Ciceruacchio e Don Pirlone/Documenti/LVIII

Documenti - LVIII

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Documento N. LVIII.1

N. 3458 Segr. Gen.

Illustrissimo signore signor padrone colendissimo.

Il battaglione di Faenza, che da Bondeno erasi recato al!a Stellata la sera dell’11 corrente, passò i confini. Ne ho avuto l’avviso dal priore di Bondeno, il quale non ha saputo dirmi se la mossa sia stata spontanea, o dipendente da un ordine superiore. Oggi poi il colonnello Ferrari, che comanda le colonne sul Po, mi avvisa che nella scorsa notte sono partite due compagnia del battaglione del Senio, che erano ferme a Francolino, e che si sono dirette alla Badia, nel Veneto. Ho luogo a credere che questi movimenti non derivino da disposizioni del generale in capo Durando, che trovasi sempre a Bologna, perchè so che ha rimandate più Deputazioni dirette a conseguire che l’armata varcasse il Po, dicendo non essere in posizione di prendere una tale misura.

Non si hanno positive notizie dell’armata piemontese. Da Sermide viene riferito che abbia oltrepassato il Mincio per investire la fortezza di Peschiera, e che la sera del 10 avesse espugnato il primo forte. Ieri poi tanto a Sermide che a Bondeno si udiva il cannone da quelle parti, lo che induce la continuazione dell’attacco al forte principale.

[p. 503 modifica]Il marchese Costabili è fermo nella rinuncia data alla carica di Colonnello comandante questa guardia civica e la metto quindi in corso, essendo tornato senza effetto l’ufficio di cui alla mia 11 corrente, N. 3358.

Dal Comando di questa guardia civica ho avuto or ora l’avviso che domani giungeranno qui 800 Ungaresi con 145 cavalli, prigionieri, appartenenti all’armata austriaca negli Stati Parmensi, i quali anderanuo poi ad imbarcarsi sul Po, diretti a Fiume, a termine della capitolazione di Colorno. Questo passaggio non è soltanto incomodo per la somministrazione dell’alloggio quanto per la posizione di Ferrara, la cui fortezza si tiene dagli Austriachi (sic). Io vado a prendere tutte le misure necessarie per impedire qualunque disordine e conservare la pubblica tranquillità. Sarebbe certamente stato meglio, come da prima si era stabilito, che si fossero imbarcati a Ravenna, dove è più facile rimbarco e più breve la navigazione, venendo sempre ritardata sul Po, particolarmente quando è in piena come attualmente. Ma io non ho avuto alcun avviso preventivo, e mi è mancata la maniera di evitare il passaggio per Ferrara.

È ciò che posso dedurre nel presente ordinario a notizia di vostra signoria illustrissima, e con distintissima stima e considerazione passo a raffermarmi.

Di V. S. Ill.ma, cui aggiungo che nell’atto di chiudere la presente è arrivato in questa città il signor generale Durando.

Ferrara, 13 aprile 1848.
Devotissimo servitore
L. Cardinale Ciacchi.

Signor Ministro dell’interno, Roma.


Note

  1. Dalle Buste della miscellanea politica ecc. Busta 24, Copertina 128.