Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro III/CAPO II

II. Che la verità parla dentro senza strepito di parole.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
II. Che la verità parla dentro senza strepito di parole.
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CAPO II.


Che la verità parla dentro senza strepito di parole.


1. Parla, o Signore; che ’l tuo servo t’ascolta. Io sono tuo servo. dammi intendimento da saper la tua legge. Volgi il mio cuore a’ detti della tua bocca; scorrano come rugiada le tue parole. Dicevano i figliuoli d’Israello una volta a Mosè: Parla tu a noi; e noi ti udiremo: non ci parli il Signore; che forse non ne morissimo. Così no, o Signore, così no non prego io; anzi col profeta Samuele piuttosto umilmente, e affettuosamente a te supplico: Parla, o Signore; che ’l tuo servo t’ascolta. A me già non Mosè, nè alcun de’ Profeti, ma tu meglio mi parla, inspiratore, e illuminatore di tutti i Profeti: perchè tu solo senza di loro mi puoi ammaestrare perfettamente; ed essi niente mi gioverebbono senza di te.

2. Possono ben essi sonare in parole, ma non però danno lo spirito. Parlan leggiadro; ma, tacendo tu, [p. 116 modifica]non accendono il cuore. insegnan le lettere; ma tu apri l’intendimento. Profferiscono i misteri; ma tu dischiudi l’intelligenza delle cose adombrate. bandiscono i comandi; ma tu dai l’ajuto d’adempierli. mostran pure la via; ma tu a camminarvi conforti. Quelli adoperano solamente di fuori; ma tu i cuori ammaestri, e gli illumini. quelli innaffiamo esteriormente, ma tu doni fecondità. quelli gridano con parole; ma tu porgi intelligenza all’udito.

3. Non mi parli adunque Mosè; ma tu, o Signore Iddio mio, Verità eterna: sicchè per avventura io non muoja, nè resti ignudo di frutti, qualora io fossi di fuor solamente ammonito, nè infiammato di dentro; e non mi tornino in cagion di condanna le cose sentite, e non operate, conosciute, nè amate, credute, e non osservate. Parla dunque a me tu, o Signore, che ’l tuo servo t’ascolta; perocchè tu hai parole di vita eterna. Parlami a consolazione (qual ella si sia) del mio spirito, e ad emendazione di tutta la vita mia; come anche a tua laude, a gloria, e ad onore perpetuo.