fratelli di Guglielmo vendono Montefiorino a’ Buonacossi Signori allora di Modena (Ivi).

Era dunque allor già morto Corsino, e avea lasciato un sol figlio detto Matteo o Matteolo, della cui discendenza parleremo tra poco. De’ quattro figli del primo Matteo pare che Bernardino morisse assai presto, poiché non ne troviamo alcun’altra memoria. Gli altri tre viveano ancora nel 1337, in cui a’ 25 di Febbrajo Guglielmo a nome ancora di Guidinello e di Alberguccio suoi fratelli, e di Mattiolo suo cugino comprò molti beni in Montefiorino (Ivi). Guidinello poco appresso fu ucciso a tradimento da’ Bolognesi, come si è veduto nelle Memorie Storiche. Alberguccio vedesi anche nominato negli Statuti del Frignano del 1337 insieme con un suo figlio di nome Tuccio, e che è lo stesso che Matteuccio o Matteo, di cui si è parlato nelle Memorie del Frignano all’anno 1347, oltre il quale ebbe anche Alberguccio un figlio detto Corsino. Negli stessi Statuti trovasi un Bartolomeo figlio di Guidinello, cioè quegli che, come altrove si è detto, ribellossi l’anno 1346 al Marchese Obizzo d’Este; il suddetto Guglielmo, un Tordino che in un albero della famiglia è detto figlio di Mattiolo, e Mattiolo figliuol di Corsino nominato poc’anzi. Guglielmo viveva ancora nel 1343, nel quall’anno a’ 30 di Marzo comperò molti terreni da Maghinardo del fu Ugo Conte di Gomola (Ivi). Ma egli era già morto nel 1364, quando a’ 3 di Giugno Baldassarre di lui figlio detto Nobilis vir D. Balthassar filius qu. Nobilis Viri D. Guillelmi de Montecuculo comperò alcuni terreni nel distretto della Badia di Frassinoro (Ivi).

Qual fosse lo stato della famiglia di Montecuccolo a questi tempi, raccogliesi dall’investitura de’ loro feudi che l’anno 1369 ottennero dall’Imp. Carlo IV, come si è osservato nelle Memorie Storiche. Perciocché in essa si nominano i tre rami in cui era allor divisa, cioè in quello di Corsino e di Matteo fratelli e figli del fu Alberguccio, in quello di Corsino ossia Frignano del fu Matteolo e in quello di Baldassarre del fu Guglielmo. e tutti questi tre rami trovansi anche indicati in un atto de’ 3 di Aprile del 1370, in cui Egregius Miles D. Cursinus qu. Nobilis Viri D. Albergucij et D. Baldassar qu. Nob. Viri D. Guillelmi, et D. Cursinus dictus Fregnanus qu. Nob. Viri D. Mattioli de Montecuculo etc. comperano unitamente una casa in Modena (Ivi). Carlo IV collo stesso diploma concedette anche loro di aggiugnere allo stemma lor gentilizio di alcuni monti posti l’un sopra l’altro l’Aquila Imperiale. In alcune case però di Montecuccolo e sopra l’Architrave della Porta Maggiore della Parrocchiale veggonsi le armi di questa famiglia senza l’aggiunta dell’Aquila, il che le mostra più antiche dell’epoca ora indicata.

Di questi tre rami il primo, cioè quello di Corsino di Alberguccio si estinse presto. Due figli egli ebbe, come abbiam veduto nelle Memorie affermarsi dal Cronista Sercambi, il celebre Lanzalotto che per tanto tempo combatté contro gli Estensi, e Ettore figlio naturale. Lanzalotto morì l’anno 1408 sommerso nel Panaro, lasciando due piccoli figli Antonio e Corsino, i quali poco appresso per ordin di Gasparo loro cugino furono uccisi. Un altro figlio detto pure Corsino avea già egli avuto, il quale nel 1390 era prigione in potere del medesimo Gasparo, e dovette morir poco appresso, poiché non trovasene altra memoria. Lasciò anche due figlie Giovanna e Bandina, come nelle stesse Memorie si è provato.

Baldassarre del fu Guglielmo ebbe tre figli, cioè Alberguccio, Niccolò e Guglielmo nominati in un atto de’ 24 di Aprile del 1390 (Arch. Segr. Est.) nel qual tempo però Guglielmo già era morto lasciando un figlio per nome Guidinello, ed ebbe anche Baldassarre due figlie, Lippa moglie di Gasparo da Montecuccolo, e Bartolommea moglie di Niccolò de’ Roberti, della qual fa menzione Filippo padre di Niccolò nel suo testamento fatto nel 1395. Niccolò ebbe in moglie Catarina Malaspina che gli partorì due figlj Pietro e Guglielmo, il quale morì in Bologna li 2 di Gennajo del 1374 e fu sepolto in S. Francesco, ove se ne ha l’iscrizion sepolcrale. Dell’altro Corsino detto ancora Fregnano, fu figlio Gasparo, di cui pure molto si è parlato nelle Memorie Storiche, che ebbe in sua moglie Lippa sorella di Alberguccio, di Niccolò e del già defonto Guglielmo. Così ci mostra un atto de’ 27 di Novembre del 1392 in cui Gaspare che è detto filius quondam egregij et potentis viri D. Fregnani de Montecuculo riceve da Alberguccio e da Niccolò fratelli e figli del fu Baldassarre mille lire di Marchesani grossi a titolo di dote per Lippa loro sorella e destinata a sua sposa, ed egli a vicenda secondo il costume di que’ tempi, le ne dona altrettante, e altre 50 lire di più (Arch. pubbl. di Mod.). Gaspare ebbe anche una sorella per nome Orsina da noi nominata nelle Memorie Storiche, e che è forse quella medesima che essendo maritata in Cervetta Bojardi fu poi rapita da Marco Pio. Abbiam pur ragionato a suo luogo di Cesare figlio di Gaspare da cui formaronsi due rami di questa famiglia per due de’ suoi figli Frignano, e Baldassarre detto anche Bersanino; e dal primo di essi viene il ramo de’ Marchesi Signori di Montecuccolo che tuttora esiste in Modena e quello pure che da molto tempo sussiste in Vienna.

