Continuazione delle memorie e documenti della fondazione della biblioteca circolante popolare di Prato/Delle Biblioteche Popolari

Delle Biblioteche Popolari

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Dedica Un brano di Storia della Biblioteca Popol. Pratese
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DELLE BIBLIOTECHE POPOLARI


Di tutte le cose che l’uomo può far quaggiù, la più importante la più meravigliosa è ciò che chiamasi un libro

Carlye

A che servirà al popolo il saper leggere se non avrà nulla da leggere? il complemento della scuola primaria è dunque la Biblioteca popolare. La prima è la chiave, ma la seconda è la casa. Avendo la chiave senza la casa non si può dir davvero di essere alloggiati.

Macé


I libri devono essere i nuovi maestri: le scuole non bastano perchè quest’istruzione che è una preparazione alla vita apre appena all’uomo lo spirito: ma l’intelligenza avuto il primo impulso dell’idea si arresta se non ne riceve continuamente dei nuovi: il fanciullo uscito dalla scuola con qualche nozione di ciò che gli fu insegnato, pochi anni dopo se non avrà altro soccorso, perderà ogni traccia delle cose apprese: quando un popolano ha imparato a scrivere, a leggere; a far di conto, abbisogna più che mai di libri che alimentino in lui l’accesa fiaccola dei sapere.

In Italia è ancora un desiderio lo spettacolo che offre di frequente il popolano dell’Inghilterra e della Germania raccolto intorno al focolare domestico per leggere ad alta voce un libro dinanzi alla famiglia che gli fa corona. Sarebbe un vero beneficio da rendersi alla Nazione quello di mettere dei buoni libri alla portata di tutti e far correre in tutte le mani qui istromenti potenti di civiltà e di progresso. [p. 6 modifica]

Questa missione appartiene alle Biblioteche popolari; ad esse spetta il far sì che le male abitudini e la scioperatezza dell’operaio cedano il posto alle virtù casalinghe e che il libro divenga come un apostolo che purifica e redime.

Il popolo adunque dovrebbe avere una Biblioteca contenente libri utili e libri piacevoli: questi devono essere la nuova scuola pell’operaio, e nello stesso tempo mezzo di ricreazione e rifugio dalla noia e dal dolore.

Sì, nella Biblioteca del popolo vi devono essere libri Utili e libri piacevoli, perchè essa deve essere per l’operaio la scuola ed il luogo di ricreazione. — Vi devono essere libri tecnici sull’industria e sul commercio, libri che spieghino le grandi scoperte industriali, libri che svolgano le nozioni morali, i doveri della vita sociale, libri che insegnino i costumi e gli usi civili e domestici dei popoli ne’ vari tempi, libri che ricordino i fatti più memorabili della storia nostra, i nomi dei nostri grandi, degli eroi, e dei martiri... le memorie patrie le quali è dovere conoscere, perchè nel passato, dice Tommasèo, v’è gran parte del nostro avvenire. Ma oltre ai libri di utilità si devono preparare i libri che procurino qualche ora di ricreazione e di piacere. Una giornata di lavoro manuale all’aratro, all’incudine, nelle miniere ec. ec. non è certo una buona preparazione al lavoro dello spirito: anche l’operaio desidera sottrarsi colle illusioni alle dure realtà della vita, e abbisogna perciò di opere di immaginazione. Leggendo egli simili opere, mentre riposerà il corpo stanco, andrà educando, col piacere, l’anima ai principii del buono e del bello. Convien dunque procurare al popolo libri che sollevino l’animo suo sopra gli interessi materiali, che gli risveglino la poesia del lavoro, il [p. 7 modifica] piacere della vita dei campi ec. La lettura può portare grandi benefici come mezzo di piacere, e molto si può ottenere nella educazione cangiando il modo di piacere. Due grandi nemici hanno a vincere le biblioteche popolari, l’ozio ed il vizio. La bettola, la casa del bordello, richiamano il popolo fra i canti, giuochi e laidezze... convien quindi rendere la lettura amena perchè il piacere del libro richiami dall’altro piacere seducente de’ vizii.

Questo dunque vogliamo raccomandare poiché l’operaio scenda facilmente a familiarizzarsi col libro e perchè questo ne diventi l’amico, il compagno, la guida.

L’esempio dell’Inghilterra ci dimostra l’immenso bene che fanno le Biblioteche circolanti. L’operaio coltiva l'anima leggendo i capolavori della letteratura, la donna trattiene alla sera il marito a casa presso alla culla dei suoi figli. La Famiglia in questo modo guadagna tuttociò che vi perde la bettola, e la Società tuttociò che guadagna la famiglia.1

  1. Questi pensieri furono tratti in gran parte dall’Opera pregevolissima dell’Illustre Avv. Antonio De Petris, intitolata la Medicina del Pauperismo.