Vera storia di due amanti infelici ovvero Ultime lettere di Iacopo Ortis (1912)/Lettera XLIX
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LETTERA XLIX
Monselice, 3 giugno.
Una sua lettera, o Lorenzo! i suoi celesti caratteri! Appena quivi smontai, che giá un suo fedele contadino mi aspettava; né io mi maraviglio, giacché il mio viaggio è sempre lento e piano a cagione di mia salute. Egli, levandosi il cappello con rusticana semplicitá: — Quella signora vi manda questa lettera — mi disse; e me la porse. Io sentiva palpitarmi il cuore: mi fu forza respirar un momento prima di baciarla. Mentre stava per aprirla, m’accorsi che il contadino s’allontanava. — Eh! buon uomo, aspettate; e la risposta?
— Oh! io non so nulla: la padrona mi ha detto che non prendi alcuna risposta.
— Veramente?
— Signore, non lo credete? Ebbene! domandatelo a lei. Sono povero, ma sincero. — E, salutandomi, voleva partire.
— Anche una parola: e non mi farete il piacere di portarle un mio foglio?
— Assolutamente di no: guai! Essa me lo ha vietato con tanta severitá!
— E che vi disse, buon uomo, consegnando questa lettera? — Frattanto io la scorreva con occhio rapido e ansioso, provando una terribile interna guerra di affetti.
— Nulla.
— Nulla?... E non vi disse alcuna cosa per me?
— Che volete mai che dicesse, se la poverina piangea, e piangea davvero, sapete! — Che ferita, o Lorenzo, fu questa al mio cuore agitato!
— Sventurata Teresa!
— Davvero che fa pietá! Appena m’ebbe vietato che non prendessi risposta; anzi, di piú (me lo ricordo adesso), che non parlassi né meno con voi, che i sospiri e le lagrime le interruppero il discorso. Che le avete mai fatto? Cosí buona e cara padrona! E la madre, è l’angelo del nostro villaggio. —
Io non rattenni le lagrime: — Lo so, buon uomo, lo so!... Ah! datele almeno un addio, che il cielo vi benedica!
— Un addio, poi...! Lo farò, signore. Iddio vi conservi...
— Anche voi. Addio. —
Egli, dopo un saluto, partí.
Ti dirò forse tutti i movimenti del mio cuore nel leggere l’adorata sua lettera? Quanto la sua dolce sensibilitá è toccante! come vi traspare l’amore e la pietá, mista allo sdegno ed alla tristezza! Il cuore di Teresa è tutto dipinto nelle sue commoventi parole; ed io le ho turbato il riposo e la pace?... Iacopo infelice! che piú ti resta?...
Amico, leggi: io trascrivo i suoi cari e terribili sentimenti. Conosci alfine l’anima di quella sovrumana beltá!