Verso la fine del secolo XV e nel decorso del XVI moltiplicossi stranamente questa famiglia, e abbiam veduto parlando del Frignano che nel 1560 era divisa in sei rami, e questi si suddivisero ancor nuovamente; e quindi le divisioni de’ feudi e le dissensioni frai diversi rami le recarono non legger danno.

La Chiesa di S. Lorenzo di Montecuccolo è nominata in un decreto del Vescovo Arrigo dell’anno 1157 riguardante la Pieve di Renno a cui era unita, e tuttora è soggetta. Avea in allora un semplice Rettore Curato, ed ebbe l’onore di aver tra essi uno della famiglia de’ Signori di quel Castello, cioè Ercole figlio del Conte Frignano, come si raccoglie da un atto de’ 6 Giugno del 1519 tra que’ di Borsetto Magnani. Essa però non fu dichiarata Parrocchiale che l’anno 1672 dappoiché fu dotata per metà dalla famiglia de’ Marchesi di Montecuccolo, e per metà da quel Pubblico.

Un altro luogo di questo nome era presso Puglianello, ossia presso Mozzadella nel Reggiano, perciocché in una carta dell’anno 1156 veggiam nominarsi tralle Chiese soggette alla Pieve di Puglianello Cappellam S. Zenonis positam in Curte Montis Cuculi (Ant. Ital. T. VI col. 441). E di questo Montecuccolo Reggiano deesi intender facilmente una carta del Monastero di S. Prospero dell’anno 1167 in cui ad esso si donan beni posti a Montecuculo, or dicesi Montelocco .

Note

  1. C. D. T. II p. 57.
  2. Ant. Ital. T. VI col. 235.
  3. C. D. T. III p. 62.
  4. Taccoli Mem. T. II p. 426.
  5. Arch. di S. Pietro.
  6. Savioli Ann. Bol. T. II P. II p. 156.
  7. Mem. T. III p. 121.
  8. Stor. Nonant. T. I p. 207.
  9. Arch. Pubb. di Mod.
  10. Ant. Ital. T. IV col. 76
  11. Montecuccolo, Castello con Rocca circondato da tre recinti di mura, dove si vede tuttavia la Camera in cui nacque il celeberrimo Principe Raimondo Montecuccoli, era come avverte il Ch. Autore, una delle Rocche meglio conservate di tutto il Frignano. Ma nella primavera del 1799 essendo stata scelta per punto di resistenza all’occasione della troppo ardita ed infelice insurrezione nata in Pavullo e dilatatasi per quasi tutta la montagna contro i Francesi, si vide esposta all’urto della vanguardia di Macdonald, composta di due mila soldati, li quali nel dì 3 giugno, presa facilmente la Rocca abbandonata dalla poca milizia che la guerniva, misero a sacco Montecuccolo, Pavullo, Reno, Miceno ed altri paesi contigui coll’uccisione di ventotto persone, fra le quali il Sacerdote D. Giovanni Antonio Lamazzi Parroco di Montecuccolo, e il Dottor Michel-Angelo Dainesi già Vicegerente di Pavullo. Il sacco fu ripetuto cinque giorni appresso dal grosso dell’armata Francese che discendeva dalla Toscana per portarsi a dar battaglia cogli Austro-Russi. Per questi disastri la Rocca, oltre l’essere stata spogliata di tutte le antiche armature che adornavano le sue sale, sofferse anche assai ne’ fabbricati, e ne fu disperso l’archivio. Gli atti e le carte, che in gran copia conservavansi in quello, comprovavano che sino dal 1430 Montecuccolo era stato il capo-luogo di varie Comunità dei contorni, e che ivi aveva sempre avuta la residenza un governatore co’ suoi subalterni per amministrare la giustizia, sì nel criminale che nel civile. Tale ufficio, sotto diversi nomi, vi continuò fino al 31 Agosto 1818, nel qual tempo fu soppresso per la traslocazione della Giusdicenza nel nuovo fabbricato fatto erigere in Pavullo dal regnante Sovrano.

(n.d.r.: quest’ultima annotazione fu inserita da Luigi Serafino Parenti allorquando, trent’anni dopo la morte del Tiraboschi, avvenuta nel 1794, si riuscì a pubblicare il Dizionario, che, nelle intenzioni dell’autore, doveva costituire il completamento delle Memorie Storiche Modenesi ed essere l’indice di “tutti i luoghi o grandi o piccioli ch’essi siano, e così pure de’ monti, de’ fiumi ec. de’ quali si trova menzione nelle carte del Codice Diplomatico. I Luoghi poco considerabili, e de’ quali non si ha notizia alcuna distinta, saranno appena accennati. Degli altri, comprese ancora le Città secondarie, si parlerà più o meno, secondo che richiederà l’argomento”. Del ruolo svolto dal Parenti nella formazione dell’opera del Tiraboschi, si veda, a cura di Venceslao Santi, Corrispondenza fra Girolamo Tiraboschi, L. S. Parenti e A. P. Ansaloni, pubblicata dalla R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie Modenesi nel primo centenario della morte di Girolamo Tiraboschi, Modena, 1894).