Caccia e Rime (Boccaccio)/Rime/VI

VI. Su la poppa sedea d’una barchetta

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Rime - V Rime - VII
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VI.


Su la poppa sedea d’una barchetta,
     Che ’l mar segando presta era tirata,
     La donna mia con altre acompagnata,
     Cantando or una or altra canzonetta.
     Or questo lito et or quest’isoletta,5
     Et ora questa et or quella brigata
     Di donne visitando, era mirata
     Qual discesa dal cielo una angioletta1.

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Io che, seguendo lei, vedeva farsi
     Da tutte parti incontro a rimirarla10
     Gente, vedea come miracol nuovo.
     Ogni spirito [mio]Fonte/commento: editio maior in me destarsi
     Sentiva, et con amor di commendarla
     Sazio non vedea mai il ben ch’io provo2.


Note

  1. Queste gite in barca, nella lieta stagione, delle quali parla anche il son. seguente, erano tra i passatempi prediletti della società aristocratica napoletana sotto il regno di Roberto. Così ne fa dire alla stessa Fiammetta, nell’elegia in prosa che da lei s’intitola, il poeta: ‘Egli avveniva spesse volte che, essendo, siccome la stagion richiedeva, il tempo caldissimo, molte altre donne et io, acciò che più agevolmente quello trapassassimo, sopra velocissima barca armata di molti remi, solcando le marine onde, cantando e sonando, i remoti scogli e le caverne nei monti dalla natura medesima fatte, essendo esse e per ombra e per venti freschissime, cercavamo... Venute adunque ne’ luoghi da noi cercati, e presi per li nostri diletti ampissimi luoghi, secondo che il nostro appetito richiedeva, or qua et or là, or questa brigata di donne e di giovani et or quell’altra, delle quali ogni picciolo scoglietto o lito, solo che d’alcuna ombra di monte da’ solari raggi difeso fosse, erano pieni, veggendo andavamo. O quanto e quale è questo diletto grande alle sane menti! Quivi si vedevano in molte parti le mense candidissime poste..., et in altra parte, già richiedendolo l’ora, si discernevano alcuni prender lietamente i mattutini cibi, de’ quali e noi e quale altro passava con allegra voce alle loro letizie eravamo convitati. Ma poiché noi medesimi avevamo, siccome gli altri, mangiato con grandissima festa, e dopo le levate mense più giri dati in liete danze al modo usato, risaliti sopra le barche, subitamente or qua et or colà n’andavamo...’ (Fiammetta, cap. V). Come fu già notato (Crescini, op. cit., p. 170, n.), la Fiammetta ricorda anche, nel medesimo luogo, di aver avuto spesso compagno ‘in simili diletti’ il suo Panfilo: ciò dal presente sonetto ci è attestato chiaramente nel v. 9. Ma dall’ammetter questo allo stabilire senz’altro che la poesia appartiene al periodo dell’amore contraccambiato, perché il Boccacci non poteva seguire la donna amata ‘se non quando era ben addentro nelle costei grazie’ (cfr. A. Della Torre, La giovinezza di G. B., p. 286 e n. 1), corre un bel tratto; ed io non credo che sia prudente avventurarsi ad una recisa affermazione.
  2. Intendo: «mai non vedeva sazio il piacere ch’io provo di cantarne amorosamente le lodi.»