Dalle dita al calcolatore/XII/14

14. La meccanizzazione della contabilità

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[p. 213 modifica]14. La meccanizzazione della contabilità

Alla fine del secolo, per il censimento del 1890 negli USA, un certo ingegner Hollerith vinse un concorso indetto dal governo per la messa a punto di una serie di macchine atte a meccanizzare le varie fasi del censimento stesso. Questa decisione era stata presa perché i dati del precedente censimento, quello del 1880, avevano richiesto un lavoro settennale per essere elaborati manualmente, e nel frattempo si stimava che la popolazione fosse cresciuta in misura notevole.

Meccanismo ad aghi.

[p. 214 modifica]L’ingegner Hollerith presenta un pantografo per la

foratura delle schede (schede di cartone, aventi lo stesso formato di una banconota da un dollaro e capaci di contenere quaranta colonne, ognuna di dieci fori) e una sommatrice capace di leggere le schede forate e di eseguire automaticamente le quaranta somme necessarie. Queste sommatrici riprendono la tecnica dei telai di cui abbiamo già parlato, e che Babbage alcuni decenni prima aveva applicato alla sua macchina calcolatrice. Con queste macchine si riusci ad elaborare i risultati del censimento in un terzo del tempo impiegato dieci anni prima.

I problemi affrontati e risolti per l’ufficio del censimento da Hollerith si proponevano comunque a livello generale, in quanto lo sviluppo industriale aveva creato entità produttive che richiedevano l’elaborazione di dati e informazioni in quantità superiore alle capacità organizzative dei singoli impiegati.

Si formarono squadre di contabili preposti alla raccolta e alla conservazione delle informazioni. In questi anni, inoltre, comincia a porsi per le grandi industrie il problema di calcolare il costo complessivo degli articoli prodotti: non basta più sommare il costo della materia prima a quello della manodopera direttamente impiegata nella produzione, ma si profila la necessità di conteggiare i vari servizi: quello contabile, quello finanziario, il marketing, la pubblicità, ecc. Anche per la mano d’opera diretta, la complessità delle lavorazioni da eseguire rende difficile valutare l’apporto di ogni operaio ad ogni singolo elemento del prodotto globale.

Bisogna quindi rilevare separatamente il valore complessivo della produzione e dei costi, per poter risalire al valore di ogni pezzo. Cominciano così a porsi vari problemi di registrazione, codifica e conteggio delle varie parti del bilancio. Questo diventa anzi un aspetto essenziale per la sopravvivenza stessa delle aziende. [p. 215 modifica]Negli ultimi anni dell’Ottocento le macchine calcolatrici permettono di affrontare calcoli gestionali molto complicati, ma la complessità delle ditte e le loro necessità gestionali crescono in maniera più veloce, tanto che si formano uffici specifici (che poi diventeranno i centri meccanografici) per eseguire tutti i calcoli del caso. Nel Novecento, la disponibilità di motori elettrici a basso costo, minimo ingombro e facilmente alimentabili, favorisce la realizzazione delle calcolatrici elettromeccaniche: queste macchine sono concettualmente identiche alla pascalina, ma sono mosse da un motore elettrico che consente di eseguire un volume di conti molto più ampio e in più breve tempo. Esemplare classico di questo tipo di macchine è la Divisumma, ancora presente in molti uffici. L’ultimo passo avviene negli anni sessanta e settanta con la comparsa e la diffusione delle calcolatrici elettroniche, basate su princìpi che non coinvolgono più la meccanica.

Per la prima volta è la tecnologia delle calcolatrici ad andare a rimorchio di quella dei calcolatori: infatti, per la realizzazione di queste macchine era stato necessario mettere a punto meccanismi che, operando in codice binario e attraverso la presenza o no di una certa tensione su un conduttore, fossero capaci di eseguire calcoli in maniera molto veloce.

Altra caratteristica di questi dispositivi è la notevolissima compattezza e il bassissimo consumo energetico: diventa così possibile la miniaturizzazione delle calcolatrici, l’indipendenza dalla connessione alla rete elettrica – ottenuta con alimentazione a pile – e una potenza di calcolo ulteriormente estesa.

Queste nuove calcolatrici si diffondono a livello di massa: vengono usate dai bambini nelle scuole, dalle massaie al mercato, dai geometri, dagli ingegneri e dai tecnici, per i quali diventano il succedaneo naturale del regolo.

È ovvio che queste macchine compiono, oltre alle [p. 216 modifica]quattro operazioni fondamentali, anche potenze, radici, percentuali e tutta una serie di operazioni specialistiche. Alcuni fra i modelli più recenti e potenti sono anche programmabili, e sconfinano perciò nel mondo dei calcolatori.